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Incontro a Venezia: “Ravenna sede imperiale”

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La Biblioteca Nazionale Marciana, in collaborazione con il Centro Studi Torcellani, giovedì 21 aprile 2016, alle ore 17, organizza nelle sue Sale Monumentali (Piazzetta San Marco 13/a, Venezia) una conferenza di Tommaso Gnoli (Università di Bologna) sul tema: Ravenna sede imperiale. Saluto di Maurizio Messina (Direttore della Biblioteca Nazionale Marciana).

Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Città importante durante l’impero romano, Ravenna fu poi la sede dell’esarcato bizantino in Italia dove il rappresentante del potere di Costantinopoli esercitava la sua giurisdizione politica, civile e militare su quei territori che non furono toccati dalle invasioni longobarde del sec. VI. Il legame storico e artistico con Ravenna testimonia quel periodo esarcale nel quale Venezia è soggetta a Bisanzio, per poi diventarne nei secoli successivi alleata e infine dominante.

La preziosa e proficua collaborazione instauratasi tra la Biblioteca NazionaleMarciana e il Centro Studi Torcellani ha dato vita a un nuovo ed interessante ciclo di incontri a tematica veneziana e lagunare giunto ormai al quarto anno di una proposta culturale ormai richiesta e gradita al pubblico.

Secondo uno stile scientificamente corretto ma al contempo divulgativo e proprio per questo molto apprezzato, studiosi esperti in materia forniscono una nuova lettura di tematiche legate alla storia, all’arte e all’archeologia di Venezia e della sua laguna.

Gli incontri -  coordinati da Lorenzo Braccesi, Marco Molin e Maddalena Bassani - si svolgeranno nel Salone della Libreria Sansoviniana (Piazzetta San Marco 13/a, Venezia), e avranno il seguente filo conduttore: “Le regine dell’Adriatico. Adria, Spina, Altino, Ravenna e Venezia” in una sorta di viaggio nella storia di quelle città che furono al centro di commerci economici e di traffici culturali così imprescindibilmente legate alla storia di Venezia, prima che Venezia fosse.


Giovedì 21 aprile 2016, ore 17
“Ravenna sede imperiale”
terzo e ultimo incontro del ciclo: “Le Regine dell’Adriatico: Adria, Spina, Altino, Ravenna e Venezia”
In ricordo di Marcello Brusegan
Salone della Libreria Sansoviniana - Piazzetta San Marco 13/a, Venezia

Al Pollini, l'Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da James MacMillan esegue una nuova composizione di Carlo Boccadoro

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In programma anche il Concerto per oboe dello stesso MacMillan e la Sinfonia n. 1 di Beethoven. Padova, Auditorium Pollini, 15 aprile, ore 20.45

La 50ª Stagione concertistica dell'OPV prosegue venerdi 15 aprile (ore 20.45) all'Auditorium Pollini di Padova con uno straordinario concerto che avrà come protagonista L'Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano.

La prestigiosa formazione sarà condotta dal celebre direttore e compositore inglese James MacMillan in uno stimolante programma diviso tra repertorio contemporaneo e sinfonismo classico.
Il concerto si aprirà con l'esecuzione di un nuovo brano di Carlo Boccadoro (una commissione de I Pomeriggi Musicali) intitolato Moriana, a cui seguirà il Concerto per oboe e orchestra di James MacMillan, che vedrà impegnato nella veste di solista una delle prime parti dell'orchestra milanese: l'oboista Francesco Quaranta. Nella seconda parte della serata sarà invece proposta la Sinfonia n. 1 in do maggiore op. 21 di Ludwig van Beethoven.

L'apertura è affidata quindi alla nuova composizione di Boccadoro, personalità quanto mai poliedrica, attivo non solo come compositore, strumentista, direttore musicale e artistico, ma anche come divulgatore e scrittore. Il brano è ispirato alle Città invisibili di Italo Calvino: Moriana è infatti la città a due facce, la prima splendente, con le sue porte di alabastro trasparenti, le colonne di corallo, le ville tutte di vetro; la seconda è invece squallida con distese di lamiera arrugginita, mucchi di barattoli e telai di sedie spogliate. Una nuova opera che I Pomeriggi Musicali hanno voluto commissionare a un compositore che da molti anni collabora con l'Orchestra e che con essa ha debuttato come percussionista.
Dopo questa novità, il Maestro MacMillan dirigerà l'Orchestra dei Pomeriggi Musicali in una propria composizione: il Concerto per oboe e orchestra. Scritto nel 2010, si tratta di un lavoro di grande virtuosismo e dalle sonorità spettacolari soprattutto nel primo movimento, mentre nel Largo centrale viene ripresa e rielaborata una elegia intitolata In Aungustiis e concepita da MacMillan dopo gli attentati dell'11 settembre a New York. Una pagina intensa in cui momenti di dolore e di rabbia si alternano portando lo strumento solista al limite delle proprie possibilità espressive. Il Concerto si conclude quindi con un Finale virtuosistico e giocoso, altrettanto arduo sotto il profilo tecnico e interpretativo.

Il concerto al Pollini si concluderà con la Sinfonia n.1 di Beethoven, composta fra il 1799 e 1800 ed eseguita per la prima volta a Vienna il 2 aprile 1800. Una partitura che presenta ancora riferimenti al passato: a tratti lascia trasparire accenni mozartiani, ed è abbastanza chiara anche l’influenza di Haydn, specialmente nel finale i cui primi abbozzi risalgono al 1795. Tuttavia, nel riallacciarsi ai modelli di un passato prossimo, Beethoven non manca di esibire una certa intemperanza verso le regole e l'urgenza di evadere verso altre e più ambiziose prospettive, lasciando intravedere anche quelli che saranno i tratti delle sinfonie successive.

Biglietti: 8-22€, in prevendita presso Gabbia (via Dante, 8) e in vendita al botteghino dell’Auditorium Pollini il giorno del concerto a partire dalle ore 20.00.

