Ha preso il via la XIV edizione del BAFF Busto Arsizio Film Festival, evento cinematografico con proiezioni, concorsi e ospiti nazionali e internazionali, che si chiuderà il prossimo 19 marzo.
Laura Morante, una delle più grandi attrici italiane, è stata insignita del premio Platinum Dino Ceccuzzi all'eccellenza cinematografica, il prestigioso riconoscimento assegnato ogni anno dal B.A. Film Festival. Dopo l’esordio al cinema nel 1980, nel film di Giuseppe Bertolucci Oggetti smarriti, nel 1981 affianca Ugo Tognazzi in La tragedia di un uomo ridicolo di Bernardo Bertolucci. Con Nanni Moretti gira Sogni d’oro (1981) e Bianca (1984). In seguito recita nelle commedie italiane I ragazzi di via Panisperna (1988) di Gianni Amelio, Turné (1990) di Gabriele Salvatores, Ferie d’agosto (1996) di Paolo Virzì e Liberate i pesci (2000) di Cristina Comencini. Interpreta un ruolo di primo piano in La stanza del figlio (2001) di Nanni Moretti, per il quale vince il David di Donatello come miglior attrice protagonista. Nel 2012 esordisce come regista con la commedia Ciliegine e nello stesso anno è protagonista in Appartamento ad Atene di Ruggero Dipaola. Nel 2014 partecipa alla commedia Ogni maledetto Natale. Nel 2015 torna per la seconda volta dietro la macchina da presa con Assolo.
Laura Morante è stata ospite del presidente del B.A. Film Festival, Alessandro Munari, per un brunch di benvenuto e nel pomeriggio ha incontrato la stampa e gli studenti dell'Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni (Icma) nella splendida cornice di Villa Calcaterra, a Sacconago (Va), alla presenza del direttore artistico della kermesse, Steve Della Casa, di Alessandro Munari e del sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli.
Durante l’incontro l’attrice e regista ha raccontato il suo esordio, prima a teatro con Carmelo Bene, poi al cinema con Bertolucci nel 1980 nel film Oggetti smarriti: “In queste ultime settimane ho incontrato due scuole superiori. Parlavo agli studenti dei miei inizi teatrali con Carmelo Bene, di Laura Betti, di Antonioni, e vedevo delle facce stranite, non sapevano chi fossero. Personaggi che per noi rappresentano un passato recente, hanno contato e continuano a contare tanto. Oggi forse in questo paese non si è abbastanza attenti alla memoria. Carmelo Bene è stato un grande attore, regista, innovatore del teatro italiano, è stato una figura importantissima. Io ho iniziato come ballerina e la mia coreografa era una fan di Carmelo. Così ha mandato me e una mia amica nel suo camerino per invitarlo a bere qualcosa insieme. La prima sera siamo tornate senza esserci riuscite, così siamo state rispedite nuovamente la sera seguente e l’abbiamo invitato. Carmelo venne a bere un bicchiere insieme a noi, si presentò con Antonioni, e diventammo in qualche modo amici. Lui tra l’altro era un grande ammiratore di mia zia Elsa Morante, con me aveva un atteggiamento paterno. Io continuai a fare la ballerina prestata ogni tanto agli spettacoli teatrali di Carmelo Bene. Poi Bertolucci mi fece debuttare al cinema, cercava una ragazzina che interpretasse il ruolo di una drogata alla stazione di Milano, per il suo film Oggetti smarriti. Da lì iniziò tutto. Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi registi, ai tempi del cinema d’autore, che oggi non esiste più. Poi sono arrivati i film all’estero, grazie all’insuccesso in termini di numeri, di alcune pellicole che però giravano nei Festival, in Europa e nel mondo. Venivo presentata come l’attrice scelta da importanti registi per i loro film, avevo questo marchio di fabbrica che funzionava”.
Nel 2012 Laura Morante ha diretto la sua opera prima da regista “Ciliegine”, seguita nel 2015 da “Assolo”, uscito nelle sale a gennaio 2016, una commedia in cui interpreta Flavia, una donna fragile e insicura con due matrimoni falliti e due figli, che a più di cinquant’anni affronta per la prima volta la vita da single: “Una storia in cui mi sono tagliata un ruolo che mi ridicolizza, in molti mi hanno chiesto perchè mi fossi scritta un ruolo del genere ma a me piace il ridicolo. Ho incontrato molte difficoltà nel produrre il primo film come regista, ma non le attribuisco al fatto di essere una donna. Per fare “Ciliegine” ci sono voluti cinque anni, a causa di una serie di vicissitudini. Poi grazie ad Alain Resnais ho potuto girare questo film in Francia. Con la mia opera seconda, “Assolo”, è stato invece più semplice trovare un produttore. Mi sono sempre interessata al lavoro degli altri, davo suggerimenti, a volte riscrivevo le battute, ho sempre avuto un atteggiamento curioso riguardo come nasce un film, come si narra, non ho mai scelto un ruolo, ma sempre un film. Penso che ogni pellicola sia un’opera musicale e l’attore sia uno strumentista all’interno di un’orchestra, per questo devi dare il meglio di te. Quando faccio un film come attrice recito per il regista e ho bisogno di sentire una stima reciproca. Quindi recitare essendo diretta da me stessa rende tutto più difficile”.
Nel corso della sua straordinaria carriera, Laura Morante ha interpretato molti personaggi, ma il genere che preferisce è la commedia: “Mi piace la commedia che affronta temi gravi ma trattandoli con umorismo. Per me l’attore da commedia deve lasciare che il pubblico rida di lui. Mi sono sempre piaciuti i registi con un grande senso dell’umorismo, penso a Fellini, ma anche ad alcuni film di Risi e Monicelli. Umorismo per me vuol dire creare un controcanto, una dissonanza, rispetto a quello che è il momento. Penso ad esempio a Tolstoj, nel finale del libro Anna Karenina, dopo che lei si è suicidata gettandosi sotto un treno, lo strazio di Vronskij per la perdita dell'amata è supportato da un devastante mal di denti. Una cosa completamente dissonante con quello che si sta raccontando. Ho fatto tanti ruoli diversi, in Italia spesso mi fanno interpretare una moglie tradita, in Francia l’amante. A volte ho rifiutato alcuni film anche belli, perché mi proponevano personaggi sempre uguali”.
In futuro Laura Morante potrebbe dirigere un nuovo film: “Io so lavorare solo mettendoci impegno, anima, non riesco a fare le cose in modo superficiale, senza sentimento. Mi piacerebbe fare un terzo film da regista. Vedremo se ci sarà la possibilità”.
In serata Laura Morante ha incontrato il pubblico al Teatro Sociale di Busto Arsizio per un saluto affettuoso alla città e per introdurre la proiezione del suo ultimo film, Assolo.
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