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“Lo zoo di vetro”: Intervista con Elisa Silvestrin

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di Francesca Monti
Abbiamo avuto il piacere di intervistare Elisa Silvestrin, talentuosa attrice, conduttrice, inviata, nonché presentatrice dei palinsesti di Raiuno, attualmente impegnata al Teatro dell’Angelo di Roma con lo spettacolo “Lo zoo di vetro”, un grande classico di Tennessee Williams, in cui interpreta Laura, regalando al personaggio una grande carica emotiva.
In questa intervista che ci ha gentilmente concesso (grazie a Nicola Conticello), Elisa Silvestrin ci ha parlato dello spettacolo “Lo zoo di vetro”, di Laura, il personaggio da lei interpretato, dei ricordi legati alla sua partecipazione a Miss Italia in cui arrivò seconda nel 2006, dei prossimi progetti e del forte legame con la sua terra d’origine: il Veneto.
Elisa, sei in scena a Roma, al fianco di Pamela Villoresi, con lo spettacolo “Lo zoo di vetro” di Tennessee Williams, tua seconda esperienza teatrale dopo “Antigone”, in cui interpreti Laura. Puoi parlarci del tuo personaggio?
“Laura è la figlia di Amanda (Pamela Villoresi), è una ragazza estremamente timida, in modo patologico, tanto da farla diventare inabile a vivere. Infatti non riesce nemmeno a finire gli studi, un corso da segretaria a cui l’aveva iscritta la madre. E’ una ragazza diventata zoppa in seguito ad una malattia avuta durante l’infanzia e questo, che in realtà è un piccolo difetto, all’interno della famiglia non viene accettato, non ne si può parlare, è quasi un tabu. Questo fatto le causerà dei grandi complessi. Inoltre è stata abbandonata dal padre che se ne è andato, lasciando la famiglia, ha una scarsa autostima e si rifugia nel suo mondo di sogni e fragili illusioni che è rappresentato dallo zoo di vetro, che è una collezione di oggettini e animaletti di vetro che costituiscono la sua isola felice. Laura, come le sue statuine, è una ragazza trasparente, pura e fragile. Pur essendo il personaggio con una psicologia più debole all’interno dello spettacolo è quella che ha più umanità e bontà d’animo di tutti. Questo è il suo pregio. La madre è preoccupata perché non sa quale futuro potrà avere la figlia visto che ha queste difficoltà e chiede al fratello di Laura, Tom, di trovare un ragazzo da sposare. Tom porta a casa una sera Jim che era un suo compagno del liceo che alla fine bacerà Laura, salvo poi confessarle di avere già un’altra ragazza. E quindi Laura ritorna nel suo mondo, anzi a un certo punto del dramma, Jim romperà una delle statuine dello zoo di vetro che rappresenta proprio la rottura anche di Laura, quindi sembrerà che questo ragazzo sia riuscito a cambiarla, a darle quella svolta necessaria, invece poi Laura torna nel suo mondo, quando Jim le confessa di avere un’altra”.
Come ti sei preparata per interpretare questo personaggio?
“Sono andata a vedere tutte le mie fragilità, le mie insicurezze, la mia timidezza e le ho tirate fuori. E’ stato bello”. 
Dopo Roma, porterete lo “Zoo di vetro” in tournée?
“Sì, anzi iniziamo proprio dal mio paese, Oderzo (Tv) e facciamo il Veneto, poi andremo nelle Marche e in Molise da gennaio 2016”.
La tua carriera è iniziata nel 2006 quando sei arrivata seconda a Miss Italia. Che ricordi hai di quell’esperienza?
“E’ stata una bellissima esperienza. Ricordo che a diciannove anni era la mia prima volta in televisione ed ero estremamente timida. In questo mi riconosco in Laura. Avevo paura perfino a dire il mio nome e cognome. A differenza di Laura però, i miei limiti, le mie timidezze le ho affrontate e le ho vinte”.  
Poi hai fatto tantissimi lavori, hai preso parte come concorrente a “Ballando con le stelle”, hai recitato in famose fiction come “Un passo dal cielo 3”e “Le tre rose di Eva 2”, hai presentato diversi programmi, hai fatto l’inviata e sei l’annunciatrice dei palinsesti di Raiuno. Tra tutte queste esperienze ce n’è una a cui sei più legata?
“Ho fatto tutto con entusiasmo, sono cose diverse tra di loro ma le ho affrontate cercando di dare sempre il massimo. Non ti nego che nel teatro però riesco a trovare maggiore soddisfazione perché riesco ad esprimere di più quello che ho dentro. E’ l’occasione per tirare fuori e rivivere delle emozioni uniche. Però faccio tutto con amore e con gioia”.
In quali progetti sarai impegnata prossimamente?
“Sempre con il teatro, farò una commedia questa estate, e un altro spettacolo per la prossima stagione.
Un invito ai nostri lettori a venire a teatro a vedere “Lo zoo di vetro”…
“Torno a casa con una grande emozione e soddisfazione. Manco da dieci anni e adesso torno al mio paese portando quello che ho imparato. Invito tutti a venire a vederci. E’ una cosa che mi riempie d’orgoglio. Sono molto legata alle mie origini, appena posso vado in Veneto, perché è splendido nella sua natura e per me rappresenta casa. Io mi sento veneta, ci mancherebbe”.

Evento 2016: Marco Paolini porta il suo spettacolo “Ballata di uomini e cani” a Padova

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Marco Paolini dedica anima e corpo a Jack London nel ritmo ipnotico di “Ballata di uomini e cani”

Selvaticamente romantico e poeticamente innevato, Marco Paolini - mercoledì 24 febbraio 2016 al Gran Teatro Geox di Padova - dedica anima e corpo a Jack London nel ritmo ipnotico di “Ballata di uomini e cani”. Un autore di culto London, che come per Paolini ci riporta all’immaginario adolescenziale delle pagine eterne di “Zanna Bianca” e rivive sul palco liberato dalla vecchia iconografia di scrittore per ragazzi, assumendo i tratti pulp di un solitario errante sempre in lotta per la sopravvivenza, cercatore d’oro e sogni, perso nei meandri delle umane contraddizioni, scrutate attraverso lo sguardo implacabile del cane.

Le forze della natura non si fermano mai come le dinamiche individuali, in questo flusso ondivago Paolini plasma il mosaico di racconti in un fascinoso canovaccio drammaturgico, ricco di suggestioni e colmo di riflessioni sul perché di azioni e destino. Lo fa con la consueta maestria che riesce a farci captare il senso profondo delle cose attraverso la testimonianza orale, in continuo mutare di accenti e toni destruttura e gioca con gli stilemi di dolore solitudine, disagio, frammentando le emozioni in mille pezzi con lo strumento che sa usare meglio: la parola. Divaga, affonda, libra, tra slitte, boschi, ghiacciai, casette in Canada, elaborando uno stile epico che svela le ragioni sottese della ricerca mai paga di questo colto e raffinato artista moderno cantastorie della memoria.

"Ballata di uomini e cani è un tributo a Jack London. A lui devo una parte del mio immaginario di ragazzo, ma Jack non è uno scrittore per ragazzi, la definizione gli sta stretta. È un testimone di parte, si schiera, si compromette, quello che fa entra in contraddittorio con quello che pensa. È facile usarlo per sostenere un punto di vista, ma anche il suo contrario: Zanna Bianca e Il richiamo della foresta sono antitetici. La sua vita è fatta di periodi che hanno un inizio e una fine e non si ripetono più. Lo scrittore parte da quei periodi per inventare storie credibili dove l’invenzione affonda nell’esperienza ma la supera. La produzione letteraria è enorme, e ancor più lo è pensando a quanto poco sia durata la sua vita. Sono partito da alcuni racconti del grande Nord, ho cominciato questo spettacolo raccontando le storie nei boschi, nei rifugi alpini, nei ghiacciai. Ho via via aggiunto delle ballate musicate e cantate da Lorenzo Monguzzi. Ma l’antologia di racconti è stata solo il punto di partenza per costruire storie andando a scuola dallo scrittore. So che le sue frasi non si possono “parlare” semplicemente, che bisogna reinventarne un ritmo orale, farne repertorio per una drammaturgia".

