Bella ciao. La canzone della libertà
Pestelli Carlo
€ 9,00
2016, 144 p., brossura
Non c'è canzone al mondo capace di scatenare entusiasmi di piazza, cori ed euforia come Bella ciao, ma allo stesso tempo non c'è canzone così capace di suscitare dibattiti e dividere gli animi. Le note e le parole che tutti conosciamo nascondono un'energia che non ha pari nella musica popolare. In ogni manifestazione pubblica, a ogni anniversario, le note di Bella ciao sono simbolo di libertà e di liberazione. Ma dove nasce questa canzone? La storia ha origini incerte: decine di indizi e di suggestioni la riconducono a melodie bretoni, trovatori provenzali, mondine italiane, canzoni popolari di amori traditi, canti di protesta, stornelli per bambini. Tracce di passaggi di questa melodia compaiono in molte zone d'Italia, spuntano nei quartieri degli immigrati a New York per poi ricomparire nei bistrot degli chansonniers francesi e sui palchi dei grandi artisti contemporanei. L'approdo più noto è quello della Resistenza italiana ma la storia non si ferma, perché dagli anni Sessanta Bella ciao diventa il canto universale che oggi conosciamo, arrivando fino alle piazze di Hong Kong, Istanbul, Atene, Parigi e trovando ogni giorno una nuova voce che lo anima. Il libro di Carlo Pestelli ricostruisce il percorso della canzone, racconta i luoghi in cui è passata, in un viaggio fatto di musicisti e combattenti, poeti e sognatori, genti in lotta e piazze che ballano festanti. Prefazione di Moni Ovadia.
Breve storia della Resistenza italiana
Salvadori Max
€ 16,50
2016, 332 p., brossura
Neri Pozza (collana I colibrì)
Nel luglio del 1943, con una missione aggregata all'VIII Armata, Massimo Max Salvadori torna in Italia dopo un'assenza di quasi dieci anni. In Sicilia e a Napoli incontra i vecchi amici, conosciuti durante il periodo clandestino, al confino o in esilio. Agevola l'arruolamento nel n. 1 Special Force di giovani - Alberto Cianca, Aldo Garosci, Leo Valiani, Alberto Tarchiani e Giaime Pintor - decisi a combattere gli occupanti tedeschi e i collaborazionisti della RSI. Partecipa agli sbarchi di Salerno e di Anzio e, ai primi di febbraio del 1945, viene paracadutato nella zona occidentale delle Langhe in qualità di comandante di una banda infiltrata dietro le linee nemiche. Nell'aprile del 1945, quale ufficiale di collegamento Alleato presso il Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia, rivendica con forza agli italiani il diritto di decidere della sorte di Mussolini, catturato dalla LII Brigata Garibaldi. Finita la guerra, la ricostruzione degli anni della lotta partigiana diviene per lui un assillo e una priorità. Nel 1955 pubblica con Neri Pozza questa "Breve storia della Resistenza italiana" per mostrare che non è possibile comprendere il successo della Resistenza nel 1943-45, e quelli che sono stati gli insuccessi politici nel dopoguerra, se non si ha chiara la relazione con l'antifascismo degli anni precedenti. Introduzione di Mimmo Franzinelli.
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La notte che il Friuli andò giù. Dieci voci raccontano il terremoto del '76
€ 12,00
2016, 144 p., brossura
Bottega Errante
Un canto collettivo, corale, popolare, che ci riporta dentro la notte del 6 maggio. Con interventi di: Pierluigi Di Piazza, Antonella Sbuelz, Paolo Medeossi, Maurizio Mattiuzza, Pericle Camuffo, Giada Messetti, Silvia Sacher, Renzo Brollo, Renzo Stefanutti. Prefazione di Gian Paolo Gr.
1976, una data scolpita nella memoria di intere generazioni, che ha spostato la linea retta della storia dell’intero Friuli, un modo di essere, di vedere il mondo, di farne parte. Una tragedia, che accanto ai mille morti e al crollo totale di interi paesi, è diventata simbolo dello spirito profondo di un popolo, di una comunità, fatto di commovente solidarietà, tenacia, lacrime trattenute, pacche sulle spalle. La letteratura ha il compito anche di costruire un immaginario, di provare a narrare le emozioni, le contraddizioni, i dolori di quel 1976 e dai testi più “politici” ai più poetici, dalle testimonianze dirette alle riflessioni, in questo libro scrittori, giornalisti, critici ci mostrano che cos’è stato per loro il terremoto.
