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Intervista con il tenore Enrico Iviglia

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di Francesca Monti

Enrico Iviglia è una delle voci più belle e particolari della lirica italiana. Originario di Castell’Alfero (At), in breve tempo ha conquistato l’Italia con il suo talento. E’ un tenore professionista, diplomato a pieni voti presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino sotto la guida di Silvana Moyso, che ha iniziato il suo percorso artistico nel novembre 2004 quando, ancora corista, a causa di un’improvvisa afonia del solista, ha sostituito il tenore protagonista nell’Opera “L’elisir d’Amore”, interpretando la famosa aria “Una furtiva lagrima” e ottenendo un gratificante riscontro del pubblico presente in sala alla prima del Teatro Grande di Brescia. Da allora, ha interpretato oltre 25 ruoli, passando da Mozart a Donizetti e Rossini, cantando nei più importanti teatri d’Italia ed esibendosi anche all’estero. Inoltre ha prestato il suo canto al recente spot “Melinda”, ha cantato nel famoso concerto di Ferragosto in alta quota, davanti a oltre 15000 persone, trasmesso in diretta su RaiTre e ha preso parte a famose trasmissioni come Detto Fatto, Marchet Kitchen e La prova del cuoco.

Attualmente impegnato a Ratisbona con “La Cenerentola”, Iviglia è uno dei 4 coristi presenti sul set del film “Dalidà”, girato al Teatro Ariston di Sanremo dove si sono ricreate le scene del Festival della canzone italiana del 1967 che vedeva protagonisti sul palco Luigi Tenco (interpretato da Alessandro Borghi) e Dalidà (Sveva Alvidi), con la partecipazione di Riccardo Scamarcio nei panni del fratello della cantante.

In questa piacevole chiacchierata (grazie a Mauro Caldera), Enrico Iviglia ci ha raccontato il suo percorso artistico e i suoi prossimi progetti.

Enrico, come ti sei avvicinato al mondo della musica e in particolare alla lirica?

“Mi sono avvicinato all’opera intorno ai 14-15 anni, tramite la realtà parrocchiale del mio paese, in quanto ero rimasto affascinato da questa polifonia, da queste voci impostate in maniera lirica. Il coro della parrocchia, infatti, era a 4 voci miste. Poi sono entrato a far parte di un coro di Asti con alcuni professionisti che mi hanno suggerito di iscrivermi al Conservatorio. Alla fine delle superiori mi sono iscritto ad Architettura e successivamente al Conservatorio di Torino dove mi hanno indirizzato all’opera. Io ero propenso alla sinfonica, al concertistico, non avevo ancora idea di cosa fosse l’opera e quale fosse il meccanismo con cui un cantante veniva ingaggiato. Quindi ho terminato gli studi e ho partecipato a diversi concorsi, vincendoli. L’inizio del mio percorso artistico è avvenuto nel 2004. Cantavo nel coro professionistico lombardo Aslico e sono stato chiamato a sostituire il tenore principale nell’Opera “L’elisir d’Amore”, a causa della sua improvvisa indisposizione, al Teatro Grande di Brescia, interpretando la famosa aria “Una furtiva lagrima”. Da lì in poi ho avuto la fortuna di calcare tanti palcoscenici italiani e stranieri”.

Da allora hai interpretato oltre 25 ruoli cantando in prestigiosi teatri…
“Sì, mi sono esibito al Teatro La Fenice di Venezia, dove ho cantato “Il Barbiere di Siviglia” e “Elisir d’amore”, al Teatro Malibran di Venezia interpretando “L’occasione fa il ladro” e il “Barbiere di Siviglia”. Poi ho cantato “La scala di seta”, una produzione nata a La Fenice ma messa in scena al Teatro comunale di Sassari. Sono molto legato al Veneto perché mi sono trovato sempre bene quando ho cantato nei teatri, sia come acustica sia per l’energia che trasmette la gente”.

Un’altra tua passione è la televisione, hai preso parte ad alcuni programmi Rai molto famosi come La prova del cuoco o Detto Fatto…

“E’ sempre stata una mia passione quella del palcoscenico, della telecamera. Prima ho approfondito la realtà teatrale ed è stato molto importante perché il teatro ti forma. Ho avuto la fortuna di lavorare con Ronconi, Gino Landi, con persone che mi hanno insegnato tanto. L’opera a teatro è una grande scuola per la tv. Ci sono infatti alcuni registi prestati alla lirica come Albanese o Verdone, o artisti che dalla tv passano alla lirica come il cantautore Paolo Rossi, con cui ho lavorato. Per quanto riguarda il teatro ho diversi grandi artisti a cui mi ispiro. La differenza è che a teatro devi studiare e costruire un personaggio fino a farlo diventare tuo, in tv invece devi essere te stesso, portare la tua persona. Sono stato a “La Prova del cuoco” però ero sempre io nella mia vita quotidiana, con le mie emozioni, anche perchè è difficile costruire una carriera televisiva con un personaggio finto”.
E’ stato difficile per te riuscire a intraprendere la carriera di tenore, provenendo da una piccola realtà?
“All’interno di una piccola realtà di paese esistono a volte delle problematiche di inserimento, dei pregiudizi verso chi fa un mestiere diverso. Quando andavo a scuola, alle medie, alle superiori io amavo già questa forma di canto e i miei compagni mi prendevano in giro. Alla fine degli anni ’80, primi anni ’90, esisteva una sorta di bullismo perché per i miei amici ero una persona strana, diversa, facevo una cosa che non faceva nessuno. Se a quei tempi facevi il ballerino eri considerato omosessuale, adesso se sei un ragazzo e balli sei figo perché partecipi ai talent. Alcuni amici mi dicevano: “chissà quando debutterai alla Scala” ed è arrivato il giorno in cui ho debuttato con “L’Italiana in Algeri”.

Sicuramente per te è stata una bella rivincita e quindi sei un ottimo esempio per tanti giovani che aspirano a realizzare i propri sogni e magari si trovano a dover combattere contro ostacoli che sembrano difficili da superare…

“E’ stata una grande rivincita per me. Il consiglio che mi sento di dare ai ragazzi che magari si trovano nella stessa situazione che ho vissuto io è di crederci sempre e arrendersi mai, non mollare mai. Bisogna studiare tanto, andare per la propria strada e non ascoltare chi non c’entra nulla con il proprio ambito, ma fare tesoro dei consigli di chi ha già fatto una carriera. Bisogna abbandonare la realtà locale e inseguire la propria strada, essere consapevoli di quello che si va a fare e prendere da soli la miglior decisione possibile, anche sbagliando. Stare a fianco di artisti di nota fama ti permette di catturare i movimenti, la gestualità. Queste cose le impari solo sul campo. La grande difficoltà non è arrivare ma mantenere la posizione raggiunta, restare a galla”.

In quali progetti sarai prossimamente impegnato?

“Ora sono a Ratisbona, in Germania, con l’opera “La Cenerentola”, dove interpreto il ruolo del Principe. A differenza della storia tradizionale in cui la protagonista perde la scarpetta, qui è il Principe a ricevere un bracciale da Cenerentola, che gli dice che se veramente vuole amarla, dovrà cercarla e restituirglielo. Poi in autunno debutterò al Teatro San Carlo di Napoli con l’opera “Otello” di Gioachino Rossini”.


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Leggi l'intervista de "Il Popolo Veneto" con Vincenza Sicari (clicca qui) 

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