Musica, teatro e danza. Al via la quinta stagione di Musikè

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N.E.R.D.s
Da aprile a novembre, musica, teatro e danza tornano protagonisti nelle province di Padova e Rovigo con la quinta edizione di Musikè, rassegna itinerante promossa e organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che conferma anche quest’anno la propria vocazione culturale, ampia e diversificata, coinvolgendo musicisti, cantanti, attori e ballerini di prima grandezza, insieme a giovani talenti emergenti, in quattordici eventi a ingresso gratuito dislocati in altrettante suggestive sedi del territorio.
Sarà il teatro a inaugurare l’edizione 2016 di Musikè, martedì 12 aprile al Piccolo Teatro Don Bosco di Padova. Il Teatro Filodrammatici di Milano porterà in scena N.E.R.D.s - Sintomi, “commedia dal cuore nero” scritta e diretta da Bruno Fornasari. La pièce, nel raccontare il festeggiamento di un cinquantesimo anniversario di matrimonio, vuole mettere in luce l’instabilità emotiva e culturale di una generazione che tiene a modello un passato ormai anacronistico, finendo con l’essere incapace di un presente autentico. Partendo dalla famiglia come rassicurante paradigma di una società sana, N.E.R.D.s - acronimo che in medicina indica il reflusso non erosivo, un bruciore di stomaco fastidioso ma apparentemente innocuo - svela il rovescio della medaglia: un quarto stato post-moderno che cerca di liberarsi da paure e inquietudini tutte contemporanee, nell’ansia di rimandare il futuro.
In equilibrio perfetto tra teatro e musica è Otto storie poco standard, “concerto narrativo” scritto e diretto da Annalisa Bianco, che si terrà sabato 23 aprile all’Auditorium San Gaetano di Padova. La voce dell’attrice e cantante Monica Demuru, accompagnata dal contrabbasso di Raffaello Pareti e dalla batteria di Alessandro Marzi, racconterà la genesi affascinante e sorprendente di alcuni standard del jazz. Ogni canzone ha una storia da raccontare e si alimenta con la storia stessa declinandosi in mille e mille mondi, sonori e poetici, musicali e letterari. Analizzarne le origini significa dunque leggere glistandard da una diversa angolazione, ponendo così la canzone in un luogo ancora da esplorare.
Dedicato alla musica jazz è anche il primo appuntamento nella provincia di Rovigo con Musikè giovani, la sezione di Musikèche anche quest’anno dedica quattro appuntamenti, due nel rodigino e due nel padovano, ai giovani talenti. Sabato 30 aprile, al Museo Regionale della Bonifica Ca' Vendramin di Taglio di Po (RO), si esibirà il Giulia Facco 5tet, capitanato dalla giovane pianista, compositrice e arrangiatrice padovana Giulia Facco, diplomata al Conservatorio di Rovigo. Il quintetto proporrà i brani di The Prophecy, album appena pubblicato le cui musiche sono legate al jazz modale e al blues, ma in una chiave personale che dà al progetto una sonorità molto ben definita, forte delle influenze di grandi maestri come Wayne Shorter, Thelonious Monk, Horace Silver, Enrico Pieranunzi. L’obiettivo è quello di mescolare echi tradizionali e suoni più moderni, mantenendo un’energia ritmica che accompagna l’ascoltatore in un viaggio dalle sfumature oniriche.
Tra jazz e world music si colloca il concerto di venerdì 13 maggio a Fontaniva (PD). Sul palco del Teatro Palladio si esibirà l’Hadouk Quartet di Didier Malherbe, musicista parigino acclamato in tutto il mondo come uno dei grandi maestri contemporanei degli strumenti a fiato. “Hadouk” è un gioco di parole basato sulla contrazione dei nomi degli strumenti dei due fondatori: l’hajouj (strumento a corda tipico delle regioni dell’Africa del nord) di Loy Ehrlich e il doudouk (oboe tradizionale armeno) di Didier Malherbe. Il risultato di questa fusione, cui contribuiscono le chitarre di Eric Löhrer e le percussioni di Jean-Luc Di Fraya, è una visione libera e totale della musica, incontro tra le musiche popolari del mondo filtrate dalla sensibilità e dalla tradizione ormai accademica del rock e del jazz europeo, francese in particolare.
Il prezioso ciclo di affreschi della Sala della Carità di Padova farà da fondale, lunedì 23 maggio, al secondo appuntamento con Musikè giovani, intitolato I liuti della Serenissima. Il Quartetto di Liuti da Milano, ensemble dedito al repertorio del Rinascimento e del primo Barocco italiano, dedicherà un concerto allo strumento musicale principe del Rinascimento, eseguendo musiche di Borrono, Capirola, Dalza, Desprez, Gaffurio e Spinacino.
Lunedì 30 maggio il grande teatro di Peppe Servillo incontrerà la grande musica dell’Ensemble Berlin (musicisti dei Berliner Philharmoniker) a Padova nella Sala dei Giganti al Liviano. L’occasione è Il borghese gentiluomo, una delle commedie di maggior successo di Molière, di cui Servillo ha fatto una personale riduzione, scegliendo per sé il ruolo di trait d’union tra la voce narrante, il protagonista e alcuni personaggi comprimari. Ne nasce un divertentissimo racconto fatto di allusioni colte e sostenuto dalla musica di Richard Strauss nell’elaborazione di Guy Braunstein per voce recitante e gruppo strumentale.
Venerdì 10 giugno l’ultimo appuntamento di Musikè prima della pausa estiva sarà con Musikè giovani: un omaggio a William Shakespeare nell’anniversario dei quattrocento anni dalla morte. Al Teatro Goldoni di Bagnoli di Sopra (PD) la giovane compagnia veneta Indiana Teatro porterà in scena, con la regia di Stefano Pagin, una nuova traduzione del Sogno di una notte di mezza estate firmata da Piermario Vescovo, docente all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Per differenziare i tre livelli linguistici presenti nella commedia, Vescovo ha scelto di tradurre in uno stratificato dialetto veneziano tutta la parte del mondo delle fate. Sua è anche la ricca traduzione in italiano dei dialoghi degli amanti e della corte, mentre le scene degli artigiani e la parte finale sono frutto dell’improvvisazione degli attori.
Dopo la pausa di luglio e agosto Musikè riprende la sua programmazione con due appuntamenti dedicati alla spiritualità e al dialogo interreligioso. Venerdì 23 settembre il Duomo Vecchio di Monselice (PD) ospiterà Voci sacre: tre fedi, un solo Dio, progetto della cantante Patrizia Bovi (con Françoise Atlan e Fadia Tomb El-Hage) che unisce la tradizione musicale vocale delle tre grandi religioni monoteistiche, dalla musica della chiesa maronita d’Oriente alla tradizione ebraica sefardita, dalla tradizione sufi alle preghiere della mistica Ildegarda di Bingen.
I canti d’amore e di lode delle comunità siro-cristiana, armena, musulmana e giudaica rivivranno anche venerdì 30 settembre al Tempio della Beata Vergine del Soccorso (La Rotonda) di Rovigo con il concerto-narrazione intitolato Lo splendore di Aleppo e dedicato alla città siriana, oggi in rovina, posta lungo l’antica via della seta, i cui cantori godevano di grande fama in tutto il Vicino Oriente. La memoria del patrimonio musicale aleppino è un simbolo storico di convivenza civile e rappresenta un tesoro culturale mediterraneo di inestimabile valore.
Un omaggio jazz ai ritmi e alle melodie della musica argentina è quello che il Madre Tierra Trio, insieme al francese Olivier Ker Ourio, uno dei più grandi suonatori di armonica jazz del mondo, proporrà venerdì 7 ottobre al Teatro Filarmonico di Piove di Sacco (PD). La Madre Tierra ossia la Pacha Mama, con tutto il suo carico simbolico e ancestrale, è il punto di partenza e di arrivo dell’indagine musicale del trio: i ritmi arcaici che tuttora risuonano in quella parte del continente sudamericano sono l’anima della scrittura compositiva del bassista Carlos “El Tero” Buschini, ottimamente sostenuta dall’interpretazione squisitamente jazz di tutto il gruppo. Un modo per suonare la musica della propria terra con il linguaggio universale del jazz.
Dopo le orchestre dei Conservatori di Padova, Rovigo e Adria, l’Orchestra Giovanile Nazionale di Turchia e la Theresia YouthBaroque Orchestra, Musikè giovani ospiterà quest’anno l’Orchestra Giovanile Italiana (OGI), fondata da Piero Farulli all’interno della Scuola di Musica di Fiesole, che in 30 anni di attività formativa ha contributo alla vita musicale del nostro Paese con oltre mille musicisti occupati stabilmente nelle orchestre sinfoniche italiane e straniere. Sabato 22 ottobre al Teatro Sociale di Rovigo l’orchestra diretta da John Axelrod, uno dei direttori più interessanti del panorama odierno, proporrà un programma interamente dedicato all’Italia, con musiche di Čaikovskij (Capriccio italiano), Respighi (I pini di Roma) e Strauss (Aus Italien).
Le musiche di Haendel, Broschi, Hasse e Vivaldi saranno al centro del concerto Sulla via della seta che La Magnifica Comunità, con Enrico Casazza nel ruolo di violino principale, proporrà sabato 5 novembre al Teatro Balzan di Badia Polesine (RO). Il programma a tema per Musikè, dedicato a quella strada d’Oriente che nel corso dei secoli ha affascinato viaggiatori e compositori, è impreziosito dalla voce di Vivica Genaux, una delle grandi cantanti della ribalta operistica mondiale grazie all’inconfondibile timbro, alla tecnica straordinaria e alla superlativa presenza scenica.
Dopo il grande successo dello spettacolo La semplicità ingannata, ospitato da Musikè nel 2013, tornerà sabato 12 novembre al Teatro Ballarin di Lendinara (RO) l’attrice e autrice teatrale Marta Cuscunà, con la nuova pièce intitolata Sorry, boys. Lo spettacolo metterà a fuoco alcune domande che riguardano gli uomini: come stanno oggi i giovani maschi? Che uomini adulti si preparano a diventare? Qual è il modello di mascolinità in cui si riconoscono e a cui aspirano? Se è vero che una società sbilanciata al maschile inevitabilmente li favorisce, non è altrettanto scontato che quel modello permetta loro di essere uomini felici.
La chiusura della rassegna 2016 sarà affidata alla danza, sabato 19 novembre all’Auditorium Comunale “Andrea Ferrari” di Camposampiero (PD). La compagnia Balletto di Roma porterà in scena l’Otello di Shakespeare su musiche di Dvořák, con Josè Perez nel ruolo di Otello. Il coreografo Fabrizio Monteverde ha rivisitato il testo shakespeariano lavorando sugli snodi psicologici che determinano l’ambiguo e complesso intreccio tra i protagonisti Otello, Desdemona e Cassio. Lo spettacolo propone una lettura provocatoria del testo, in cui anche le forzature enfatiche della musica di Dvořák trovano una loro pertinente e salutare collocazione, fungendo da contrappunto ironico all’azione dei personaggi.
Inizio spettacoli ore 21.00
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria su www.rassegnamusike.it

Informazioni:
tel. 345 7154654

Homini. Forma e Dinamica

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Verrà inaugurata martedì 12 aprile presso Boscolo Milano di C.so Matteotti, 4 aMilano l'esposizione dei Boga  “Homini. Forma e dinamica”  In mostra alcune sculture della collezione Homini rappresentativi della visione artistica dei Boga.

Dopo Giacometti, vicino al Surrealismo, ma anche all’Espressionismo, le sculture della serie degli “Homini” della collezione di ...quando il pensiero supera il gesto ...  dei Boga, rappresentano l’uomo per quello che è nella sua presenza , nella sua testimonianza di vita, nella sua esperienza, nei suoi ricordi. La ricerca dell’essenziale, La Forma, la Dinamica, che trattiene tutto il suo contenuto di vitalità, energia, taumaturgia sempre presente nelle opere dei Boga. L’informale che diventa formale, uguale ma diverso, un passo in avanti sulla strada della conoscenza. L’arte torna ad emozionare, tangibile e fruibile a tutti senza se e senza ma. L’Homino dinamico nella sua staticità è vivo.

I Boga sono tre fratelli artisti di Tradate (Varese), nati a Cesano Maderno. Imprenditori e artisti, dal 1979 seguono l’orma del padre, progettando e realizzando arredi di design con la loro azienda Habitaredi Tradate, che esportano in tutto il mondo. Sono anche grandi collezionisti di opere d’arte. La loro collezione privata annovera sculture di Rodin, Giacometti, Fontana, Marino Marini, Manzù e molti altri. Importante è anche la loro quadreria con dipinti che vanno dal ‘500 ai giorni nostri. Con le loro realizzazioni artistiche hanno sviluppato un vero e proprio movimento denominato “…quando il pensiero supera il gesto …”.  Il movimento nasce nel 1984 e ha come perno centrale la superiorità del pensiero rispetto al gesto tecnico.

HOMINI. FORMA E DINAMICA
Boscolo Milano Corso Matteotti, 4/6, 20121 Milano
Dal 12 al 17 aprile 2016
Inaugurazione martedì 12 aprile ore 18.30 
Informazioni al pubblico: info@thebogafoundation.it

Social network: facebook.com/quandoilpensierosuperailgesto #hominiformaedinamica

L’insostenibile peso dell’ “insicurezza sul lavoro”

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Accanto all’inestimabile perdita di vite umane (oltre due milioni 300 mila persone ogni anno) non possiamo trascurare lo sconcertante impatto economico: secondo l’ILO, malattie ed infortuni collegati al lavoro pesano per il 4 per cento del PIL mondiale ovvero per 2 mila 800 miliardi di dollari. Serve un esame di coscienza collettivo che parta dal mondo imprenditoriale per il bene dei collaboratori e per lo sviluppo economico di ogni Paese.

Di Mauro Rossato, ingegnere, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering.

Ogni anno nel mondo si contano 2,3 milioni di vittime sul lavoro: 350 mila gli infortuni mortali e 2 milioni sono coloro che muoiono per una malattia connessa al lavoro. A questo, poi, si aggiungono oltre 313 milioni di infortuni sul lavoro non mortali e si stimano in 160 milioni le persone che vivono una condizione di malattia - anche se non mortale - dovuta al lavoro.

Queste le più recenti stime dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) -  pubblicate nel 2013 -  che disegnano la mappatura mondiale delle condizioni di "insicurezza nei luoghi di lavoro”.  

Uno scenario a dir poco drammatico per l’inestimabile perdita di vite umane e per l’indicibile sofferenza delle famiglie delle vittime, a cui si accompagna anche un altro sconcertante bilancio: quello dell’impatto economico provocato da infortuni e malattie sul lavoro. 

Sempre secondo i dati ILO, infatti, le ore di lavoro perse insieme al risarcimento dei lavoratori, all’interruzione della produzione e alle spese mediche, ammontano al 4 per cento del PIL globale (circa 2.800 miliardi di dollari). E in Italia si arriva ad un impatto pari al 3 per cento del PIL nazionale per infortuni e malattie professionali.

Contemporaneamente, da uno studio dell’Associazione Internazionale di Sicurezza Sociale sul rendimento della prevenzione, si scopre che per ogni euro investito annualmente per un lavoratore, una impresa può contare su un ritorno economico pari a 2,20 euro.

Ecco come l’investimento in sicurezza si traduce concretamente in un vantaggio per l’azienda sensibile e a norma. Un approccio alla tutela dei lavoratori che sembra ancora distante dalla quotidiana gestione imprenditoriale e che tocca un po’ tutti i paesi.