96 lezioni di felicità
Kondo Marie
Traduttore: Togliani M.
€ 14,90
2016, 295 p., ill., rilegato
Vallardi A. (collana Sakura)
Il mondo lo attendeva, Marie Kondo lo ha scritto. Il libro che svela i principi, i consigli, le intuizioni per mettere ordine nella nostra casa e nella nostra vita: 96 lezioni pratiche accompagnate da incantevoli illustrazioni, per convincere anche i più disordinati ad applicare il metodo Konmari.
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Destini dei fiori nello specchio
Li Ruzhen
Curatore: Guida D.
€ 16,58
2016, 542 p., brossura
O Barra O Edizioni (collana In Oriente narrativa)
Scritto nei primi anni del XIX secolo, "Destini dei fiori nello specchio"è considerato l'ultimo grande classico dell'epoca imperiale cinese. Il romanzo, unica opera del filologo e insigne linguista Li Ruzhen, è qui presentato per la prima volta in Italia nei 40 capitoli iniziali che ne costituiscono la parte di maggior rilevanza. Complesso gioco letterario costruito come un divertissement, il testo si snoda su molteplici piani: il mondo ultraterreno, l'Impero Celeste dell'epoca Tang (VII-X secolo d.C.) e gli immaginari paesi d'oltremare. La vicenda ha inizio quando la dispotica Imperatrice Wu Zetian ordina a tutti i fiori dei giardini imperiali di sbocciare in pieno inverno. Le Fate dei Fiori acconsentono, contravvenendo alle leggi celesti, e vengono così condannate a "scendere nella polvere rossa", ovvero a incarnarsi come esseri mortali sulla Terra. I loro destini si incroceranno con quello di Tang Ao, funzionario imperiale che, degradato al rango inferiore di xiucai per le sue sovversive amicizie, decide di abbandonare la carriera accademica e intraprendere un lungo viaggio per mare alla ricerca dell'immortalità. Elementi fantastici, storici e satirici si intrecciano in una narrazione ricca di influenze taoiste, buddiste e confuciane dando vita a una grande celebrazione della cultura cinese in tutte le sue espressioni.
La fiaba estrema. Elsa Morante tra vita e scrittura
Bernabò Graziella
€ 14,00
2016, 339 p., brossura
Carocci (collana Quality paperbacks)
Complessa, affascinante, generosa, provocatoria. Elsa Morante ha pagato troppe volte il suo essere estrema, nei rapporti personali come nel coraggio di una scrittura dirompente, lontana da qualunque schema e spesso in anticipo sui tempi, tanto nei contenuti quanto nel linguaggio. Una libertà non disgiunta da una genuina tensione etica, che può spiegare la crescente sintonia con la sua opera di tanti lettori, anche giovani, sollecitati dalla sua voce fuori dal coro. Il libro propone un viaggio attraverso l'intera produzione di Elsa Morante, senza prescindere dal singolare percorso di vita della scrittrice sullo sfondo delle grandi problematiche che hanno animato il Novecento. Un viaggio che grazie alle testimonianze di chi le è stato a vario titolo vicino ci guida alla scoperta di una straordinaria figura di donna e di poeta.
Charlotte Brontë. Una vita appassionata
Gordon Lyndall
Traduttore: Vincenzoni N.
€ 18,00
2016, XIII-496 p., brossura
Fazi (collana Le vite)
In un'epoca in cui la ricerca della visibilità e della fama personale sembra dettare lo spirito dei tempi, leggere la biografia di Charlotte Brontë è quanto mai illuminante. L'autrice del capolavoro "Villette", di "Shirley" e "Il professore", nonché di "Jane Eyre", immediato successo all'epoca della sua pubblicazione e ormai classico intramontabile, scelse l'anonimato dello pseudonimo Currer Bell, con cui firmò tutti i romanzi, si calò nell'insignificante esistenza dell'istitutrice e interpretò il ruolo della figlia obbediente prima e della moglie devota poi. Eppure, nell'"ombra", ci racconta Lyndall Gordon, Charlotte seppe trovare le parole per dare voce alla propria esperienza e fece affiorare in superficie un mondo interiore rimasto celato. L'impatto con la società vittoriana fu "esplosivo": una donna che esprimeva con candore i propri pensieri e sentimenti, che impiegava l'ironia nei confronti della società e dei costumi, era veramente una donna? Non andava forse considerata poco femminile? Ai contemporanei apparve "volgare". Ma quella voce che si sollevò dall'oscurità ancora ci conquista con le sue intime rivelazioni, e il "fuoco" che bruciava in Charlotte tuttora infiamma le pagine dei suoi libri. Le vicende umane della ragazza apparentemente schiva e docile nata in una canonica immersa nelle brughiere dello Yorkshire si intrecciano in profondità ai suoi romanzi, che hanno sempre un nucleo autobiografico, illustra Gordon.