"Ballata di uomini e cani è composto di tre racconti della durata di circa mezzora ciascuno. Tra le traduzioni che ho letto preferisco quella di Davide Sapienza. I racconti che ho trascritto oralmente sono Macchia, Bastardo e Preparare un fuoco e in tutti e tre uomini e cani sono coprotagonisti. Lo spettacolo ha la forma di un canzoniere teatrale con brani tratti da opere e racconti di Jack London e con musiche e canzoni ad essi ispirate che non svolgono funzione di accompagnamento ma di narrazione alternandosi e dialogando con la forma orale". Marco Paolini-

I biglietti sono in vendita al sito www.zedlive.com e www.fastickets.it, presso il circuito di prevendite Fastickets (elenco completo su www.zedlive.com; a Padova Coin Ticket Store), SuperFlash, Unicredit, Cariveneto e Ticketone.

MARCO PAOLINI - BALLATA DI UOMINI E CANI
Gran Teatro Geox - Padova
mercoledì 24 febbraio 2016, ore 21:30


“Gli ultimi saranno ultimi”: Intervista con Lara Balbo

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di Francesca Monti

Lo scorso 12 novembre è uscito al cinema “Gli ultimi saranno ultimi”, il nuovo film di Massimiliano Bruno (con Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio). Tra gli interpreti di questa commedia amara e attualissima c’è una giovane attrice veneta, originaria di Legnago (Vr), già protagonista dello spettacolo di grande successo, inserito nella rassegna del Globe Theatre, dal titolo “Molto rumore per nulla” (con la regia di Loredana Scaramella), dotata di grande talento, tanto da essere stata scelta, tra più di 100 attrici, per interpretare un ruolo, quello di Matilde, in dialetto romano.

Lei è Lara Balbo e in questa intervista che ci ha gentilmente concesso (grazie a Marco Giovannone), ci ha parlato di Matilde, il personaggio che interpreta nel film “Gli ultimi saranno ultimi”, di come si è avvicinata alla recitazione, dello spettacolo teatrale “Odissea - Nessuno Ritorna”, in cui riveste il ruolo di Nausicaa, dell’evento per la sensibilizzazione sulla violenza verso le donne, “Dedicato”, a cui ha preso parte e dei prossimi progetti.
Lara, il 12 novembre è uscito nelle sale “Gli ultimi saranno ultimi”, il nuovo film di Massimiliano Bruno e tuo esordio cinematografico, in cui interpreti Matilde, una giovane ragazza che provoca il licenziamento di Luciana (Paola Cortellesi). Puoi parlarci del tuo personaggio?

“Matilde è una ragazza molto semplice, giovane, inesperta, che entra nel mondo del lavoro quasi improvvisamente grazie alla protagonista Luciana e che purtroppo non si comporta bene nei suoi confronti, perché trovandosi anche lei di fronte a un’eventuale precarietà in quanto le hanno proposto soltanto un contratto da tre mesi, va a raccontare al capo che Luciana è incinta provocandone il licenziamento. Non lo fa con cattiveria e comunque senza immaginare le conseguenze che saranno tragiche e se ne pente moltissimo nel momento in cui si rende conto che poteva andare diversamente. E’ una ragazza molto timida, ingenua, intimidita da quello che è il mondo degli adulti”.
Come ti sei preparata per interpretare questo personaggio?

La responsabilità maggiore che avevo era non tanto il personaggio che comunque era molto bello e mi ha dato una grande soddisfazione come attrice, quanto il fatto che dovessi parlare in romano e io sono veneta. Ho fatto una full immersion di video di gente che parlava romano e poi la cosa curiosa è proprio che in quel periodo stavo dando ripetizioni scolastiche ad adolescenti romani, e quindi da loro ho appreso moltissimo sia negli atteggiamenti che nel modo di parlare. Dal punto di vista del personaggio vero e proprio, parlando con il regista e facendo le prove con gli altri attori, abbiamo trovato un po’ le caratterizzazioni”.
Come ti sei trovata sul set?

“Mi sono trovata benissimo, c’era un’atmosfera molto serena, molto bella, soprattutto ho lavorato con professionisti di altissimo livello, che hanno una grande umiltà e sono molto dediti al lavoro. Questa loro dedizione mi ha permesso di fare bene anche il mio lavoro. Ho imparato tantissimo e sono stata molto cullata, sostenuta, curata da loro. Quindi è stato un debutto molto importante”. 
Come ti sei avvicinata alla recitazione?

“Mi sono avvicinata alla recitazione un po’ tardi nel senso che dopo la maturità sono andata a Milano a studiare danza, non pensando di poter fare recitazione realmente. Poi dopo un anno che facevo danza contemporanea, ho capito che non era quella la mia strada, e ho deciso di punto in bianco di andare a Roma a studiare recitazione. Ho iniziato a studiare e ho avuto la conferma poi che era la strada giusta per me”.
Sarai in scena a teatro con lo spettacolo “Odissea - Nessuno ritorna” di Matteo Tarasco, che chiude un trittico iniziato con “Eneide - Ciascuno patisce la propria ombra”  e “Iliade - Le lacrime di Achille”.Puoi parlarci di questo spettacolo?

“Il regista ha riadattato l’Odissea mettendo in scena i tre personaggi femminili che incontra Ulisse ossia Nausicaa, Calipso e Circe e ognuna di loro racconta in forma di monologo quello che è stato il suo incontro con Ulisse, quindi il momento anche d’amore che ognuna ha vissuto con lui e l’abbandono da parte di quell’uomo che hanno iniziato ad amare. E’ uno spettacolo molto bello, sono stati presi i testi da Margareth Atwood, da Pavese e da altri autori. Io interpreto Nausicaa, che è la figlia del re dei Feaci, è un personaggio molto profondo, che mostra quella che è la fragilità di un’adolescente che si crea una fantasia d’amore con un uomo e una volta abbandonata diventa una sorta di piccola Lolita devastata dal dolore”.
Il 9 novembre scorso hai preso parte a “Dedicato”, un evento di beneficenza molto importante per sensibilizzare su un tema purtroppo molto attuale: la violenza sulle donne…

“Il tema è toccante, per una donna ancora di più, è stato molto bello. Ho letto un monologo, insieme a Barbara De Rossi e Simona Marchini, che sono due figure molto importanti per me, tratto da “Ferite a morte” di Serena Dandini che raccontava la storia di una 16enne di New York che una mattina è stata violentata e ammazzata da uno sconosciuto, con cui non aveva alcun tipo di relazione. Una cosa molto cruda. E’ stata un’esperienza che mi ha fatto riflettere, pensare, perché purtroppo sono cose che accadono quotidianamente. Preparandomi ho dovuto leggere il libro e ogni storia era un colpo allo stomaco perché racconta una realtà devastante, ci sono cose allucinanti, la donna viene massacrata nella sua dignità, nel suo essere donna. Però succede ed è giusto che lo diciamo ad alta voce affinché queste donne prendano coraggio per annientare questa sorta di sistema che si è creato e parlino, vadano a denunciare, senza avere paura. Questo era l’obiettivo dell’evento, sensibilizzare su questo tema”.
Quali altri progetti hai in programma?