Noi, come Osservatorio, da oltre cinque anni ci impegniamo quotidianamente per la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro; un percorso importante che, dal 2014, si è rafforzato anche attraverso il Progetto “Lavora Sicuro” con convegni e seminari gratuiti in tutta Italia; e che, nei primi due anni di attività, ha dato vita ad oltre 50 eventi formativi che hanno accolto in due anni oltre 2200 partecipanti provenienti da tutto il Paese.

Un itinerario ambizioso che portiamo avanti con la consapevolezza di muoverci in un panorama come quello italiano che, purtroppo, primeggia a livello europeo quanto a vittime sul lavoro.

In Europa nel 2012, sulle oltre 3.900 morti bianche registrate da Eurostat, ad esclusione di quelle avvenute in itinere, è proprio l’Italia ad emergere e ad indossare la maglia nera in Europa con 604 vittime. Un record negativo a cui fa seguito quello della Francia in cui vengono rilevati 576 morti sul lavoro; seguono quindi: Germania (516 lavoratori deceduti), Polonia (350), Spagna (299) e Romania (276).

E, osservando le elaborazioni statistiche relative al 2009, si tratta di una graduatoria piuttosto stabile. Così è sempre l’Italia ad essere sul triste podio delle morti bianche in Europa con 703 vittime, seguita dalla Francia (557), dalla Germania (489), dalla Romania (411) dalla Polonia (406) e dalla Spagna (390).

Una situazione che come esperti di sicurezza nei luoghi di lavoro siamo costretti a confermare anche sulla base dell’esperienza quinquennale delle rilevazioni del nostro Osservatorio che individua luoghi, settori e cause degli infortuni mortali. 

Rimane, quindi, evidente ed urgente una riflessione collettiva che parta dal mondo imprenditoriale per il bene dei collaboratori e per lo sviluppo economico del Paese. Ma l’esame di coscienza deve anche e soprattutto coinvolgere la politica e gli organi di sorveglianza affinché i controlli e le ispezioni vengano intensificati e gli evasori della sicurezza sanzionati. Per questo invitiamo gli amministratori del nostro Paese e tutti gli operatori della prevenzione degli infortuni sul lavoro ad investire sulla continua formazione dei lavoratori, a tutti i livelli aziendali, senza trascurare lo studio delle modalità con le quali si giunge all’infortunio per aiutare i tecnici impegnati nella valutazione dei rischi e nella riduzione degli infortuni.

"Il male oscuro della democrazia" con Toni Andreetta su Giuseppe Berto

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La Cittàdi Piazzola sul Brenta il 9 aprile alle ore 17.30 propone presso la Biblioteca comunale la performance elaborata e diretta da Guido Rebustello Il male oscuro della democrazia con Toni Andreetta e Marzia Vaccese. Si tratta di una sorta di intervista impossibile allo scrittore Giuseppe Berto (1914 -1978), costituita da alcune riflessioni di grande attualità espresse dallo stesso Berto nel suo libro “Modesta proposta per prevenire….”del 1971, un pamphlet che ebbe un certo successo di pubblico per i suoi contenuti irriverenti e graffianti nei riguardi della classe politica, giudicata corrotta e inaffidabile, complice una borghesia depressa e incapace di reagire al malcostume. Conosciuto soprattutto per il suo romanzo Il male oscuro del 1964 vincitore del premio Campiello e per essere stato l’autore del soggetto e della sceneggiatura del film Anonimo veneziano, Giuseppe Berto si tenne sempre lontano dai gruppi letterari e dai salotti e forse per questo la critica con lui non fu mai del tutto benevola.
Toni Andreetta
Ecco allora lo stesso Giuseppe Berto raccontare in forma di incontro immaginario paradossi e anomalie della politica italiana degli anni ’70 del secolo scorso, un’Italia incapace di riformarsi e aggiornarsi ai primi segni delle potenti trasformazioni che stavano maturando sul piano globale. Berto, difensore dell’individualità, si avventa contro la burocrazia e contro i partiti, grossi e piccoli, responsabili di aver guastato la struttura democratica e lancia strali contro l’ipocrisia parlamentare, il sottogoverno, l’affarismo, la corruzione, gli intrallazzi. 
Giuseppe Berto
«Alla prima lettura del copione che Guido Rebustello ha tratto dal libello polemico di Berto, sono stato impressionato dall’originalità e dall’attualità dei suoi contenuti» racconta Toni Andreetta  «soprattutto mi ha colpito l’orrore che l’autore trevigiano manifesta per ogni fondamentalismo  materialista, metafisico o religioso che abbia come fine l’annullamento della libertà dell’individuo».
“A rileggere oggi i suoi libri cresce la sensazione di trovarsi di fronte a uno degli scrittori più significativi del secondo Novecento a uno dei pochi che sia riuscito a raccontare l'avventura esistenziale della sua generazione, quella che attraversò il cuore del secolo e le sue tragiche, laceranti contraddizioni. Eppure Berto non cede a nessuno sconforto e guarda con ironia le cose del mondo e i comportamenti degli uomini, le loro contraddizioni e il quotidiano affannarsi per un po' di successo...” Cesare De Michelis

“Tutto cambia”: Intervista con il rapper Peligro

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di Francesca Monti

Venerdì 8 aprile esce “Tutto cambia”, il nuovo album del talentuoso rapper milanese Peligro. Il disco (Bollettino Edizioni Musicali/Artist First) è composto da 9 brani legati tra loro dal tema dall’amore, del ricordo e del coraggio che serve per affrontare il proprio futuro. Per la produzione artistica dei brani, Peligro si è affidato a un singolo team di beat maker, il 21gr. Team.

Peligro, all’anagrafe Andrea Mietta, è un rapper milanese classe ’92. Nel 2011 scrive il suo primo album, “Scontento”, il cui coordinamento artistico è affidato al produttore argentino Hernan Brando (Hotel Buena Vida). Nel 2012 pubblica “EP-Centro”, realizzato in collaborazione con due rapper della scena milanese (Rike e Seppiah). I 6 brani contenuti nell’EP sono stati interamente scritti e registrati in una singola notte. Nel 2013 esce il suo secondo album, “Musica Dannata”, diretto nuovamente da Hernan Brando. Nel 2015, Peligro pubblica il disco in tre parti “Training Camp pt.1”, “Training Camp pt.2” e “Training Camp pt.3”.

In questa intervista (grazie a Valeria Riccobono), abbiamo parlato con Peligro del nuovo disco “Tutto cambia”, dell’omonimo singolo (in uscita sempre l’8 aprile) e delle collaborazioni con Ylenia Lucisano e i Laica.

Questa la tracklist di “Tutto cambia”:“Ogni Secondo, Ogni Minuto”; ”Tutto Cambia”; “Dove Arrivi (Ti Odio E Ti Amo)” feat. Ylenia Lucisano; “L’Obiettivo”; “Sopra Di Noi, Sopra Di Voi”; “Dare Di Più” [Scratch by Dj Zeus]; “Mi Piace Così”; “La TuaÈ La Mia”; “Partirei”feat. Laica.

Andrea, l’8 aprile esce “Tutto cambia”, il tuo nuovo disco che rappresenta una sorta di rinascita per te. Com’è nato questo progetto?

“L’idea originale del progetto è nata dall’incontro con i 21gr.Team, che hanno curato la produzione di tutte le strumentali dell’album. Questo disco era nato per essere scritto a quattro mani e interpretato a due voci, ma poi le cose sono cambiate. C’è stato un vero e proprio stop durante la sua realizzazione. Dal nulla mi sono trovato a riscrivere un disco quasi finito dal principio e a dover lasciare alle spalle il passato e tutto il lavoro che era stato fatto. Fortunatamente, una volta ricominciato a lavorarci, l’album ha preso forma quasi spontaneamente. Probabilmente avevo le idee più chiare di quanto io stesso pensassi”.

I 9 brani presenti nell’album hanno come filo conduttore il tema dall’amore, del ricordo e del coraggio che serve per affrontare il proprio futuro…

“C’è più di un filo che collega i brani del disco. Innanzitutto ogni canzone, pur parlando ognuna di un tema differente dalle altre, sviluppa una riflessione sul cambiamento. Cambiare stato d’animo, cambiare città, cambiare abitudini, cambiare priorità… ogni cambiamento è unico e contemporaneamente legato agli altri. C’è poi un secondo filo conduttore tra le canzoni, cioè la pasta sonora. La mia scelta di lavorare ogni brano con lo stesso team di produzione aveva esattamente questa finalità. Volevo dare a “Tutto Cambia” una veste di omogeneità, far capire già dal primo ascolto che ogni canzone appartiene allo stesso grande racconto”.

Tutto cambia” è la title-track del disco e affronta il tema del cambiamento come sfida personale…

“È vero. Certi cambiamenti vengono subiti, ma ci sono volte in cui si sente il bisogno di prendere in mano la propria vita e dare un taglio netto al passato. Alcuni cambiamenti non sono stati facili da mettere in atto, quindi affrontarli come sfida personale era per me il modo migliore per agire. Oggi ne sento i benefici”.

Come sono nate le collaborazioni con Ylenia Lucisano e i Laica?

“L’incontro artistico con i Laica è avvenuto per amicizie in comune. Ero già a conoscenza della loro inclinazione cantautorale e ho pensato che la voce di Annaclara fosse perfetta per un brano come “Partirei”. Di Ylenia mi ha parlato per la prima volta Francesca, la mia Music Runner. In seguito ho ascoltato il suo album “Piccolo Universo” e ho pensato che sarebbe stato affascinante proporre un remake di una sua canzone, “Ti Odio e Ti Amo”, rivisitata in chiave Rap. Abbiamo proposto la cosa a Riccardo Vitanza, il mio editore e ufficio stampa nonché il produttore di Ylenia, e l’idea gli è piaciuta”.

La canzone “La tua la mia” parla di un’altra tua grande passione, il basket, e usa questo sport come metafora della vita per dire che il talento, se non viene coltivato, serve a poco…

“Esatto. Quando nel brano dico “Con il talento vinci le partite, non le stagioni” intendo proprio questo. Penso che il talento non sia nulla senza applicazione costante. Per rendere l’idea, il genio di Mozart lo distingueva da Salieri, che era “solo” un grande compositore e didatta, ma se Mozart non si fosse applicato, penso che il genio da solo non sarebbe mai bastato”.

Come mai hai scelto Peligro come nome d’arte?

“È una storiella simpatica (ride). I miei primi due dischi sono stati prodotti da Hernan Brando (ex voce degli Hotel Buena Vida), originario di Buenos Aires, quindi di madrelingua spagnola. Mi fido ciecamente di lui e una mattina mi ha telefonato euforico e mi ha detto: “L’ho sognato, l’ho sognato! Tu ti chiamerai Peligro!”. Ci siamo fatti una risata, però poi a mente fredda ci siamo confrontati e ci siamo detti: “Suona bene… perché no?”.