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L'ho sposato, lettore mio. Sulle tracce di Charlotte Brontë
Curatrice: Chevalier T.
€ 18,00
2016, 300 p., brossura
Neri Pozza (collana I narratori delle tavole)
Ventuno storie per celebrare Charlotte Brontë e Jane Eyre. Racconti di: Tracy Chevalier, Tessa Hadley, Sarah Hall, Helen Dunmore, Kirsty Gunn, Joanna Briscoe, Jane Gardam, Emma Donoghue, Susan Hill, Francine Prose, Elif Shafak, Evie Wyld, Patricia Park, Salley Vickers, Nadifa Mohamed, Esther Freud, Linda Grant, Lionel Shriver, Audrey Niffenegger, Namwali Serpell, Elizabeth McCracken.
Per quale ragione «L’ho sposato, lettore mio» è una delle frasi più celebri e citate della letteratura inglese? La risposta, tutt’altro che ovvia, risiede nel capolavoro da cui è tratta: Jane Eyre (1847), la storia di un’orfana che, grazie alla sola intelligenza e caparbietà, riesce a convolare a nozze con il nobile signor Rochester. Per affermare il suo successo, e il cambiamento della propria condizione sociale, invece di dichiarare «mi ha sposata, lettore mio» – com’era da aspettarsi nella maschilista società vittoriana – Jane dice: «l’ho sposato, lettore mio». Una sfumatura nella forma verbale che ha lo scopo di rimarcare la coscienza femminile della protagonista, e quella dell’autrice Charlotte Brontë, e che si ergerà a manifesto, ispirazione e stimolo per tutte le scrittrici a venire. Quando Tracy Chevalier ha chiesto alle migliori autrici in lingua inglese di raccontare una storia ispirata a quella celebre battuta, non l’ha fatto solo per festeggiare i duecento anni della nascita di Charlotte Brontë, ma anche per ridare significato a quelle parole, per renderle di nuovo vive e attuali nella società odierna. «In alcuni racconti sono le nozze stesse a essere drammatiche, a causa di una dolorosa scheggia di vetro in Coppia mista di Linda Grant, o di un mutamento improvviso in Il matrimonio di mia madre di Tessa Hadley, o di un rapporto clandestino durante una cerimonia in Zambia, in Uomini doppi di Namwali Serpell, o di un incontro gotico nel fango della brughiera in Tenersi per mano di Joanna Briscoe», dice Chevalier. In altri, come La prima volta che vidi il tuo viso di Emma Donoghue, la frase di Jane Eyre diventa il trampolino di lancio per viaggiare indietro nel tempo, fino alla Germania di fine Ottocento, dove Miss Hall e Mary Benson,la moglie dell’arcivescovo di Canterbury, si macchiano del peccato di un amore saffico. Se in Lo scambio Audrey Niffenegger colloca Jane nel mondo contemporaneo, in un paese dilaniato dalla guerra, la penna originale ed eccentrica di Helen Dunmore si diverte a raccontare Jane Eyre dal punto di vista della governante ingelosita, mentre Tracy Chevalier – con la maestria che l’ha resa una delle scrittrici più lette e amate d’Italia, «in grado di donare il soffio della vita al romanzo storico» (Independent) – dipinge la relazione sentimentale di una coppia male assortita, «come margherite e gladioli, come pizzo e cuoio». Il risultato è una collezione di ventuno storie d’amore, diversissime per sensibilità, scrittura e intenzioni, che ruotano attorno a una medesima eroina dai mille volti: una donna determinata e coraggiosa, che combatte per vincere i pregiudizi e gli ostacoli della società. E che non ha paura di affermare la propria identità dicendo, a testa alta, con un sorriso affaticato ma fiero: io «l’ho sposato, lettore mio».