“A gennaio prenderò parte allo spettacolo “Iliade”, sempre con Matteo Tarasco e poi siamo sempre in moto con i colleghi attori per scrivere delle cose da portare in scena, anche in realtà più piccole”.
Un invito ai nostri lettori ad andare al cinema a vedere “Gli ultimi saranno ultimi”…

“Venite perché è una storia che racconta di tutti noi, che ci fa riflettere, pensare, e che ci emoziona soprattutto, e in questo momento storico abbiamo tanto bisogno di emozioni”.

Blandizzi "Da noi in Italia" il nuovo album in uscita venerdì 27 novembre

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Il nuovo album in uscita il 27 novembre anticipato in radio dal singolo “Da noi in Italia”

Blandizzi torna con un nuovo album dal titolo “Da noi in Italia” in uscita il 27 novembre che vede in un brano la partecipazione straordinaria di James Senese e gli arrangiamenti di Gigi De Rienzo.

In questo benedetto assurdo Belpaese: “E’ un affare venire qui in Italia, dove tutto funziona con l’Amalia”; è così che Lino Blandizzi canta nella prima traccia, “Da noi in Italia”, che dà anche il titolo al suo nuovo lavoro discografico (Graf Music/Audioglobe).

Dodici brani che sottolineano, due anime dell’Italia: una corrotta che dà pugni nello stomaco e una sana a cui bisogna riaccendere il cervello. Con sonorità folk-pop un po’ bizzarre, l’espressività della voce di Blandizzi e la spada ben affilata dell’ironia, il singolo apripista introduce al “sistema” che spinge all’inganno: trovare la soluzione più semplice nell’apparente bellezza di “Donn’Amalia” per cui “devi avere uno stato mentale di fare niente e in cambio volare”.

Passi storici tra passato e presente. “Da noi in Italia”, questione solo di mentalità.

Tracklist

La seconda traccia dell’album “Nessuno è più diverso”riecheggia con il bandoneon atmosfere argentine, rappresenta il sogno di una società più giusta e più tollerante e che sappia cancellare tutte le diversità. Brano nato durante alcuni percorsi laboratoriali diretti dall’artista sia con la scuola che con il carcere.

La terza traccia “Il Commissario Ricciardi”,  invece, ci porta nella storia della Napoli povera, ma entusiasmante degli anni trenta . Canzone struggente e melanconica, ispirata al protagonista dei romanzi di Maurizio de Giovanni, uno dei giallisti più apprezzati d’Italia. Entrare nelle pagine di un libro, uscirne tra “gli odori, i suoni, le luci” - “e poi Enrica, il ragù la domenica, la voce del mare”. Blandizzi conferma la capacità di esprimere attraverso il suo canto poetico la percezione e la congiunzione di immagini, paesaggi, parole, sguardi, persone: essenza di ogni nota musicale.

“E’ la vita, la vita”è un omaggio a Enzo Jannacci, che con sapiente ironia fa una critica alla società. Non a caso la scelta di questa canzone; Blandizzi ricorda con tenerezza i suoi primi accordi e il primo spettacolo parrocchiale con la sua band del quartiere.

“E la nostra notte farsi altrove giorno”, una ballad che tocca, con estrema sensibilità, il disagio dei giovani che diventano quasi degli esuli volontari, costretti ad andare via dall’Italia a costruirsi fuori dal proprio Paese una vita che spezza le radici.

“Curo di me” dall’atmosfera pop e al contempo mistica, richiama la propensione di Blandizzi a dare note alla poesia d’autore. In questo caso aggiunge versi e musica a una poesia tutta al femminile dando voce alla sua anima. “Curo di me la gioia del mio cuore, indosso rossi cappelli e porto sfumati fiori. Vivo di me tra puntini sospensivi, e continuo a distrarmi dalla mia stessa vita”. Quando le parole hanno già la musica dentro e l’amore nel senso più ampio, la poesia diventa canzone.

“Salvate Venere, Salviamo Venere”brano che richiama tutti alla salvaguardia dei beni artistici e culturali e che si dimostra essere la naturale prosecuzione dell’ impegno culturale, sociale ed artistico di Blandizzi.

“Il buongiorno del caffè”, dedicata alla bevanda simbolo di italianità nel mondo, che è una vera filosofia di vita. E come “Na tazzulella ‘e cafè” di Pino Daniele è molto più di un liquido rigenerante. Il brano ha fatto il suo ingresso sul mercato insieme al libro “Caffè di Napoli”. Un’antologia nata dalla penna di 25 scrittori.

“Quelli con le ali” nona traccia del CD, un brano dedicato alle 40 vittime della tragedia del bus di Monteforte Irpino sull’A16 che il 28 luglio del 2013 precipitò dal viadotto Acqualonga. “Di quel viaggio nella fede è stato un volo” - Note struggenti di Blandizzi che si fanno balsamo dell’anima, che chiedono di non dimenticare e di cercare la verità. A due anni dalla tragedia, le Associazioni costituite dai familiari, restano ancora in attesa di una sentenza che renda giustizia.  

“Il sorriso dei Saharawi”: La dura vita nel deserto non spegne il sorriso dei bambini Saharawi che annualmente vengono accolti dall’Italia, ospitati da Associazioni di volontariato che Blandizzi segue da alcuni anni. La sua musica diventa un incontro al di là delle etnie. “Sono angeli al fronte, sempre pronti a danzare, molto più alti delle nuvole e del fucile da imbracciare”.

Nell’album hanno uno spazio privilegiato, le proprie radici e il ricordo del grande artista Renato Carosone, cui Blandizzi fa un omaggio con “T’aspetto ‘e nove”, perla melodica e struggente brano d’amore.

“Con un paese nel cuore”, vanta un super-ospite come James Senese. Il suo personale linguaggio, il suono incredibile e inconfondibile del suo sax dice Blandizzi: “entra nel mondo delle mie immagini, impreziosendole”. Il brano è un viaggio lungo la storia dell’Italia che riporta alla luce la memoria e il sapere. Gli italiani sono “saliti sul treno del tempo con in testa il futuro. Ed ecco strade, ponti, scuole… e con questi gli ideali, la passione, la cultura, i valori...”.

Lino Blandizzi, cantautore partenopeo. I primi passi nel mondo discografico arrivano con la pubblicazione del primo album: “Lo specchio delle verità” nel ’90, seguito da un Q disc “Cercasi esorcisti” nel ‘94 e dall’omonimo “Blandizzi” nel ’96. Casuale e fortunato risulta l’incontro con una delle ultime “voci” della tradizione autentica napoletana espressa nel mondo ai livelli più alti: il maestro Sergio Bruni che, dopo aver ascoltato una sua canzone in lingua, “Ma dov’è”, da lui definita romanza, gli propone di inciderla e cantarla insieme. Il duetto con Blandizzi è l’ultimo lavoro discografico che il Maestro ha lasciato con un’emozionante documento video.    Nel 2003 esce il suo album “Abbiccì”ed è subito in copertina sulla rivista specializzata “Musica e Dischi”. Il brano “Abbiccì” tratto dall’alfabeto, primo strumento di comunicazione, è pubblicato anche come singolo in versione CD – DVD, diventando iniziativa pedagogica nelle scuole. (Sigla dei programmi di Rai Due “Nord, Sud, Ovest, Est” e “Sicuri di notte”. Con la canzone “Mi Metto Il Casco !?!” Blandizzi è testimonial della campagna di sensibilizzazione sull’utilizzo del casco che lo porta ad una intensa attività live. Il 27 maggio 2004 si esibisce in concerto nel Teatro di Corte nel Palazzo Reale di Napoli che precede un tour nei teatri dell’Opera in Egitto. Da quella intensa collaborazione con Sergio Bruni, il 28 novembre 2005 al teatro Augusteo di Napoli riceve il “Premio Sergio Bruni” trasmesso da Rai tre. Nel 2011 pubblica “Il mondo sul filo”, un lavoro che vuole rappresentare la condizione della vita dell’uomo in precario equilibrio, in bilico sul filo sottile e teso dell'esistenza. L’album esprime “essenzialità”, “chiarezza”, “impatto immediato”, sicuramente un album più maturo che scopre una visione più cruda e profonda del mondo.