Cosa ne pensi della scena rap italiana attuale?

“Penso che ci siano tantissimi artisti validi e che il livello sia molto alto. Musicalmente non apprezzo molte delle cose che escono, ma è una questione di gusto personale, quindi lascia il tempo che trova. In generale, mi piacerebbe vedere più propensione alla sperimentazione”.

All’uscita del disco seguirà un tour?

“Non è stato ancora programmato, ma ci stiamo lavorando”.

LIBRI CONSIGLIATI N°270

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Banche: possiamo ancora fidarci?
Rampini Federico
€ 15,00
2016, 123 p., brossura
Mondadori (collana Strade blu. Non Fiction)
Il 2015 verrà ricordato per uno shock a cui gli italiani non erano abituati né preparati. Sono fallite delle banche. Piccole, ma non trascurabili. La protezione del risparmio è stata messa in dubbio. Un brivido di paura si è diffuso perfino tra i clienti di altre banche più grosse e più solide, perché nel frattempo entravano in vigore nuove regole, imposte dall'Europa, che comportano maggiori rischi per i risparmiatori. Sono così venute alla luce storie tragiche: cittadini ingannati, titoli insicuri venduti agli sportelli bancari, obbligazioni travolte nei crac. In parallelo, brividi di paura sulla tenuta delle banche si sono manifestati anche in altre parti del mondo: in Cina e persino nell'insospettabile Germania. E a preoccuparci non ci sono solo le banche private, quelle dove abbiamo i conti correnti e i libretti di risparmio. Anche quelle che stanno molto al di sopra, le istituzioni che dovrebbero governare la moneta e l'economia, non offrono certezze. In America, nell'Eurozona o in Giappone, la debolezza dell'economia ha rivelato errori e limiti delle banche centrali. In un'epoca come questa, in cui i redditi da lavoro diventano incerti o precari, il risparmio è ancora più importante che in passato. Ma possiamo fidarci di chi ce lo gestisce? Quali precauzioni dobbiamo prendere per evitare di essere defraudati, impoveriti? Nel 2013 Federico Rampini scriveva: «I grandi banditi del nostro tempo sono i banchieri. La crisi iniziata nel 2007 nel settore della finanza americana, poi dilagata ad ampiezza sistemica nel 2008 fino a contagiare l'economia reale di tutto l'Occidente, ebbe la sua causa scatenante in comportamenti perversi dei banchieri». Da allora, siamo sicuri che il mondo sia cambiato? Abbiamo appreso le lezioni di quella crisi, per evitare una ricaduta? O, al contrario, le cause profonde non sono state veramente aggredite né tantomeno sanate?


Gli effetti indesiderati
Gentile Roberta
€ 17,00
2016, 171 p., rilegato
Frassinelli
Gli effetti indesiderati, romanzo d’esordio di Roberta Gentile, è la storia di un giovane, brillante ingegnere a cui, intorno ai trent’anni, viene diagnosticato il Parkinson. La sua vita, tra amici, familiari e lavoro, è stravolta da un uragano impazzito che agisce sui movimenti e sui pensieri. I farmaci assunti e il decorso della malattia trasformano velocemente la sua esistenza in un susseguirsi di eventi, reali e immaginari, in cui il tempo e la logica lasciano il posto al caos e all’irrazionale. Un romanzo forte e struggente a tratti ironico, sempre coinvolgente. Un ritratto crudo e allo stesso tempo poetico che racconta con un linguaggio diretto e universale lo stato d’animo di una persona che assiste giorno dopo giorno alla trasformazione e alla degenerazione del suo corpo e della sua mente.


Sotto un altro cielo
AA.VV.
€ 15,00
2016, 167 p., brossura
Laurana Editore (collana Rimmel narrativa italiana)
Questo è un libro che parla di fuga, di viaggi, di migrazioni. Dell'impossibilità di rimanere. Del bisogno di cercare e di trovare un altro luogo. Dieci narratori, dieci importanti firme, ci raccontano storie di fuga, di ricerca di un mondo in cui valga la pena di vivere. Non ci sono buoni e cattivi, ma donne, uomini e bambini che cappano. Scappano dalla fame, dalla miseria, dalla guerra, dalla morte. Donne e uomini e intere famiglie che abbandonano il loro passato, superano frontiere in cerca di una speranza. Persone che lottano perché vogliono vivere. Persone che hanno il desiderio di un futuro migliore. Racconti. Storie immaginate, inventate, non vere. Ma appunto per questo universali, perché le raccolgono tutte.

Camminerai con il sole
Mateo-Sagasta Alfonso
Traduttore: Bovaia R.
€ 17,50
2016, 269 p., brossura
Guanda (collana La frontiera scomparsa)
Novembre 1536. Il governatore del Guatemala informa con una missiva il governo spagnolo della morte di Gonzalo Guerrero, traditore passato dalla parte del popolo Maya, che per lungo tempo aveva contrastato l'azione dei conquistadores nella selva dello Yucatán. Questa favola ribelle comincia venti anni prima, quando alcuni naufraghi spagnoli sono catturati da un gruppo di indios su una spiaggia dell'odierna costa sud della Giamaica. Dopo otto anni di semi-schiavitù restano solo due superstiti; Jerónimo de Aguilar, che, non tollerando oltre la sua condizione, riesce a fuggire per imbarcarsi con gli avventurieri di Hernán Cortés, e Gonzalo Guerrero, che decide al contrario di rimanere con i suoi carcerieri, divenendo ben presto un capo riconosciuto, prezioso per la sua esperienza militare, astuto e feroce nel combattere l'invasore spagnolo. Un eroe o un traditore? Forse entrambi; soprattutto un uomo capace di guardare con occhi diversi il nuovo mondo. 


I racconti
Del Giudice Daniele
€ 19,00
2016, XVII-225 p., brossura
Einaudi (collana Letture Einaudi)
Emmanuel Carrère, intervistato recentemente da un giornalista italiano, alla domanda “quali scrittori italiani conosce e apprezza?” ha risposto un solo nome: Daniele Del Giudice. E così per tanti scrittori e critici stranieri è ancora lui lo scrittore italiano con cui confrontarsi. In Italia invece le cose sono cambiate rapidamente. Quando uscivano i suoi libri era un evento per critici e lettori, oggi nessuno sembra più ricordarsi di lui. Questo volume raccoglie tutti i suoi racconti: Nel museo di Reims (pubblicato in un volumetto a sé), L’orecchio assoluto, Evil Live, Fuga, Dillon Bay, Com’è adesso, Come cometa (raccolti in Mania), Il mercante del tempo (raccolto in In questa luce). Se teniamo presente che la narrativa breve può essere considerata la quintessenza dell’idea di letteratura di Del Giudice, all’incrocio fra percezione e mistero, questo volume è una via naturale per rileggerlo e rivalutarlo. E la prefazione di Tiziano Scarpa è la testimonianza di come Del Giudice possa continuare ad essere un punto di riferimento importante per uno scrittore delle generazioni successive.

Leggere. Un gioco da ragazzi
Quarzo Guido; Vivarelli Anna
€ 10,00
2016, 63 p., brossura
Salani
Leggere stimola la fantasia e la riflessione, aiuta a rilassarsi e a vincere la solitudine, sviluppa l'empatia e il senso critico. Eppure in Italia i lettori, sia giovani sia adulti, sono pochi, una specie di setta in cui sembra sia difficile entrare. La passione per i libri è come un contagio, che può avvenire solo se favorito dalla società. Ma quali sono gli ostacoli che un giovane lettore può incontrare sulla sua strada? In che modo la società può diffondere il suo 'contagio'? E perché poi dovrebbe farlo? In un periodo di grande attenzione verso l'intero sistema educativo in Italia, due grandi autori di letteratura per l'infanzia, Guido Quarzo e Anna Vivarelli, propongono interessanti e utili consigli per invogliare i ragazzi a leggere, nonostante le mille distrazioni e i messaggi a volte fuorvianti della società.


Sotto le ciglia chissà. I diari
De André Fabrizio
€ 19,50
2016, 237 p., rilegato
Mondadori (collana Ingrandimenti)
Fabrizio De André prendeva molti appunti. Su un'agenda, o qualunque pezzo di carta, annotava idee, pensieri, versi di canzoni, brani dei libri che stava leggendo e che l'avevano colpito. Quegli appunti potevano diventare canzoni, o monologhi che poi recitava durante i concerti, o restare semplicemente dei promemoria, tracce da elaborare o comunque da conservare. In ogni caso, a leggerle oggi, preziose testimonianze di un percorso intellettuale, terreno di coltura di una poetica, pillole di autobiografia di una mente fervida, curiosa, affascinante. Quelle agende sono decine, e sono conservate tutte nell'archivio dei suoi scritti all'Università di Siena. Oggi la Fondazione a lui intitolata ha deciso di pubblicare alcuni di quegli appunti, in un volume che li raccoglie e li mette a disposizione di tutti gli orfani di Faber.


Il caso Majakovskij
Pérez Vernetti-Blina Laura
Traduttore: Satta F.
€ 15,00
2016, 56 p., ill., brossura
Coconino Press (collana Flaunt it)
Cantore della rivoluzione sovietica. Nemico dei grigi burocrati. Artista di punta dell'avanguardia futurista, affamato di vita, devoto all'arte e alle donne. Chi era davvero Vladimir Majakovskij? Lui si definiva l'ultimo dei poeti. Una grande autrice spagnola ci racconta la sua breve, bruciante esistenza e la sua tragica fine. Trasformando i suoi versi più celebri in una visionaria e appassionata narrazione a fumetti.

Alla ricerca della pecora Fassina. Manuale per compagni incazzati, stanchi, smarriti ma sempre compagni
Staino Sergio
€ 16,00
2016, 288 p., ill., rilegato
Giunti Editore (collana Scrittori Giunti)
È da anni che Bobo cerca di essere un uomo mediamente retto, un militante appassionato ma non fazioso, un tesserato critico ma sostanzialmente fedele alle direttive del suo partito, il PD. E però è difficile, più difficile ogni giorno che passa. Così, quando decide di partire alla ricerca di Fassina, la pecorella che si è smarrita, Bobo capisce di essersi imbarcato in un'impresa sovrumana. Tanto per cominciare, non è affatto sicuro che Matteo gli sia grato, anzi, è assai più probabile che non gliene freghi nulla, se non peggio. E la giungla politica italiana è veramente infida, anche per l'uomo più avventuroso. Come sopravvivere alle più svariate tagliole, ai filtri di Grillo e Casaleggio, al lazo di Matteo che ondeggia giù dall'elicottero o ai diktat di Angelino, quando dei tuoi vecchi compagni, Molotov è tentato dai 5 Stelle, Walter si è perso dietro ai suoi sogni cinematografici, Gianni è ormai un attore scespiriano che interroga i teschi, i vecchi saggi Eugenio Scalfari e Romano Prodi parlano da soli, e l'unico sodale su cui fare affidamento è uno zingarello chiamato Marlonbrando? Con gli eterni temi, drammi, ferite e spaccature della sinistra italiana, Staino costruisce un vero e proprio romanzo a fumetti, un'avventura che di romanzesco ha i personaggi principali e i comprimari, i vivi e i fantasmi, i colpi di scena e i fili conduttori, gli eroi e i buffoni, forse più i secondi che i primi. Si ride, insomma, di questo teatrino rissaiolo della politica italiana.