Per quale ragione «L’ho sposato, lettore mio» è una delle frasi più celebri e citate della letteratura inglese? La risposta, tutt’altro che ovvia, risiede nel capolavoro da cui è tratta: Jane Eyre (1847), la storia di un’orfana che, grazie alla sola intelligenza e caparbietà, riesce a convolare a nozze con il nobile signor Rochester. Per affermare il suo successo, e il cambiamento della propria condizione sociale, invece di dichiarare «mi ha sposata, lettore mio» – com’era da aspettarsi nella maschilista società vittoriana – Jane dice: «l’ho sposato, lettore mio». Una sfumatura nella forma verbale che ha lo scopo di rimarcare la coscienza femminile della protagonista, e quella dell’autrice Charlotte Brontë, e che si ergerà a manifesto, ispirazione e stimolo per tutte le scrittrici a venire. Quando Tracy Chevalier ha chiesto alle migliori autrici in lingua inglese di raccontare una storia ispirata a quella celebre battuta, non l’ha fatto solo per festeggiare i duecento anni della nascita di Charlotte Brontë, ma anche per ridare significato a quelle parole, per renderle di nuovo vive e attuali nella società odierna. «In alcuni racconti sono le nozze stesse a essere drammatiche, a causa di una dolorosa scheggia di vetro in Coppia mista di Linda Grant, o di un mutamento improvviso in Il matrimonio di mia madre di Tessa Hadley, o di un rapporto clandestino durante una cerimonia in Zambia, in Uomini doppi di Namwali Serpell, o di un incontro gotico nel fango della brughiera in Tenersi per mano di Joanna Briscoe», dice Chevalier. In altri, come La prima volta che vidi il tuo viso di Emma Donoghue, la frase di Jane Eyre diventa il trampolino di lancio per viaggiare indietro nel tempo, fino alla Germania di fine Ottocento, dove Miss Hall e Mary Benson,la moglie dell’arcivescovo di Canterbury, si macchiano del peccato di un amore saffico. Se in Lo scambio Audrey Niffenegger colloca Jane nel mondo contemporaneo, in un paese dilaniato dalla guerra, la penna originale ed eccentrica di Helen Dunmore si diverte a raccontare Jane Eyre dal punto di vista della governante ingelosita, mentre Tracy Chevalier – con la maestria che l’ha resa una delle scrittrici più lette e amate d’Italia, «in grado di donare il soffio della vita al romanzo storico» (Independent) – dipinge la relazione sentimentale di una coppia male assortita, «come margherite e gladioli, come pizzo e cuoio». Il risultato è una collezione di ventuno storie d’amore, diversissime per sensibilità, scrittura e intenzioni, che ruotano attorno a una medesima eroina dai mille volti: una donna determinata e coraggiosa, che combatte per vincere i pregiudizi e gli ostacoli della società. E che non ha paura di affermare la propria identità dicendo, a testa alta, con un sorriso affaticato ma fiero: io «l’ho sposato, lettore mio».
Mattinate fiorentine
Ruskin John
Curatore: Brilli A.
€ 23,00
2016, 231 p., ill., brossura
SE (collana Testi e documenti)
"Una guida per chi viaggia in Italia: ecco quanto, nei limiti del possibile, mi viene imposto dal dovere inerente al mio insegnamento in Oxford, quale necessario completamento al corso delle mie lezioni. Se un amico mi chiedesse quali cose si debbano vedere e studiare di preferenza a Firenze, in un limitato lasso di tempo, gli scriverei esattamente le lettere che qui seguono da presso; lettere o 'lezioni' che spero possano risultare utili a chiunque le legga nei luoghi che in esse sono descritti e dinanzi alle pitture in esse commentate".
Andare per l'Italia etrusca
Manfredi Valerio M.
€ 12,00
2016, 154 p., ill., brossura
Il Mulino (collana Ritrovare L'Italia)
La convivialità dei banchetti, il ricorso a pratiche divinatorie, la condizione emancipata della donna, la proprietà privata terriera, la pianta della città basata su cardo e decumano: elementi disparati di una medesima eredità, quella che ci deriva da un popolo fra i più affascinanti, gli Etruschi. L'itinerario, che non finisce mai di sorprendere, origina da Spina, nelle valli di Comacchio, percorre l'Etruria padana (Marzabotto e Bologna), si sofferma nei centri principali come Verucchio, Volterra, Populonia, Vetulonia, Vulci, Tarquinia, Cerveteri, per giungere poi alla Roma etrusca.
*descrizioni a cura delle rispettive case editrici.
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Aiutiamo Vincenza Sicari nella maratona più importante, quella per la vita. Firma la petizione lanciata da “Il Popolo Veneto - Giornale Italiano Fondato nel 1921” (clicca qui)
Leggi l'intervista de "Il Popolo Veneto" con Vincenza Sicari (clicca qui)