Il 30 novembre al Teatro Dal Verme di Milano, il compositore e direttore d'orchestra Gabriele Ciampi dirigerà l’Orchestra I Pomeriggi Musicali

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Dopo i numerosi riconoscimenti negli Stati Uniti e il grande successo riscosso lo scorso anno all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dove aveva presentato “The Minimalist Evolution”, il compositore e direttore d’orchestra Gabriele Ciampi tornerà in concerto in Italia il 30 novembre, al Teatro Dal Verme di Milano (via S. Giovanni sul Muro, 2 - inizio spettacolo ore 21.00). Il compositore dirigerà la prestigiosa Orchestra I Pomeriggi Musicali, sulle note delle sue composizioni.

I biglietti sono disponibili in prevendita sul circuito TicketOne (www.ticketone.it) e presso la biglietteria del Teatro Dal Verme di Milano (dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle ore 19.00 -  domenica e lunedì: chiuso).

Lo spettacolo che verrà proposto sarà caratterizzato dalla grande varietà del programma e dei suoni, basata sul crescendo strumentale, in cui le composizioni di Gabriele Ciampi avranno il massimo impatto narrativo ed emozionale sul pubblico spettatore.

«La mia Musica è un omaggio al classicismo, le forme classiche sono alla base delle mie composizioni, conoscere bene il passato permette di costruire il futuro. La particolarità di questo concerto a Milano è la varietà del programma proposto – spiega il compositore Gabriele Ciampi - Si parte con una Suite per chitarre e orchestra per passare ad una parte cameristica con un trio, per poi terminare con il Concerto per Pianoforte e orchestra in La Maggiore con il quale ho vinto i Los Angeles Music Awards nel 2012 e che è stato successivamente eseguito alla Casa Bianca dal pianista David Osborne in occasione del concerto di Natale riservato alla famiglia del Presidente Obama. Questo concerto per pianoforte sarà eseguito per la prima volta in Italia in versione "integrale" (3 movimenti) e interpretato dalla giovane pianista Stefania Argentieri e dall'Orchestra I Pomeriggi Musical. Il programma musicale si basa su un crescendo strumentale, dopo il Trio in apertura le chitarre acustica e classica si uniranno all'Orchestra I Pomeriggi Musicali per eseguire i 6 brani che costituiscono la Suite per chitarre e orchestra. Il Concerto per pianoforte e orchestra rappresenta il culmine di questo crescendo in cui tutti gli strumenti vengono coinvolti e dialogano tra loro. La scrittura e lo stile classico sono alla base di questa composizione che però lasciano aperta una porta alle sonorità moderne senza stravolgere il linguaggio».

L’Orchestra I Pomeriggi Musicali è nata nell’immediato secondo dopoguerra in una Milano tutta presa dal fervore della ricostruzione, ed è il frutto dell’incontro tra l’impresario teatrale Remigio Paone e il critico musicale Ferdinando Ballo. Il primo pensava ad una formazione da camera con cui eseguire il repertorio classico, il secondo a una orchestra in grande stile che sviluppasse un repertorio di musica contemporanea e d’avanguardia. Oggi I Pomeriggi Musicali sono una Fondazione costituita dalla Regione Lombardia, dal Comune di Milano, dalla Provincia di Milano, e da enti privati, riconosciuta dallo Stato come istituzione concertistico-orchestrale e dalla Regione Lombardia come ente primario di produzione musicale.

Gabriele Ciampi nel suo percorso di formazione ha unito gli studi classici ad un più moderno approccio alla musica, tipico della scuola Americana ma, ancora oggi, compone affidandosi ad un metodo compositivo tradizionale, fatto solo di pianoforte, carta e matita. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali: la medaglia “Eccellenza Italiana, conferita dal Senato della Repubblica Italiana, la Green-card per Extraordinary Ability, rilasciata dal governo americano, il premio “Instumental Artist of the Year ai Los Angeles Music Award e il riconoscimento Primidieci-Under 40 2014 assegnato dalla PrimiDieci Society, in partnership con la Italy-America Chamber of Commerce of New York, a dieci italiani under 40 residenti negli USA che si sono distinti per la qualità dei loro progetti e per la professionalità dimostrata nel loro settore. Nel 2012 a Mosca e nel 2013 all’Auditorium Parco della Musica di Roma Gabriele Ciampi ha presentato lo spettacolo “A Christmas Carol”, con musiche da lui scritte e dirette. Nel 2014 ha pubblicato l’album “The Minimalist Evolution”, presentato lo stesso anno in un concerto a Los Angeles, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, e all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Gabriele Ciampi è riconosciuto nel mondo concertistico internazionale anche come compositore che scrive e dirige la sua musica accompagnato dalla propria orchestra, la CentOrchestra, con cui il Maestro collabora tra America ed Europa dal 2011, anno in cui il maestro l’ha fondata unendo 6 primi violini, 4 secondi violini, 4 viole, 4 violoncelli, 2 contrabbassi, 1 flauto, 1 oboe, 1 clarinetto, 1 fagotto, 1 corno, timpani e percussioni, 1 pianoforte, 1 chitarra classica e 1 chitarra acustica.

GABRIELE CIAMPI DIRIGE L’ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
30 novembre 2015
Teatro Dal Verme - MILANO
(Via S. Giovanni sul Muro, 2)
Inizio concerto ore 21.00 - Ingresso 15 euro / riduzione per studenti 10 euro


Domenica 29 novembre il coro Joy Singers a "Candiani Groove"

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Il coro Joy Singers è da oltre quindici anni un punto di riferimento per la coralità pop e gospel a livello nazionale. Il suo repertorio spazia dai grandi classici del gospel e dello spiritual al contemporary gospel, ma propone anche incursioni in tutti gli stili della musica afroamericana, dal jazz al funky, dal pop al soul, senza escludere la musica caraibica e quella africana. Al coro ha ottenuto sempre larghi e pressoché  unanimi consensi, grazie a spettacoli coinvolgenti ed emozionanti. I numerosi premi vinti in concorsi nazionali e internazionali testimoniano anche l’apprezzamento da parte degli addetti ai lavori. Tra le caratteristiche più apprezzate del coro veneziano vi sono l’omogeneità delle voci e la ricchezza degli arrangiamenti vocali. Fondato nel 1998 ed ancor oggi diretto dal veneziano Andrea D’Alpaos - che dal 1992 al 1998 aveva guidato il Venice Gospel Ensemble - il coro conta su venti voci e sull’accompagnamento strumentale della Soul Shakers Band (due tastiere, fra cui una di D’Alpaos, basso e batteria) ma anche, soltanto per alcuni esclusivi progetti artistici, di un qualificato quartetto d’archi. Hanno suonato con Joy Singers, fra gli altri, i pianisti Claudio Zaggia e Marco Ponchiroli, il batterista Davide Ragazzoni, la bassista Rosa Brunello.
Oltre ad aver svolto un’intensa attività concertistica in teatri e chiese, soprattutto ma non solo nella nostra regione, il coro ha pubblicato sin qui cinque dischi, l’ultimo dei quali, “The Joy of Christmas with Friends”, è uscito in occasione del Natale 2013. Vanno inoltre ricordate le importanti collaborazioni con artisti del calibro di Andrea Bocelli (nel Cd “Sogno”), di Massimo Ranieri, Le Orme, Kool and the Gang, la Banda Osiris, ma anche le numerose partecipazioni a trasmissioni radiofoniche e televisive, oltre che alla colonna sonora del film “Amarsi può darsi”, con Paola Cortellesi e Claudia Gerini. Nel 2014 i Joy Singers hanno prodotto e portato in tournée, esibendosi anche in festival di musica classica, il nuovo progetto “Consonanze - un viaggio dal Barocco al Gospel”, ed hanno tenuto due concerti a Londra, nella chiesa di St. Paul a Thortorn Heath ed alla Trueman Brewery, per il Christmas Foodies Festival.