Mestre 1915-1918. Parole dalla Guerra. Lettere e documenti dall'archivio del Duomo
Barizza Sergio; Sorteni Stefano
€ 10,00
2016, 180 p., ill., brossura
UPM - Univ. Popolare Mestre
Nella Grande Guerra si parla di due fronti, quello interno e quello esterno, ma da queste pagine emerge che oggi è possibile individuarne uno solo, quello della sofferenza. Civili e militari, tutti vittime, tutti affratellati dall'esperienza disumana dell'evento bellico. Attraverso accurate ricerche, e la riproposizione delle lettere conservate nell'archivio del Duomo di Mestre, affiorano dal buio dell'oblio voci e nomi di chi era stato dimenticato e di chi, altrimenti, con il succedersi delle generazioni, correva il rischio di esserlo o di trasformarsi nel mero succedersi di lettere inciso sulla pietra di una lapide.

*descrizioni a cura delle rispettive case editrici. 

Sabato 16 aprile a Lagonegro, si terrà l’evento “E’ destino d’autore il cammino”, con l’intitolazione della piazza della città all’indimenticabile Mango

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“Forse non sai che respiro di te lampi di sole m'innamorai del silenzio che è in te tu sei il fiore del mondo, ed io un'altra vita non ho, tu sei il fiore più bello del mondo”(Mango, “Fiore del mondo”)


Sabato 16 aprile a Lagonegro (Pz), si terrà l’evento “E’ destino d’autore il cammino”, organizzato dall’Amministrazione Comunale della città in collaborazione con il Monna Lisa Museum e l’Associazione Frascati Poesia, e dedicato all’indimenticabile cantautore Pino Mango scomparso nel 2014. Il programma prevede alle 16,30 l’intitolazione a Mango della Piazza di Lagonegro, alle 17 l’intervista a Mogol curata da Arnaldo Colasanti, e alle 18 l’inaugurazione di una mostra fotografica permanente dal nome "E' destino d'autore il cammino", dedicata sempre all'artista lucano, presso Palazzo Corrado. Una bella iniziativa per ricordare uno dei più grandi cantautori della musica italiana, che con le sue canzoni, vere e proprie poesie in musica, ci ha regalato e continua a regalarci infinite emozioni.

Buona la prima e…anche la seconda per il nuovo varietà di Raiuno “Laura&Paola”

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Buona la prima e…anche la seconda per il nuovo varietà di Raiuno “Laura&Paola”, condotto da Laura Pausini e Paola Cortellesi. Ieri, venerdì 8 aprile, lo show è stato seguito da 4 milioni 931mila spettatori con uno share del 20.86%. Il secondo appuntamento ha confermato quanto visto nella prima serata di “Laura&Paola”, cioè la nascita di una nuova stella televisiva, Laura Pausini, che oltre ad essere una straordinaria cantante, ha una naturale simpatia e capacità di intrattenere il pubblico, e la bravura di Paola Cortellesi, un’artista con la Amaiuscola, capace di cantare, imitare, far ridere ma anche emozionare con le sue interpretazioni.

Le due conduttrici hanno aperto la seconda serata con un medley delle più belle canzoni italiane degli anni ’90 e poi hanno accolto sul palco tanti prestigiosi ospiti, a cominciare da Luca Zingaretti che nei panni di Gino Paoli ha cantato “Senza fine” con la Pausiniche ha imitato Ornella Vanoni, passando per Francesca Michielin, che ha interpretato “Nessun grado di separazione”, brano con cui è arrivata seconda al Festival di Sanremo 2016 e con il quale rappresenterà l’Italia il 14 maggio a Stoccolma, all’Eurovision Song Contest, per arrivare a Claudia Gerini e Margherita Buy, protagoniste del film “Nemiche per la pelle”, in uscita al cinema il 14 aprile, che si sono prestate a partecipare a simpatici sketch. E ancora l’elegante cerimoniere, il giornalista Franco Di Mare, Fabrizio Frizzi che ha condotto un divertente quiz con le conduttrici e la coppia Gerini-Buy, e la star internazionale della serata, Kevin Kostner, che ha ripercorso la sua carriera attraverso le immagini di alcuni suoi celebri film, come Robin Hood e Guardia del corpo fino ad arrivare all’ultimo “Criminal”, in uscita nelle sale cinematografiche il 13 aprile, ricordando anche la grande Whitney Houston.

Nel corso della serata c’è stato spazio per gli esilaranti personaggi interpretati da Paola Cortellesi, come Franca Leosini e l’inviata Silvana, per il divertente brano “Il bagno delle donne”, per l’intensa “Invece no” cantata da Laura Pausini che ha poi invitato tutti a “dire ti amo alle persone a cui teniamo”, e per un omaggio a Burt Bacharach.

Uno dei momenti più emozionanti dello show ha visto protagonisti Giuliano Sangiorgi, al piano, e Paola Cortellesi con l’attore Claudio Santamaria che hanno portato sul palco un monologo scritto da Massimiliano Bruno incentrato sul tema della violenza sulle donne, una problematica purtroppo molto attuale. Santamaria ha recitato nei panni di Giorgio, un uomo possessivo e violento, mentre Paola ha interpretato Valentina, una giovane donna che crede nell’amore e per questo sopporta un rapporto “malato” e subisce le violenze del marito, che giustifica le sue azioni ignobili dicendo: “I lividi se li è fatti da sola”. La Cortellesi ha concluso il monologo dicendo: “Forse ho sbagliato a sognare Candy Candy o Julia Roberts. Non ho sbagliato ad andare via. Non è colpa mia”, un messaggio sociale importante che speriamo arrivi a tante donne e dia loro il coraggio di denunciare le violenze e fuggire dai loro aguzzini. 
Al termine Laura Pausini e Giuliano Sangiorgi hanno cantato “Sono solo nuvole”, una romantica canzone scritta dal leader dei Negramaro per la cantante di Solarolo e contenuta nel suo ultimo disco “Simili”. La band salentina ha poi interpretato anche “Attenta”, uno dei brani di grande successo contenuti nell’album “La rivoluzione sta arrivando”.

Gran finale con il ritorno delle Spice Girls, il famoso gruppo al femminile che ha spopolato negli anni ’90, con una formazione tutta made in Italy, composta da Paola Cortellesi (Mel C.), Laura Pausini (Geri Halliwell), Francesca Michielin (Emma Bunton), Margherita Buy (Mel B.) e Claudia Gerini (Victoria Beckham) che hanno cantato un medley di “Viva forever”, Stop” e “Wannabe”.

L’appuntamento con “Laura&Paola” è per venerdì 15 aprile, con la terza e ultima serata dello show.

“Nel respiro del mondo”: Intervista con Federico Zampaglione dei Tiromancino: “Il mare è il filo conduttore di questo disco”

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di Francesca Monti
“Nel respiro del mondo” è il nuovo e attesissimo album dei Tiromancino, uscito l’8 aprile. Dopo il grande successo del disco "Indagine su un sentimento" e dei singoli "Liberi" e "Immagini che lasciano il segno", la band capitanata da Federico Zampaglione torna sulla scena con un nuovo lavoro, caratterizzato da sonorità fresche e da un filo conduttore, quello del mare, come metafora della vita. Il disco è stato anticipato dal singolo "Piccoli miracoli", prodotto da Luca Chiaravalli e scritto (musica e testo) da Federico Zampaglione, dedicato a tutte le donne, al loro grande coraggio e alla forte determinazione di fronte agli obiettivi da raggiungere.
Abbiamo incontrato Federico Zampaglione presso gli uffici della Sony e parlato con lui del disco “Nel respiro del mondo”.
Federico, al centro del nuovo disco “Nel respiro del mondo” c’è il mare, come metafora della vita…

“Il mare è il filo conduttore per dare un colore a questo disco, per renderlo un po’ unitario. Infatti il rischio è che gli album diventino una compilation di pezzi diversi l’uno dall’altro che magari hanno poco in comune e allora in questo senso c’era un’idea cinematografica, come se ogni pezzo fosse una scena di una pellicola. Volevo creare un ambiente dove muoversi, riuscire a raccontare sentimenti e visioni diverse tra loro ma utilizzando quella situazione di fondo, quel mood che unisce tutti i pezzi, altrimenti non avrebbe senso fare un album. In questo disco penso che il mare sia stato il collante, che mi ha ispirato a guardare la realtà attraverso questa lente e ad arrivare a varie conclusioni, a utilizzare le onde come elemento emotivo, come metafora di una vita quotidiana in costante movimento, ma che ha anche un senso di eternità, inoltre è un invito a non essere mai stanchi di cercare, di vivere. Poi il mare può essere un luogo di pace, di isolamento, dove ti sospendi, una dimensione più intimistica a contatto con la natura che respira, ma può essere anche un luogo desolato, che ti mette malinconia, come nel pezzo “Mare aperto”, stare in mezzo al mare ti fa sentire solo come un naufrago. Questo è il brano più malinconico del disco e mi piacerebbe che uscisse come singolo. Poi c’è il mare vissuto come avventura, come un viaggio, come luogo magico nel brano “Onda che vai”, o come incontro con altre culture e civiltà come in “Molo 4”. Quindi c’era questo elemento sullo sfondo che serviva nei pezzi per dar loro un sapore, un odore, una particolarità, e poi si è riversato anche nei suoni, non mi venivano in mente sonorità troppo metalliche, avevo pensato alle percussioni nella prima fase di produzione poi anche con Chiaravalli c’è stata l’idea di usare un’elettronica calda, che avesse il movimento di fondo che richiamava le onde. Alla fine credo che il mio essere anche regista mi aiuti, se uno fa un film thriller, in ogni scena che giri metti quel velo di inquietudine perché devi trasmettere allo spettatore quello stato d’animo, in un film romantico cerchi cose che ti scaldano il cuore, lo stesso ho provato a fare per questo disco. “Indagine di un sentimento” era molto ispirato dalla città metropolitana, invece “Nel respiro del mondo” prende ispirazione dalla natura. La scaletta è ragionata sia dal punto di vista ritmico che degli argomenti trattati. C’è un inizio e una fine, primo, secondo e terzo atto, come in un film, ho la sensazione di raccontare una storia che si apre e si chiude in quel modo. Molte cose rimangono dentro e ti cambiano la vita, conoscenze, persone, luoghi che restano lì nella tua coscienza e riemergono per rievocare degli stati d’animo. Quel ricordo porta con sé parole, suoni. Faccio leva su questo per cercare anche l’ispirazione”.
Questa freschezza e positività che si sente nel disco deriva da un’esigenza sonora o anche da un tuo stato d’animo?

