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"Black & White Veneto": Intervista con Marco Fantacuzzi

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di Francesca Monti

"Black & White Veneto"è il nuovo workshop promosso da Kinocchio - Il cinema in movimento (www.kinocchio.com), in cui 5 fotografi, 5 filmakers e 5 scrittori selezionati tra le candidature arrivate, avranno il compito di scovare e raccontare storie di integrazione positiva nel Veneto. Tra i docenti del progetto ci saranno grandi nomi come Francesco Piccolo, sceneggiatore di Virzì, Moretti, Soldini, Amelio e scrittore (premio Strega 2014); Antar Mohamed, lo scrittore italo-somalo, co-autore di "Timira" con Wu Ming 2; ed ancora Matteo Oleotto, il regista goriziano di "Zoran, il mio nipote scemo", il suo esordio cinematografico, con cui, fra gli altri premi, ha vinto il David come miglior regista esordiente. Insieme a loro diversi altri docenti interverranno durante lo svolgimento del corso, fra fine maggio ed inizio giugno: documentaristi, fotografi, photo-editor, scrittori, da Sergio Basso a Marco Zuin, da Simone Falso a Irene Dionisio, da Fred Kuwornu (produttore e regista di origini ghanesi) a Paolo Martino.

Nella seconda parte di "Black & White Veneto", che durerà da giugno a settembre, i partecipanti saranno liberi di seguire i testimoni scelti, anche esplorando le varie province del Veneto. Dall’8 al 18 settembre sarà invece il momento di raccogliere, selezionare e pubblicare i risultati, sotto forma di fotografie, racconti, ritratti sonori e brevi video. Al termine di questo processo la ricerca sarà pubblicata nei social e su web, e il racconto di questo nuovo Veneto che cambia, sarà analizzato in maniera innovativa e multimediale, grazie alle mostre, ai corti, ai racconti che verranno prodotti, creando un tessuto multimediale che si propone di documentare la cultura veneta contemporanea.

“B&W Veneto"è un progetto di indagine sociale che idealmente vuole continuare la ricerca iniziata con il cortometraggio "Vivo e Veneto", un'esilarante storia di integrazione tra un meccanico di bici e un apprendista africano che dialogano solo in stretto dialetto veneto. Il progetto è realizzato da Kinocchio, in collaborazione con Associazione Kinima, Cinema Key, Videozuma, Associazione Mimosa e CO+, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo nell'ambito del bando Culturalmente 2015.

Abbiamo parlato del workshop “Black & White Veneto” con Marco Fantacuzzi, ideatore e direttore artistico di Kinocchio- Il cinema in movimento. Ecco cosa ci ha raccontato.

Marco, può raccontarci com’è nata l’idea del workshop "Black & White Veneto"?

“L’idea del workshop nasce con il cortometraggio Vivo e Veneto di Francesco Bovo e Alessandro Pittoni realizzato nel 2013 dentro il laboratorio Kinocchio – Il cinema in movimento, con il contributo del bando Culturalmente istituito dalla Fondazione Cassa di Risparmio Padova e Rovigo. È una storia di integrazione, molto divertente, fra un biciclettaio che parla solo ed esclusivamente in dialetto veneto e un assistente africano che lavora con lui nella ciclo-officina, e che sta chiaramente cercando di imparare il dialetto. Da qui, da questa incomunicabilità, nascono, come in “Coffee and cigarettes” di Jim Jarmusch, una serie di equivoci. È un cortometraggio che ci ha dato molte soddisfazioni, poichè ha partecipato a molti festival ed ha anche vinto diversi premi, superando ogni nostra aspettativa. Per questo motivo, vista la capacità del corto di dialogare e spiegare in modo semplice ma efficace che cosa sia l’integrazione, abbiamo deciso di continuare e di puntare ancora su questo progetto ampliandolo in Black and White Veneto”.

Qual è l’obiettivo di questo progetto?

“Fa sempre più notizia l’integrazione, anzi la disintegrazione, quella che non funziona. Nei giornali troviamo sempre articoli di cronaca, cose che non funzionano, che ci portano a non relazionarci con chi è diverso da noi. Il nostro progetto vuole svelare le cose positive, non partendo dalla cultura dell’altro ma cercando di capire come la cultura veneta sta cambiando o come viene vista da chi viene da fuori. Quindi il progetto ci porterà ad incontrare gli stranieri che parlano veneto o che ad esempio preparano le ricette della nostra tradizione”.

Il laboratorio continua la ricerca iniziata con il cortometraggio "Vivo e veneto” dei giovani filmaker Francesco Bovo e Alessandro Pittoni e ha come tema centrale quello dell’integrazione in Veneto, una tematica molto attuale…

“Sì infatti Black and White Veneto prevede una serie di incontri seminariali con docenti di fotografia, regia e scrittura. I partecipanti dopo essere stati portati dentro questo mondo con un approccio anche teorico dentro alla materia, verranno catapultati fuori, e avranno a disposizione tutta l’estate per studiare, raccogliere storie, raccontare, fare fotografie, piccoli video e ci ritroveremo a settembre tutti insieme per analizzare insieme ai docenti e i tutor del progetto di Kinocchio tutti i risultati e i materiali raccolti per pubblicare la ricerca su un sito web multimediale. Sarà un lavoro di squadra, si creeranno naturalmente dei piccoli gruppi, noi lo pensiamo come un progetto collettivo, quindi sono invitati a partecipare persone che vogliono soprattutto condividere, però ci capita spesso di accogliere persone che tendono a fare lavori di ricerca in solitaria che finiscono comunque con l’integrarsi e con il lavorare in un contesto più ampio dedicandosi al proprio progetto. La cosa bella del workshop è il suo essere un contenitore di persone con esperienze diverse e provenienti da settori differenti, e ognuno di loro, sia docenti che partecipanti, porterà all’interno del progetto la sua linea. Quindi è prezioso raccogliere le informazioni e i consigli di tutti. Non ci sono gerarchie”.

Lei è ideatore e direttore artistico di Kinocchio- Il cinema in movimento, un progetto culturale dedicato al cinema nelle sue diverse forme artistiche e dimensioni sociali…

“Il progetto culturale Kinocchio è nato nel 2008 per connettere aspiranti filmmaker con registi e professionisti già affermati. Il metodo si basa sulla condivisione di esperienze pratiche e sulla collaborazione tra persone con diversa esperienza. Tutto è iniziato con un laboratorio cinematografico di una settimana da cui sono usciti una manciata di cortometraggi entusiasmanti (anche se molto amatoriali..) e oggi, dopo tanti anni trascorsi e altrettanti workshop organizzati, siamo orgogliosi di aver ricevuto i primi premi ai festival, e possiamo godere di aver condiviso tantissime esperienze. Kinocchio è un progetto didattico innovativo perché è pioniere nello sfruttare le possibilità offerte dalla tecnologia del digitale, ma allo stesso tempo rimane antico, perché insiste nell’insegnare a pensare prima di premere il pulsante REC. E Kinocchio vuole insegnare alle persone a decifrare le immagini, a non subirle”.

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Leggi l'intervista de "Il Popolo Veneto" con Vincenza Sicari (clicca qui) 

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