Si preannuncia come una serata davvero speciale quella preparata dal maestro Andrea D’Alpaos per il pubblico del Candiani, quella di domenica 29 (ore 18.00). I Joy Singers presenteranno nell’occasione un nuovo progetto che li vede affiancati, oltre che dalla consueta sezione ritmica, da un quartetto d’archi. Non è la prima volta – gli archi sono stati utilizzati sia in alcuni brani dell’ultimo disco che nel “viaggio” del 2014 “dal Barocco al Gospel” – ma mai prima è stato fatto in maniera così estesa. Si cercheranno di sperimentare, sfruttando la pregevole acustica dell’auditorium del Candiani, diverse possibilità di diffusione del suono. Ai brani più noti ed amati del gruppo – che vanno dalla tradizione gospel ai più celebri musical di Broadway – si aggiungeranno alcuni successi pop, da Sting a Elton John, ma verrà anche reso omaggio a Michael Jackson ed al suo gruppo degli esordi, i leggendari Jackson Five. Il tutto è stato riarrangiato per l’occasione da Andrea D’Alpaos per cercare di sfruttare al meglio le molteplici suggestioni sonore offerte dal suono degli archi.

Domenica 29 novembre, inizio ore 18.00
Coro JOY SINGERS
diretto da ANDREA D’ALPAOS
con Soul Shakers Band & String Quartet
“Joy’ n’ Strings”

Ingresso: intero € 8, ridotto € 5

Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7
Auditorium quarto piano

Informazioni
Centro Culturale Candiani, tel. 041.2386126, candiani.comune.venezia.it
cell. 340.3829357 - 335.6101053, fax 041.962205, www.caligola.it - info@caligola.it

Prevendite
Biglietti acquistabili presso la biglietteria del Centro Culturale Candiani 041.2386126

La biglietteria è aperta con il seguente orario:
martedì e giovedì 10.00-12.00 e 16.00-18.00; mercoledì e venerdì 10.00-12.00; il 29 novembre dalle ore 16.00 fino a inizio spettacolo.

Riduzioni per possessori Candiani Card e Carta Cinemapiù, IMG Card, Associazione Caligola, studenti


Al Flat di Mestre un weekend tra rock e dance: venerdì 27 i Mother Island e sabato 28 Relé Modern Disco

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Si chiude il mese di novembre presso l'associazione Flat di Mestre, con un weekend all'insegna di rock e dance. Saranno infatti due appuntamenti gli che rinnovano altrettante sinergie di questa seconda stagione. 

L’etichetta Go Down Records proporrà, venerdì 27 novembre (ore 22.00), i Mother Island, band di sei elementi dalla provincia di Vicenza con influenze rock che guardano all'America degli anni Sessanta, passando per i Jefferson Airplane, i Velvet Underground e molti altri. Si definiscono un “teatro magico e uno spazio lunatico” in cui la prima psichedelia, unita a quella più contemporanea, trova uno spazio maturo, senza rinunciare a una dimensione sognante e vibrante. La voce di Anita Formilan, in particolare, ricorda la grande Grace Slick ma vagamente anche Janis Joplin, e fa immergere in un’atmosfera acida ma pregna di energia, che è anche quella che la band riesce a creare. Il loro primo album, “Cosmic Pyre”, è uscito da qualche mese e li ha portati in tour in tutta Italia.

Sabato 28, invece, il salottino di via Torino 133 ospita la musica dance elettronica di “Relé Modern Disco”, evento a cura di Alex Del Duca per una serata tutta da ballare tra Nu Disco, Italo Disco, '80s Synthpop, Future e Retro-Electro.

Inizio ore 22.00. Contributo consigliato 5 euro con tessera ARCI obbligatoria.
Associazione Flat 
via Torino 133, Mestre (VE)
Ingresso riservato ai soci ARCI.
Info: associazione.flat@gmail.com; Facebook: associazione.flat

CALENDARIO

Venerdì 27 novembre, ore 22.00
Go Down Records presenta i
Mother Island

Sabato 28 novembre, ore 22.00
Relé Modern Disco a cura di Alex Del Duca


Domenica 6 dicembre Keptorchestra Reunion per un omaggio a Marco Tamburini, a Mestre

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A quasi un ventennio dal suo scioglimento, ed in esclusiva per il Candiani di Mestre, si riunisce la Keptorchestra, big–band fra le più importanti del jazz italiano contemporaneo, per rendere omaggio all’amico Marco Tamburini, prematuramente scomparso lo scorso 29 maggio, che fu uno dei suoi fondatori, oltre che fra i suoi più autorevoli ed apprezzati esponenti. Vent’anni dopo, e con tante cose ancora da raccontare, perché gran parte di quelli che erano allora i suoi giovani solisti sono diventati oggi protagonisti di primo piano del nostro movimento jazzistico. Un forte nucleo veneto, maggioritario (che, oltre a Marini, De Vincenzo e i fratelli Tonolo, comprendeva anche il sassofonista Maurizio Caldura, morto nel 1998), tre musicisti emiliani (Rossi, Odorici e Tamburini), tre lombardi (Negri, Sandro Gibellini e Marco Vaggi, poi sostituito dall’americano Marc Abrams) ed una coppia di jazzisti genovesi (Kramer e Casati), hanno dato vita nella seconda metà degli anni Ottanta a quella che sarebbe diventata in pochi anni un punto di riferimento del jazz orchestrale nel nostro paese.

La big–band, miracolosamente sopravissuta per circa un decennio, si presentava come una sorta di laboratorio aperto, che ha consentito a molti dei suoi membri di fare le prime importanti esperienze nel campo dell’arrangiamento e della composizione. Va detto, in generale, che le cosiddette big–band – al centro dello sviluppo e del successo del jazz negli anni ’30 e ’40 negli Stati Uniti – erano formazioni dove ci si divertiva molto, forti di una ricchezza di suono e di una carica ritmica difficile da trovare nei piccoli gruppi: l’incastro tra le sezioni degli ottoni e delle ance, sapeva produrre risultati coinvolgenti e suggestivi. Come ha meglio precisato Pietro Tonolo in una recente intervista: «…nella Keptorchestra vi era, di fatto, una generosità spontanea con quell’effetto di “opulenza sonora” che diventava puro divertimento, oggi sempre più difficile da trovare, vista la crisi economica. Oggi i gruppi tendono a ridursi. La nostra è stata una formazione che ha dato grandi soddisfazioni a tutti quelli che hanno avuto la fortuna di suonarvi, con una significativa collaborazione da parte di Steve Lacy, risultata alla fine molto proficua. L’unico rammarico è forse rappresentato dal fatto che la Keptorchestra non sia stata documentata discograficamente come forse avrebbe meritato. E lo meritava, visto che si trattava di un collettivo affiatato che dava il meglio di sé dal vivo, grazie alla presenza di una serie di elementi anche spettacolari, di musicisti dalla personalità molto forte, che sapevano regalare momenti irripetibili e situazioni al limite dell’happening. C’era molta creatività, molto divertimento, perseguito con serietà ed alto livello, senza troppe velleità o pretese intellettualistiche».