“Nel periodo 2012-2013 ho vissuto gli anni più difficili della mia vita e poi c’è stata una rinascita. Questo disco tira fuori anche un po’ più il lato positivo e ottimistico, perché di motivi per eccedere in negatività questo Paese ne dà a migliaia, quindi o si cerca di andare avanti, di avere degli stimoli, altrimenti se uno sta a guardare sempre quello che non va, si mette a letto a luci spente e non esce più di casa. E allora qui c’è stata una reazione, anche in “Piccoli Miracoli”, perché è vero che ci sono tante cose che non vanno ma ci sono anche tante piccole cose che sono dei miracoli, come la vita stessa, alzarsi la mattina, avere una giornata da vivere, sapere di avere intorno persone che ti vogliono bene. E’ un grande privilegio. Allora ripartiamo da qui, in qualche modo. Una volta che ritrovi quel piacere anche quello che hai intorno trova un senso. “Piccoli miracoli” è un pezzo importante per questo disco, è stato uno dei primi che ho scritto, ho preso subito fiducia perché ho capito che poteva venire un disco arioso, con un messaggio ottimista e così è stato”.

Com’è nato questo disco a cui hai lavorato insieme a tuo padre Domenico per la stesura dei testi?

“Avevo un po’ di materiale tra le mani, dei testi ancora in fase di definizione, e lì ho deciso di voler fare un album con il tema centrale del mare. Siccome anche mio padre è un appassionato del mare, abbiamo vissuto estate bellissime insieme, passate a pescare negli anni 70-80 e ci sono tante suggestioni letterarie e cinematografiche che vengono dal mare, siamo stati subito gasatissimi all’idea di lavorare a questo progetto. Lui aveva scritto dei testi, io altri versi, così sono andato in questa casa in riva al mare con il fonico e sono stato un po’ di tempo a riorganizzare il materiale. Ho portato delle chitarre, molte acustiche. Ero partito pieno di percussioni, avevo preso delle cose assurde, conchiglie, anfore, legnetti, con delle sonorità particolari, che non avevo mai utilizzato, ma lì ho capito che era arrivato il momento di fare degli esperimenti nuovi. Allora ho impostato la prima fase compositiva dei pezzi, lasciandoli molto semplici, chitarra, voce, percussioni e in alcuni il basso, poi questo materiale è arrivato tra le mani di Luca Chiaravalli che ha tenuto quasi tutte le voci che erano state registrare, tutte le percussioni e le chitarre. Di solito i miei dischi erano più urbani, vivendo a Roma ti porti dentro quel suono non solare, invece qui ho fatto un percorso diverso”.

Nel brano “Come musica per sempre” canti “sentire l’amore che cresce come musica per sempre”. Pensi che la musica possa realmente farci stare bene nonostante tutto ciò che in questo momento ci circonda?

“Assolutamente sì, in generale l’arte ti porta da altre parti, ti fa sognare, vedere degli scenari diversi, ti fa fare dei viaggi con la mente. Per me che faccio il musicista l’idea della musica è imprescindibile dalla vita stessa, non potrei mai pensare alla mia vita senza la musica, senza suonare, e quel testo lì parla di questo ipotetico viaggio non verso un luogo diverso ma verso un’altra vita dove riscopri un’altra volta l’amore per la musica. Quindi anche a me quel pezzo dà un senso di energia positiva. Le cose che erano fuori dal contesto sono state tolte, non perché non fossero belle, ma perché magari non si sposavano con questo tono generale di positività”.
“Piccoli miracoli” è stato scelto dal regista Luca Lucini come soundtrack del film “Nemiche per la pelle” con Claudia Gerini e Margherita Buy (in uscita il 14 aprile)…

“Luca Lucini ha ritenuto il pezzo perfetto per il film. Di questa canzone avevo la musica ma non mi venivano le parole perché volevo qualcosa di speciale da dire. Poi sono partito per la Thailandia e mi sono trovato di fronte a questo tramonto incredibile sul mare, dei colori che sembravano fatti da un direttore della fotografia più che dalla natura e ho capito che sarebbe stato il momento opportuno per cercare queste parole, sono corso nella stanza d’albergo, ho preso la chitarra e mi è venuto il testo di getto in 5 minuti. Poi l’ho dedicato alle donne perché sono sempre alla ricerca di forti emozioni, di sentimenti, ma non ci dobbiamo scordare di guardare davanti ai nostri occhi, non dobbiamo proiettarci sempre nel futuro, in una ricerca spasmodica di qualcosa, a volte bisogna soltanto vivere”.

Anche la copertina rispecchia questa idea di natura e solarità…

“La copertina mi è stata proposta da Stefania della Sony e dal grafico Riccardo che hanno trovato l’idea di questi cerchi che racchiudono la terra, la montagna, il mare, mi è piaciuta molto e l’ho trovata rappresentativa del disco. C’è anche l’idea del respiro, di qualcosa di non tangibile, che rimane etereo nell’aria. Penso che anche loro si siano ispirati al disco creando una copertina chiara, solare”. 

“Molo 4” parla invece di chi ha il coraggio di andare verso nuovi orizzonti, senza sapere cosa troverà…

“E’ una canzone un po’ avventurosa, sulla speranza, i protagonisti del brano sono marinai ma potrebbero essere anche migranti che partono e cercano un posto dove andare, una terra che li accolga, amori, storie diverse, occasioni da vivere, quindi c’è sempre quel gusto dell’avventura che però presuppone anche una buona dose di coraggio, cioè puoi trovare qualcosa ma devi anche volerla cercare. Anche questa è una metafora della vita, noi possiamo raggiungere le cose che vogliamo, le possiamo trovare anche per caso, ma intanto devi andare, se stai fermo ad aspettare magari non bussa nessuno alla tua porta”.
Oltre che un cantautore, sei anche un regista. Se questo disco fosse un film che genere sarebbe? Hai avuto qualche ispirazione per un nuovo lavoro cinematografico?

“Non sarebbe un horror, sarebbe un film visivamente molto aperto, come è stato il video di “Piccoli miracoli”, sarebbe un film anche un po’ riflessivo, con pochi personaggi che vivono emozioni forti, girato in esterni, con molta natura. Diciamo un film psicologico con una bella storia d’amore dentro. Come Respiro di Emanuele Crialese, con quei colori, quel celeste, che affronta un discorso più legato all’animo umano. L’unica ispirazione che mi è venuta era su “Piccoli miracoli”, con questa natura predominante, con la montagna, questa scalata di Federica rifatta dodici volte, anche quella è una metafora perchè quando una donna si mette in testa di fare una cosa ci riesce, poi c’è anche la caduta, si rialza e arriva alla vetta, questo credo che le donne se sono motivate lo sappiano fare meglio di noi uomini”.

Per quanto riguarda il tour, hai già in mente come sarà strutturato il live?

“Sicuramente metterò dell’elettronica in più e aggiungerò dei suoni percussivi, una scenografia chiara, ma ci vorrà un po’ di tempo per allestire il tutto, perchè sono uscito dai miei parametri crepuscolari e ci sarà da lavorare parecchio. Inizieremo la tournée in estate”.

Oggi esce "Iamaca", il nuovo disco di Stefano Ianne: 9 tracce di pianoforte, free jazz e riferimenti all'elettronica

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A quattro anni di distanza da “Raymond and the Bull Terriers”, oggi, venerdì 8 aprile, esce “Iamaca” (Ian Steven Circus) il nuovo album del compositore, polistrumentista e musicoterapeuta italiano Stefano Ianne. Il disco, disponibile da oggi in digital download, sulle principali piattaforme streaming e nei negozi tradizionali, è composto 9 tracce che mescolano sapientemente la classicità del pianoforte a influenze free-jazz, ispirazioni alla grande musica sixties, tratti psichedelici e riferimenti all’elettronica.

Iamaca è anche il nome del trio di artisti che hanno lavorato al progetto, composto da Stefano Ianne, dal sassofonista Mario Marzi e dal percussionista Stefano Calvano.
"Ho sempre pensato che la cosa più importante sia il “sul farsi”, come diceva Pollock - dice Stefano Ianne a proposito del disco - E quando finiscono le mie emozioni nel comporre, iniziano quelle di coloro che ascoltano il mio lavoro. Ho scritto 9 brani completamente diversi l’uno dall’altro. Ho scelto 9 emozioni da vivere. Perché mi piace “prendere” tutti con la musica, mi piace che chiunque possa scegliere la sua strada nell’ascoltare ciò che esprimo. La musica parte da me e arriva a te. Poi torna di nuovo a me. Perché io sento la tua emozione”.

Questa le tracklist del cd “Iamaca” (distribuito in Italia da Tosca Distribution): “Iamaca”,“Berg”, “Children Listen To The World”, “Festina Lente”, “Flying To Bangkok”, “MOONgolia Landing”, “House Of Confusion”, “Suite n.1”, “Caelum”.
SCHEDA DISCO
IAMACA

A CURA DELL’ARTISTA
Stefano Ianne

Iamaca
È il brano che dà il titolo all’album; rappresenta più di tutti l’anima di ognuno dei singoli musicisti, che esprimono liberamente le proprie emozioni dimenticando ogni schema e regola di esecuzione. Le atmosfere (a tratti orientaleggianti, a tratti sognanti e oniriche) sono l’espressione diretta dell’emozione di questa particolare registrazione a tre in acustica.

Berg
È un brano che si avvicina molto al free-jazz, sufficientemente dark e apparentemente veloce; spinto e senza compromessi, concepito per chi cerca cose “nuove" e originali. E quell’inquietudine “cinematografica” giusta per tenerti incollato fino alla fine.

Children Listen to the World
È un brano che si ispira alla grande musica strumentale sixties, concepito con sole quattro battute di un incipit che si ripete, mentre cresce la costruzione armonica. È la colonna sonora dei pensieri dei nostri bimbi quando esplorano il mondo con la loro fantasia. C’è anche tutta la malinconica comprensione del mondo che si redime mentre si consuma.

Festina Lente
La tecnica unita all’essenziale, commistione in natura difficile da ottenere. Qui la sintesi non viene annacquata a favore della tecnica, e anzi entrambe si esaltano nella reciproca fusione. Particolare menzione per la ritmica della seconda parte del brano, nella quale il lavoro sul drumming è ben riuscito, perché riesce ora a ordinare ora a disordinare.