C’è da dire che in quegli anni attirava maggiormente le simpatie della critica specializzata un’altra big–band, l’Italian Instabile Orchestra, formazione più sbilanciata sul versante dell’avanguardia e della libera improvvisazione. Non tutti gli addetti ai lavori seppero comprendere invece il reale valore di una big–band atipica, solo apparentemente tradizionalista, che aveva costituito la sua base operativa in Veneto. A supportare questa tesi rimangono, per nostra fortuna, oltre che il ricordo dei suoi membri e degli appassionati che hanno avuto la fortuna di ascoltarla dal vivo, tre riusciti dischi, oggi purtroppo tutti fuori catalogo. Per completare quanto detto da Tonolo su un maestro come Steve Lacy, vale la pena di ricordare che Keptorchestra ha lavorato con altre due leggende viventi del sassofono, entrambi ancora attivi, Lee Konitz e Joe Lovano. Ma mentre della collaborazione con Konitz non esiste alcuna documentazione discografica, a testimoniare quelle con Joe Lovano e Steve Lacy, suggello quest’ultima di un lungo e proficuo lavoro comune, rimangono due preziosi ed ormai introvabili album della veneziana Caligola Records, «Sweet sixteen» (1994, instudio con Lacy) e «Miss Etna» (1996, dal vivo con Joe Lovano). Questi due eccellenti lavori erano stati preceduti da un disco altrettanto importante, che porta semplicemente il titolo di «Keptorchestra», pubblicato dalla Nord Sound nel 1991, e che, pur senza avvalersi del contributo di ospiti prestigiosi, ha avuto il merito di far conoscere la giovane big–band a moltissimi appassionati italiani. Scorrendo i titoli presenti nei tre dischi troviamo la conferma di quanto affermato da Pietro Tonolo, ovvero che la responsabilità della composizione e dell’arrangiamento dei brani originali eseguiti veniva equamente suddivisa fra i principali solisti della formazione, che ha quindi saputo sopravvivere benissimo per quasi un decennio senza un vero e proprio leader, un direttore d’orchestra inteso nel senso tradizionale del termine.

Domenica 6 dicembre, inizio ore 18.00
KEPTORCHESTRA REUNION
“Omaggio a Marco Tamburini”
David Boato, Giampaolo Casati, Ilic Fenzi, Maurizio Scomparin (trombe)
Beppe Calamosca, Toni Costantini, Roberto Rossi (tromboni)
Giannantonio De Vincenzo, Bruno Marini, Mauro Negri,
Piero Odorici, Pietro Tonolo, Michele Polga (sax)
Marcello Tonolo (pianoforte), Marco Privato (contrabbasso), Alfred Kramer (batteria)

Ingresso: intero € 8, ridotto € 5

Mestre (Ve), Centro Culturale Candiani
Piazzale Candiani 7
Auditorium quarto piano

Informazioni
Centro Culturale Candiani, tel. 041.2386126, candiani.comune.venezia.it
cell. 340.3829357 – 335.6101053, fax 041.962205, www.caligola.it  info@caligola.it

Prevendite
Biglietti acquistabili presso la biglietteria del Centro Culturale Candiani 041.2386126

La biglietteria è aperta con il seguente orario:
martedì e giovedì 10.00-12.00 e 16.00-18.00; mercoledì e venerdì 10.00-12.00; il 6 dicembre dalle ore 16.00 fino a inizio spettacolo.

Riduzioni per possessori Candiani Card e Carta Cinemapiù, IMG Card, Associazione Caligola, studenti



Natale nelle Grotte: dal 1° dicembre 2015 al 12 gennaio 2016 quattro spettacoli musicali unici con Eugenio Finardi, Claudio Baglioni, Simone Cristicchi e Stefano Bollani

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Al via la terza edizione di “Natale nelle Grotte”, uno degli eventi più suggestivi legati al Natale mai organizzati,che si terrà dal 1° dicembre 2015 al 12 gennaio 2016 nell’incredibile contesto delle Grotte di Castellana.

Ne La Grave, la prima delle caverne che si incontrano immergendosi nel complesso di cavità sotterranee, location ideale per esibizioni dal vivo con la sua acustica che permette di realizzare performance musicali particolarissime, si esibiranno quattro nomi di primo piano della musica italiana: Eugenio Finardi(12 dicembre) con “Dal Profondo”, uno spettacolo unico concepito in esclusiva per le Grotte di Castellana; Claudio Baglioni (18 dicembre) con “Per incanto e per amore”, un concerto di brani studiati appositamente per lo speciale contesto che ospiterà l’esibizione;Simone Cristicchi (3 gennaio) con lo spettacolo “Viaggi e storie di un fabbricante di canzoni”, un viaggionel repertorio quasi sconfinato di un artista inimitabile; Stefano Bollani (8 gennaio) con l’imprevedibile “Arrivano gli alieni”, in cui il maestro si cimenta per la prima volta anche come cantante e autore di testi.

I concerti dei quattro artisti fanno parte di un fitto calendario di appuntamenti musicali, sotto la direzione artistica dello stesso Eugenio Finardi, artistici e religiosi, con la direzione artistica di Pino Savino (direttore artistico delle Grotte di Castellana S.r.l.), che coinvolgeranno le Grotte di Castellana per oltre un mese.
«La presenza di Claudio Baglioni - racconta Eugenio Finardi - completa un cast eccezionale che ho formato con l’intento di coinvolgere artisti accomunati dalla capacità di condurre il pubblico verso un’esplorazione esistenziale e pronti a esibirsi in un luogo che richiede a sua volta di essere scoperto ed esplorato. Claudio Baglioni, cantautore di ispirazione autenticamente italiana, è il simbolo di una musica che arriva dritta al cuore degli ascoltatori: ho scelto di coinvolgerlo perché, questa volta, potesse emozionarsi ed emozionare con uno spettacolo nel cuore della terra. Stefano Bollani con la sua sconfinata conoscenza pianistica di matrice jazz e la versatilità della sua evoluzione recente coinvolge e scuote corde cerebrali di solito sopite. Simone Cristicchi riporta alla luce le radici della nostra storia, con spettacoli sempre toccanti e suggestivi, coraggiosi sotto il profilo musicale e narrativo. Infine, io stesso ho concepito uno spettacolo inedito "Dal Profondo", che vedrà la partecipazione del polistrumentista Giancarlo Parisi, con l’intento di riempire la Grave con echi ancestrali del sacro e dell’inconscio».
«Quando quest'estate abbiamo condiviso il nostro progetto con il maestro Finardi - racconta Domi Ciliberti, presidente delle Grotte di Castellana S.r.l - ci siamo ritrovati dinanzi a un interlocutore di grande spessore sia artistico che umano. Avvalersi di un artista come il maestro Finardi nel ruolo di Direttore Artistico del Natale nelle Grotte, ci rende particolarmente orgogliosi. Grazie al suo impegno e alla sua passione, quest'anno abbiamo l’onore di ospitare artisti del calibro di Claudio Baglioni, Stefano Bollani e Simone Cristicchi. Siamo certi che le loro performance incanteranno il pubblico con pezzi e testi di altissimo livello; la cornice della Grave, di suo, accoglierà le loro musiche rendendole sublimi, una cassa armonica di ineguagliabile valore e palcoscenico suggestivo senza eguali. Esibirsi in un contesto naturale che conta quasi cento milioni di anni non ha paragoni in termini di spiritualità».


Biglietti in prevendita disponibili nei punti vendita autorizzati ed al seguente link (clicca qui). Il 30% del costo di ciascun biglietto verrà destinato alla tutela e alla conservazione del patrimonio carsico castellanese. 

Ricette e Ritratti d’Attore - un format di 21 puntate + libro che andrà on line da mercoledì 25 novembre su www.cnlive.it

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Ricette e ritratti d’attore - Un format di 21 puntate che andrà on line sul canale Rai Cinema della piattaforma video di Condé Nast www.cnlive.it (che vanta 20 milioni di utenti mese), a partire da mercoledì 25 novembre con una puntata al giorno (escluso sabato e domenica) fino al 23 dicembre 2015.
Dal format è stato realizzato il libro, edito da Rai Cinema - Rai Eri che sarà disponibile - grazie a Rai Eri - nelle più importanti librerie d’Italia a partire da fine novembre.
Beppe Fiorello
Il nostro star system si mette ai fornelli per portare nel mondo le migliori ricette italiane, mentre le nostre più famose ricette avranno nel mondo i volti delle nostre celebrities!  
Claudia Gerini
Ricette e ritratti d’attore è stato prodotto da Canizzo Produzioni e Rai Cinema in collaborazione con Dom Hotel, Maserati, Pentole Agnelli e Vini Damilano sarà distribuito all’estero da Rai Com, sottotitolato in inglese.
Giorgio Pasotti
Cibo e cinema sono un binomio pressoché perfetto. Anche prima che scoppiasse la chef-mania televisiva sono molti gli sceneggiatori che hanno saputo dare un ruolo fondamentale all’enogastronomia all’interno delle loro storie. 
Alan Cappelli Goetz
Ciascuna pellicola ispirata al cibo ha il grande potere non solo di intrattenere ed evocare emozioni, ma anche di far scoprire nuove ricette che restano nel cuore degli spettatori tanto quanto le vicende dei protagonisti.
Michela Andreozzi
In Ricette e ritratti d’attore i protagonisti del cinema italiano grazie allo chef Max Mariola, al fotografo Stefano Guindani e all’amichevole consulenza di Laura Delli Colli, si raccontano attraverso la ricetta che meglio rappresenta il legame con la loro terra d’origine.
Andrea Bosca
Hanno fatto parte di questa avventura: per i Primi Piatti: Beppe Fiorello, Alan Cappelli Goetz, Alessandra Mastronardi, Cristiana Capotondi, Alessandro Parrello, Riccardo Rossi, Andrea Napoleoni, Claudia Potenza, Rolando Ravello, Yari Gugliucci, per i Secondi Piatti: Alessandro Roja, Catrinel Marlon, Daniela Virgilio, Gabriele Pignotta, Claudia Gerini, Lorenza Indovina, Giorgio Pasotti, Michela Andreozzi, per i Dolci: Giuseppe Maggio, Vinicio Marchioni, Andrea Bosca.
Andrea Napoleoni
Guidati dallo chef Massimiliano “Max” Mariola i protagonisti del cinema italiano hanno raccontato le loro avventure ai fornelli e le migliori ricette attraverso suggestioni, aneddoti legati al set e ricordi personali, alla scoperta dei piatti che meglio li rappresentano.
Max Mariola
Poi lo chef Max Mariola  si è divertito  a eseguire le ricette degli attori  realizzando  i gustosi  piatti illustrati nel libro. Per ogni ricetta è stata realizzata anche una puntata video di cinque minuti  disponibile sul canale Rai Cinema della piattaforma video di Condé Nast www.cnlive.it
Catrinel Marlon
Al termine di ogni puntata Stefano Guindani ha fotografato i protagonisti insieme ai loro piatti preferiti. Tutto è si è svolto a Roma all’interno del D.O.M, un luxury hotel situato nella celebre via Giulia.
Davide Rossi



Circolo PD Rosolina: cena con iscritti e simpatizzanti

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Grande partecipazione alla serata organizzata dal Pd di Rosolina che ha invitato iscritti e simpatizzanti ad una cena a base di pizza presso il ristorante Gran delta venerdì 21 11 2015.

Circa 50 presenti alla cena, oltre al segretario locale Massimo Mantoan e all'assessore Giovanni Crivellari, anche il consigliere regionale Graziano Azzalin e l'on Diego Crivellari.

"Un ringraziamento ai partecipanti", è il commento del segretario PD Mantoan "in una serata ricca di spunti e contenuti per iniziare un percorso che porterà nei mesi successivi alle elezioni amministrative locali. Da parte nostra, rivendichiamo quanto di buono fatto in questi anni all'interno della giunta comunale, e al contempo non nascondiamo le difficoltà e le criticità, che abbiamo rimarcato con spirito costruttivo mettendo sempre in primo piano le esigenze della comunità. Un giudizio quindi a luci e ombre."

Poi il turno dell'assessore di Rosolina Giovanni Crivellari il quale ha ricordato "gli importanti risultati ottenuti in questi anni, in particolare in ambito scolastico, sulle politiche ambientali e delle nuove tecnologie".

Il consigliere regionale Graziano Azzalin ha poi fatto il punto sulla situazione regionale rimarcando la vicenda che vede la regione veneto "bocciata dalla corte dei conti su diversi capitoli delle spese: un fallimento di cui Zaia dovrà dare conto".

Infine il turno dell'on Diego Crivellari, che ha evidenziato sia la "collaborazione messa in atto a livello locale nelle vicende ad esempio del demanio e della banda larga", sia la "necessità da parte del PD locale di ritagliarsi un ruolo da protagonista nelle imminenti elezioni comunali, quale forza politica espressione del governo del paese."

All'Astra Motus con "MDLSX", Silvia Calderoni esplora l'identità oltre il genere

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Venerdì 26 novembre a Vicenza la storica compagnia di ricerca con il suo nuovo spettacolo. In scena l’attrice-icona candidata ai Premi Ubu 2015 come miglior attrice. Lo spettacolo è un viaggio tra autobiografia e letteratura queer, musica e video.

Vicenza - Acclamato da pubblico e critica come un capolavoro, definito coraggioso ed estremo, sconvolgente e sincero, forte ed emozionante: dal debutto la scorsa estate al festival Santarcangelo dei Teatri, per l’ultimo lavoro di Motus, l’applauditissimo “MDLSX”, è stata una pioggia di consensi. Fino alla notizia, proprio di questi giorni, della nomination ai Premi Ubu 2015 come migliore attrice per la protagonista Silvia Calderoni. Tutto questo mentre lo spettacolo ha già spiegato le ali di una tournée che lo porterà fino a New York, oltre che a Oslo, Parigi e nei principali centri del contemporaneo in Italia. Tra questi il Teatro Astra di Vicenza, che si prepara ad accogliere la storica compagnia romagnola giovedì 26 novembre (ore 21) all’interno della rassegna “Terrestri 15/16”, curata da La Piccionaia Centro di Produzione Teatrale per il Comune di Vicenza con il sostegno diMinistero dei Beni Culturali, Regione Veneto, Provincia di Vicenza, Circuito Teatrale Arteven e Askoll. Lo spettacolo fa anche parte di “Corpo a corpo”, il nuovissimo cartellone dedicato alla danza e al teatro visivo nato dalla collaborazione tra i tre teatri Comunale, Astra e Bixio.
Diretto da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, fondatori nel 1991 a Rimini della compagnia che è da allora tra gli esponenti di punta del teatro di ricerca nazionale e non solo (tra gli altri riconoscimenti, Premio Ubu 1999), lo spettacolo segna l’inizio di un’esplorazione sui confini, nuova tappa del percorso politico di Motus. Dopo i corali “Alexis. Una tragedia greca” e “Nella tempesta”, già all’Astra nel corso delle passate stagioni, protagonista assoluta del palcoscenico sarà questa volta Silvia Calderoni, da dieci anni attrice-icona della compagnia e per la prima volta anche autrice della drammaturgia insieme a Daniela Nicolò. Una performer giovane e già pluripremiata (Premio Ubu 2009, Marte Award 2013 come migliore attrice, premio Elisabetta Turroni 2014, premio Virginia Reiter 2015 come miglior attrice italiana under 35) che si avventura questa volta in un viaggio teatrale alla ricerca della propria identità, al di là degli stereotipi e dei pregiudizi. Una confessione intima a partire dall’infanzia e dall’adolescenza, fino alla scelta di mettere in gioco il proprio corpo e di esporre senza riserve la propria androginia, ma anche una riflessione politica sull’affermazione della propria sessualità e sulla libertà di assumere o meno una precisa identità di genere. E ancora, una playlist di musiche e immagini per una perfomance in cui, come sempre in Motus, il linguaggio audio-visuale, quello corporeo e quello narrativo sono continuamente ibridati tra loro attraverso l’uso del corpo e della parola accanto a video, computer e luce al laser.