Flying to Bangkok
La fluidità del brano lo fa sembrare uno standard semplicemente ben riuscito. Se non fosse perché ad un attento ascolto si può notare la complessità della ritmica con continui tempi dispari che cambiano in 4,5,6,7. Pur tuttavia l’emozione viaggia fluida come se si trattasse di un semplice 4/4. Si evidenzia ancora una volta come la complessità può divenire melodicamente “semplice” all’ascolto se ben impostata ritmicamente. Il compositore confessa che per questo risultato è stato fondamentale lo studio reiterato dei ritmi fratti della musica indiana.

MOONgolia Landing
Tre minuti di audio della Nasa introvabile e scovato su internet, che narra un dialogo tra Armstrong e Houston su possibili presenza extraterrestri sulla Luna mentre si sta mettendo piede sul suolo lunare, sono alla base di questo brano nel quale peraltro il compositore (di origine mongola) fa uso di voci in omaggio alla terra dei suoi avi per richiamare l’immagine e lo spirito dei grandi altipiani mongolici, il luogo sulla Terra che più si avvicina all’ideale immaginario della Luna. Da qui il gioco di parole del titolo: “MOON-golia Landing”

House of Confusion
Oggi il mondo è in confusione, non si capisce bene quale strada va intrapresa, non si comprende a quali cose o idee è necessario rinunciare e a quale compromesso è bene fare riferimento per la nostra sopravvivenza. Il mondo oggi è "tutti contro tutti". E questo brano ne rappresenta armonicamente e melodicamente bene l’essenza. Il fatto che sia anche funky ne esalta la fruibilità pop.

Suite n1
Un brano della durata di più di 13 minuti, in pieno stile progressive anni settanta. Dentro c’è veramente tutto, legato da un sottile ma resistentissimo filo conduttore: inizialmente il synth la fa da padrone per poi piano piano lasciare spazio ad atmosfere gravi che l’orchestra sinfonica marca in maniera profonda con interventi anche estemporanei. Passando per le chitarre acustiche fino ad arrivare alla parte tecnica, quella nella quale le percussioni danno il meglio sotto la spinta di un basso continuo. Per poi tornare e finire nuovamente con la stessa parte di synth. Chiunque ricordi i brani della durata di un’intera facciata dei dischi in vinile della Famous Charisma Label o della Mercury avrà di che divertirsi.
  

Caelum
E’ l’unico brano del vecchio repertorio sinfonico, qui in una inedita nuova veste. Suonata in trio con piano sax e spazzole il brano acquista una universalità che spazia nei suoni sostenuti. Piano acustico, sax, spazzole: un omaggio al fusion con la cifra stilistica del tutto personale di Stefano Ianne.

Commento generale sul disco:
Iamaca è clamorosamente inetichettabile: nel suo accentrare diversi stili capeggiati da una sensibilità unitaria, è splendido esempio di come l'arte di oggi, quand'è tanto riuscita, riesca appieno a esaltare la diffrazione dell'animo moderno, andando a rovistare tra i meandri offerti dalle più disparate possibilità espressive (Simone Ungaro). 

Stefano Ianne è un compositore, polistrumentista e musicoterapeuta italiano. Ha pubblicato 6 album (i primi 5 editi RAI) e le sue musiche si possono apprezzare in vari programmi RAI (Linea verde, La storia siamo noi, Sulla via di Damasco, Geo&Geo, Linea Blu, Alle falde del Kilimangiaro, etc.). VARIABILI ARMONICHE, il suo primo disco, è del 2006. È stato registrato in studio con un ensemble di 30 elementi orchestrali e con Valter Silviotti in qualità di elaboratore orchestrale. “Aurore”, uno dei brani del disco, è stato scelto nel 2008 come colonna sonora dello spot dell’Acqua Panna. Il 2007 è l’anno del suo secondo album, ELEPHANT, registrato dal vivo al Teatro Dal Verme di Milano con l'orchestra de I Pomeriggi Musicali e con la partecipazione di Rolf Hind (John Adams/London Sinfonietta). La registrazione dell’opera è stata dedicata all’Unicef e alla sua lotta per ridurre la mortalità causata dall’Aids infantile. Nel 2008 i brani “Flying” e “Concerto per Violino Quarto”, estratti dal suo terzo disco MONDOVISIONI, diventano parte della colonna sonora del film “Beket” del regista surrealista Davide Manuli, premiato dalla critica al Festival di Locarno del 2008. MONDOVISIONI ha visto la partecipazione di Antonella Ruggiero. Il quarto album PIANO CAR è del 2010 e vede la partecipazione di artisti del calibro di Trilok Gurtu, Mario Marzi, Ricky Portera, Nick Beggs (Kajagoogoo), Terl Bryant (John Paul Jones/Led Zeppelin), John De Leo e Gennaro Cosmo Parlato. Il disco contiene il brano "Neda Freedom" (dedicato a Neda Soltan, uccisa dal regime durante i disordini in Iran) e l’opera sinfonica "Quota 8100", omaggio allo scalatore ed esploratore Walter Bonatti. È del giugno del 2010 il debutto alla Carnegie Hall di New York con un brano inedito per piano solo dal titolo "Ballade". A maggio 2012 esce il lavoro per solo pianoforte RAYMOND AND THE BULL TERRIERS è il suo quinto lavoro, per solo pianoforte, interpretato dal premio Abbiati Emanuele Arciuli con le elaborazioni pianistiche di Valter Sivilotti. Il brano che da titolo all'album è stato espressamente composto per Arciuli. Sempre nel 2012 Stefano Ianne compone “Rain Again”, prima opera in assoluto per robot e pianoforte, espressamente scritta per TeoTronico, il robot ideato da Matteo Suzzi e che nei concerti sfida il pianista Roberto Prosseda. Nel 2015 vince il Festival della Canzone Friulana con le musiche del brano Viaç, assicurandosi anche il Premio della Critica. Sempre nel 2015 dà vita al progetto IAMACA insieme a Mario Marzi (sax) e Stefano Calvano (percussioni); Stefano Ianne è l'autore di tutti i brani del progetto. Stefano Ianne è laureato in Conservazione dei Beni Culturali e in Musicoterapeuta con indirizzo neuro-riabilitativo (GCA).

Come editore ha pubblicato “Freak”, il fumetto bimestrale ideato insieme a Roberto “Freak” Antoni, leader e vocalist del gruppo demenziale Skiantos.

Di lui Steve Reich (musicista e compositore statunitense) ha detto: "Please thank Stefano Ianne, Concerto per Violino Quarto and Moto Perpetuo struck me as quite lovely. I wish you well developing your natural rather prolific talent”.

Posta a giorni alterni: Crivellari (PD) recapita interrogazione al Ministro

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Missione romana per il parlamentare del Partito Democratico che ha raccolto i disagi e le lamentele dei polesani per la riduzione del servizio di consegna della corrispondenza chiedendo un intervento da parte del Governo.

Rovigo - “La sperimentazione della consegna postale a giorni alterni non ha funzionato anzi ha raccolto numerose lamentele e disagi tra i cittadini, per questo dato che siamo solo agli inizi del piano di riorganizzazione di Poste Italiane penso sia opportuno che i Ministeri competenti verifichino in modo puntuale e chiaro quanto sta accadendo e ove possibile vi pongano eventuali rimedi”. Così il deputato del Partito Democratico Diego Crivellari dopo la riduzione delle giornate di consegna da parte dei postini, che ha portato a Roma un’interrogazione parlamentare per far conoscere direttamente all’esecutivo del Paese i disagi e le lamentele della gente del Polesine. “Ho chiesto al Ministro competente - ha continuato Crivellari - di verificare la situazione e lo stato dell’applicazione del piano di riorganizzazione di Poste Italiane, ed inoltre quale siano le iniziative che intende intraprendere per superare i disagi vissuti dalla popolazione e se vi è evidenza di qualche risultato del periodo di sperimentazione del nuovo modello di recapito soprattutto nella zona alto polesana. Dopo un primo periodo di sperimentazione a partire dal primo di aprile Poste Italiane a Rovigo razionalizzerà il servizio di consegna a domicilio, capoluogo di provincia escluso, passando dall’attuale quotidianità alle cinque consegne ogni due settimane. In Polesine sono stati coinvolti nella fase sperimentale sedici comuni collegati al centro di smistamento di Occhiobello tra i quali Bergantino, Calto, Canaro, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli, Ficarolo, Fiesso Umbertiano, Gaiba, Giacciano con Baruchella, Melara, Occhiobello, Pincara, Salara, Stienta e Trecenta, molti di questi hanno già segnalato forti disagi, lamentando ritardi nella consegna delle bollette e soprattutto tra gli anziani. I cittadini hanno protestato in più occasioni.  La riorganizzazione verrà estesa a tutte le altre  realtà comunali della provincia come Adria, Ariano Polesine, Arquà, Badia Polesine, Bagnolo di Po, Bosaro, Canda, Castelguglielmo, Ceregnano, Corbola, Costa, Crespino, Frassinelle, Fratta Polesine, Gavello, Guarda Veneta, Lendinara, Loreo, Lusia, Papozze, Pettorazza Grimani, Pontecchio, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, San Bellino, San Martino di Venezze, Taglio di Po, Villadose, Villamarzana, Villanova del Ghebbo e Villanova Marchesana. Anche le amministrazioni locali coinvolte - ha concluso Crivellari - hanno espresso preoccupazione per la costante riduzione delle attività di sportello e recapito in particolar modo negli uffici periferici o frazionali, la riorganizzazione sembra essere penalizzante per il territorio ed i lavoratori addetti al servizio”.

I Negramaro con Laura&Paola contro la violenza sulle donne

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Con la loro musica hanno accompagnato il monologo di Paola Cortellesi e Claudio Santamaria culminato nell'intenso duetto di Giuliano Sangiorgi e Laura Pausini in Sono solo nuvole.

Ieri sera i Negramaro sono stati tra i protagonisti della seconda puntata di “Laura & Paola” il grande show condotto da Laura Pausini e Paola Cortellesi portando su Rai1 uno dei momenti musicali più intensi della stagione.

La band ha accompagnato il toccante monologo di Paola Cortellesi e Claudio Santamaria sulla violenza contro le donne che è culminato con il duetto di Giuliano Sangiorgi e Laura Pausini in “Sono solo nuvole”, brano scritto dallo stesso Sangiorgi e contenuto nell’ultimo album della cantante emiliana “Simili”.

I Negramaro poi sono tornati sul palco con “Attenta”. Non una scelta casuale infatti in “Attenta” c'è una frase del testo che Giuliano Sangiorgi ha scelto di modificare dopo aver letto tra i fatti di cronaca dell'ennesimo caso di “femminicidio” cambiando il verso “Ti uccido” in “Mi uccidi”:

Mi sono chiesto se fosse stato giusto continuare a tenere una frase simile oggi che questa scena è diventata più reale che mai e per nulla metaforica. Mi sono interrogato su come sarebbe stata recepita in una canzone su quanto sarebbe stato più importante e prioritario il rispetto per le donne. Più importante dello stesso istinto artistico. Alla donna che tanto ho amato in questa come in tutte le canzoni che ho cantato e scritto dovevo rispetto. Ho avuto il dubbio e intanto alla tv: «Un’altra donna uccisa a coltellate!». E ho cambiato e ho cantato: «Mi uccidi». Non me la sono proprio sentita di ucciderla neanche di baci. Affinché l’uomo di questo tempo non uccida mai più la donna e la poesia che è sempre donna… pure quella!

Eugenio Finardi: 40 anni di Musica Ribelle in tour

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Ad aprile al via il nuovo travolgente spettacolocon tutti i brani del disco culto “Sugo”

Il cantautore guru degli indipendenti, simbolo di libertà artistica, torna sul palco in tutta Italia con uno spettacolo completamente nuovo dal titolo “40 anni di Musica Ribelle” a 40 anni dall’uscita di Sugo, il disco del 1976 che lo ha portato al successo e in cui sono contenuti, oltre alla canzone-manifesto “Musica Ribelle”, alcuni tra i brani più rappresentativi della sua carriera, come “La Radio”, “Voglio” e “Oggi ho imparato a volare”.

Grato al suo pubblico per il feeling crescente che si crea ad ogni nuovo spettacolo, Eugenio Finardi proporrà per la prima volta dal vivo l’intera scaletta dell'album Sugo, utilizzando gli arrangiamenti, ove possibile anche gli strumenti originali degli anni 70, e regalando riflessioni inedite sulla nascita dei brani del disco e sul metodo di lavoro in studio, completamente diverso 40 anni fa e oggi.
Ecco le prime date annunciate per il mese di Aprile:


16 aprile Carpi (MO) - Teatro Comunale (info e prevendite http://bit.ly/1RO0t03)
21 aprile Aosta - Maison & Loisir (info e prevendite http://bit.ly/1GLq3ku)
22 aprile Mandello del Lario (LC) - Teatro De André (info e prevendite http://on.fb.me/1M7xCXS)
23 aprile Trieste - Teatro Miela (info e prevendite http://bit.ly/1po079c)
24 aprile Finale Emilia (MO) - Piazza Verdi (154ma Fiera Campionaria di Aprile)
25 aprile Marzabotto (BO) - Parco storico di Monte Sole (info: http://bit.ly/1Rms5bV)

Aggiornamenti sull’evento Facebook “40 anni di Musica Ribelle” in tour: http://bit.ly/1UK31Tk

La lavorazione di “Sugo” aveva coinvolto alcuni tra i migliori musicisti italiani, tra cui Walter Calloni, Lucio Fabbri, Patrizio Fariselli, Paolo Tofani, etc, chiamati a raccolta da Finardi per realizzare, partendo dai brani che aveva scritto, un progetto musicale che prese vita e identità proprio durante le registrazioni: questo a testimonianza di un approccio “libero” forse oggi smarrito e che risultò essere una pietra miliare della musica italiana, grazie alla forza della poetica di Finardi che qui trova la sua prima espressione compiuta, ma anche grazie alla libertà creativa concessa a ciascun musicista coinvolto, in una sperimentazione continua testimoniata dal ritrovamento delle sessions originali.Riportare dal vivo l’intera opera contenuta in Sugo significa far conoscere al pubblico un mondo musicale e umano prezioso: un’iniziativa che non ha nulla dell’ "operazione nostalgia”, e che è mossa invece dall’esigenza di rispondere a domande che oggi come 40 anni fa, aprono un dibattito:cosa significa fare “musica ribelle”? Chi sono i “ribelli” al giorno d’oggi e nella società civile?

Perché Sugo?

"Quando Gianni Sassi, fondatore dell’etichetta Cramps e mio discografico di allora, mi chiese il titolo del disco risposi: “Sugo""Perché?""Perché amalgama sapori diversi per condire musica italiana"

Perché Musica Ribelle?

"Volevo che Musica Ribelle fosse un pezzo utile e travolgente. Che trasmettesse tutta la grinta e la potenza del Rock ma con tutte le caratteristiche della musica italiana: tonalità maggiore, melodia accattivante, perfino i mandolini, anche se elettrici e amplificati da un Marshall 200 watt. C'é addirittura un suono di synth suonato da Fariselli che riproduce le basse di una cornamusa sarda!" 

Eugenio Finardi

Sugo
(cramps, 1976)

01. Musica Ribelle   
02. La Radio     
03. Quasar    
04. Soldi     
05. Ninnananna    
06. Sulla Strada   
07. Voglio   
08. Oggi Ho Imparato A Volare   
09. La C.I.A.   
10. La Paura Del Domani

Amici 15: L'eliminato della seconda puntata è il ballerino Patrizio Ratto della Squadra Blu

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Sabato 9 aprile è andata in onda su Canale 5 la seconda puntata del serale di Amici, il talent presentato da Maria De Filippi, che ha visto l’eliminazione di Patrizio Ratto, ballerino della Squadra Blu capitanata da J-Ax e Nek, che ha perso la sfida contro Alessio La Paduladei Bianchi, guidati da Emma ed Elisa, salvato dai professori.

La serata ha avuto degli ospiti prestigiosi, a cominciare dall’attore Carlo Verdone in qualità di quarto giudice, al fianco della giuria tutta al femminile composta da Sabrina Ferilli, Loredana Bertè e Anna Oxa, passando per il piccolo Giorgio di “Pequenos gigantes”, per finire con i The Kolors e i Modà, oltre agli ospiti fissi, cioè il cantautore Marco Castoldi, in arte Morgan, e Virginia Raffaele.

Sono quindi dieci gli allievi ancora in gara che si sfideranno per la vittoria finale. Per la Squadra Bianca: Elodie Di Patrizi, Lele Esposito e la Band La Rua per il canto e Gabriele Esposito, Alessio La Padulaper il ballo. Per la Squadra Blu: Cristiano Cosa, Chiara Grispo, e Sergio Sylvestre, cantanti e Michele Lanzeroti e Alessio Gaudino, ballerini.

Ballando con le Stelle: Michele Morrone ed Enrico Papi in sfida per il ripescaggio

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Dopo tante sfide a colpi di rumba, tango e tanti altri balli, “Ballando con le stelle”, l’amatissimo programma di Raiuno condotto da Milly Carlucci, sta entrando nelle fasi finali. Nella puntata del 9 aprile gli eliminati sono rientrati in gara per il ripescaggio, con l’obiettivo di ottenere un posto nella semifinale che si terrà il prossimo sabato. 

Michele Morrone, Asia Argento, Enrico Papi, Lando Buzzanca, Salvo Sottile, Pierre Cosso e Margareth Madé, insieme ai loro rispettivi maestri, hanno affrontato diverse prove di ballo e dopo il voto della giuria e quello del televoto da casa, soltanto due di loro sono rimasti nella sfida finale per il ripescaggio: Michele Morrone ed Enrico Papi.

Platinette, Luca Sguazzini, Rita Pavone, Iago Garcia, Nicole Orlando e Daniel Nilsson, già in semifinale, invece, si sono cimentati nella prova della bomba portoricana e in una prova a tema. Ballerini per una notte della puntata sono stati Alba Parietti e Christopher Lambert che si sono sfidati in un Valzer. Per quanto riguarda infine il torneo Ballando con te, dedicato alla gente comune, il ballerino Giuseppe Guercia si è qualificato per la finale.


Ti potrebbe interessare anche il seguente articolo: Intervista de “Il Popolo Veneto” con Milly Carlucci (clicca qui per leggere)

Mercoledì 18 maggio 2016 alle ore 21, al Teatro degli Arcimboldi di Milano si terrà il concerto straordinario del Maestro Giovanni Allevi pro AIRC

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Mercoledì 18 maggio 2016 alle ore 21, al Teatro degli Arcimboldi di Milano si terrà il concerto straordinario del Maestro Giovanni Allevi, accompagnato dal Coro dell'Opera di Parma e dall'Orchestra Sinfonica italiana.

Da Bach a Verdi, da Händel a Mozart, il Maestro farà rivivere i più grandi capolavori della storia della musica.
I fondi raccolti finanzieranno la ricerca oncologica sui tumori pediatrici per rendere il cancro sempre più curabile. Per informazioni tel: 02 7797.203 o email: com.lombardia@airc.it

Il programma dei concerti del Carroponte

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Il Carroponte di Sesto San Giovanni si prepara ad un’altra stagione di grandi successi, con tanti artisti italiani e internazionali. Si inizia il prossimo 3 giugno con il concerto del rapper Ghemon, per proseguire il 7 giugno, con il live della star statunitense Lissie e con i concerti del dj austriaco Parov Stellar (10 giugno), dei Lukas Graham (20 giugno) e dei Disonaur Jr (21 giugno). I Vallanzaska si esibiranno il 23 giugno, mentre Glen Hansard il 28 giugno e i Blackberry Smoke il 29.

Il 30 giugno sarà la volta dei Diaframma.

A luglio sarà la volta di New York Ska Jazz Ensemble (1 luglio), Russkaja (9 luglio), Damian Jurado (3 luglio), Nidi D’Arac (7 luglio), Tyler, The Creator (12 luglio), Counting Crows (13 luglio), Daniele Silvestri (15 luglio), Vintage Trouble (27 luglio). Chiusura con i Limp Bizkit (22 agosto, nella loro unica data italiana), Damian Marley il 5 settembre e Gue Pequeno l’8 settembre.


Nelle serate in programma al Carroponte per l’estate 2016 verrà dato spazio anche agli Europei di calcio, con la possibilità di seguire le partite della Nazionale.

Concerto del Primo Maggio a Taranto: Gli artisti che parteciperanno all'evento

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Alla Casa del Cinema di Roma sono stati annunciati i cantanti che prenderanno parte al concerto del Primo Maggio a Taranto: Afterhours, Beatrice Antolini, Andrea Rivera, Renzo Rubino, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Levante, Ghemon, Litfiba, LNRipley, Ministri, Teatro degli Orrori, Luminal, Subsonica, Giovanni Truppi, Selton, Mama Marjas, Orchestra mancina, Terraross, SFK, Fidoguido, Frank Buffoluto.
Gli artisti si esibiranno al Parco Archeologico delle Mura Greche dalle 14 fino a mezzanotte. Alla conduzione ci saranno Valentina Correani, Valentina Petrini e Andrea Rivera, mentre la direzione artistica sarà curata da Roy Paci, Michele Riondino e Diodato. Il concerto concluderà una serie di eventi che animeranno la città. Ad esempio il 28 aprile ci sarà un live dei 99 Posse, mentre il 30 un djset di Samuel e Boosta dei Subsonica.
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