“MDLSX è un ordigno sonoro - spiegano i registi - un esperimento dall’apparente formato dj/vj set, un inno lisergico e solitario alla liberà di divenire, al gender b(l)ending, all’essere altro dai confini del corpo, dal colore della pelle, dalla nazionalità imposta, dalla territorialità forzata, dall’appartenenza a una patria. Uno spettacolo che tende verso la fuoriuscita dalle categorie - tutte, anche quelle artistiche – e che oscilla sulla confusione tra fiction e realtà”.

Nella performance collidono infatti brandelli autobiografici della protagonista ed evocazioni letterarie dal caleidoscopico universo dei manifesti queer, da Judith Butler coi suoi “Questione di genere” (2013) e “La disfatta del genere” (2006) a Donna Haraway con “Manifesto Cyborg” (1995) passando per Paul Beatriz Preciado e il suo “Manifesto contro-sessuale” (2002). E proprio una citazione dal “Manifesto animalista” del filosofo spagnolo è diventata per Motus il sigillo di questo lavoro: “l’impossibile arriverà e l’inimmaginabile è inevitabile”.

Biglietti: intero 15 euro, ridotto 12 euro. Per gli abbonati dei teatri Comunale e Bixio ridotto speciale € 7. Ancora disponibili gli abbonamenti a 5 spettacoli a scelta libera (intero 65 euro, ridotto euro 55).

Informazioni per il pubblico: Ufficio Teatro Astra, Contrà Barche 55 – Vicenza; telefono 0444 323725, info@teatroastra.itwww.teatroastra.it


Foto: Ilenia Caleo

Classifica Airplay Radio della Settimana: Al comando Max Gazzè con “La vita com’è”

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La Classifica Airplay Radio Settimanale a cura di EarOne, relativa alla settimana dal 13 al 19 novembre, vede al comando La vita com’è di Max Gazzè davanti a Pieno di vita di Jovanotti, mentre Adventure of a Lifetime dei Coldplay si conferma al terzo posto. In quarta posizione troviamo What do you mean? di Justin Bieber, quindi Hello di AdeleIl vento di Tiziano Ferro Sugar di Robin Schulz. Completano la Top Ten Ti ho voluto bene veramente di Marco MengoniLost in the Weekend di Cesare CremoniniLuca lo stesso di Luca Carboni. Le più alte nuove entrate sono Stupendo fino a qui di Alessandra Amoroso (posizione 25), Se perdo anche te di Claudio Baglioni e Gianni Morandi (posizione 36) e Love Someone Else degli Skunk Anansie (posizione 43). 

Il 4 dicembre arriverà nei negozi Sono innocente Deluxe Edition, una speciale riedizione del fortunato album di Vasco Rossi

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Il 4 dicembre arriverà nei negozi Sono innocente Deluxe Edition, una speciale riedizione del fortunato album di Vasco Rossi che conterrà in aggiunta un dvd, con il documentario presentato alla scorsa Mostra del Cinema di VeneziaIl Decalogo di Vasco, diretto da Fabio Masi, e tutti i videoclip dei singoli estratti da Sono innocente, oltre alla photogallery del LiveKom015.
La Deluxe Edition avrà anche una copertina diversa dalla prima edizione di “Sono Innocente”, disco uscito più di un anno fa e certificato sei volte platino, dal quale sono stati estratti i singoli L’Uomo più sempliceCambia-menti, Dannate nuvoleCome vorrei, Sono innocente ma…, Guai e Quante volte.

Nei prossimi mesi è prevista anche l’uscita del dvd di LiveKom015, il tour dei record che ha visto protagonista Vasco nei principali stadi d’Italia, mentre il nuovo disco uscirà non prima del 2017.

#CantoAnchio per abbattere le barriere architettoniche

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Per contribuire all'abbattimento delle barriere architettoniche per i diversamente abili, con un sorriso, Lorenzo Baglioni, giovane cantastorie fiorentino, ha scritto il brano “Canto anch’io, no tu no!”, sulle note di Vengo anch'io no tu no. La canzone, che vuol essere anche un omaggio ad Enzo Jannacci, è accompagnata da un video (https://www.youtube.com/watch?v=jOm5i1qZxq8) che ha per co-protagonista Iacopo Melio, un ragazzo di 23 anni, molto conosciuto grazie alla campagna #voglioprendereiltreno, che ha come obiettivo sensibilizzare l'opinione pubblica e far conoscere le difficoltà che incontra un portatore di handicap nella vita di tutti i giorni, anche per compiere azioni che sembrerebbero semplici, come quella di prendere un treno, a causa delle barriere architettoniche.
Testo di #CantoAnchio:
Si potrebbe andare tutti quanti al mare a Viareggio
si può prendere il treno alle 9.00 e siam lì per le 10
ci si ferma in un bar a comprare la schiaccia coi ceci
Ah già che scemo, c'è qui Iacopino che non ce la fa!
Vengo anch'io! Eh non si può!
Ma perché?
Perché c'è il treno, è un casino con la cazzorrina
ma poi che te ne frega a te di andare a Viareggio?
Si possono fare un sacco di cose più ganze. Tipo...
Si potrebbe andare tutti quanti a vedere la Viola
c'è il 14 ferma, mi pare, davanti allo stadio
per sentire il commento magari si porta una radio
Ah già che fava, c'è qui Iacopino che non ce la fa!
Vengo anch'io! Eh non si può!
Ma perché?
Ma perché l'autobus non sempre c'ha le pedane, Iacopino
poi magari c'è un casino di gente
ma poi che te ne frega a te di andare a vedere la Fiorentina?
Eh?
Si potrebbe andare tutti quanti a casa di Marco
non s'ha mica bisogna di uscire per esser felici
e ci basta passare così una serata fra amici
Oddio che grullo, c'è qui Iacopino che non ce la fa!
Vengo anch'io! Eh non si può!
Ma perché?
Ma perché Marco sta all'ultimo piano Iacopino
non c'è l'ascensore, come si fa?
Ma poi che te ne frega a te di andare a casa di Marco
si possono fare un sacco di altre cose.
Si potrebbe allora cantare qualcosa che piaccia alla gente
e sperare la gente lo veda e si fermi a pensare
che magari così poi ne parlano al telegiornale
per vedere se cambia qualcosa e l'effetto che fa...
#cantoanchio

Venerdì 4 dicembre in prima serata su Raiuno andrà in onda “Callas”, con Dario Fo e Paola Cortellesi

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A un anno e mezzo di distanza da “Francesco - Lu santo jullare”, Dario Fo torna su Rai1, il 4 dicembre alle ore 21,20 con “Callas”, l’ultimo spettacolo scritto con la moglie Franca Rame, in cui il premio Nobel per la letteratura sarà affiancato da Paola Cortellesi, con la quale formerà una coppia inedita.
I due attori, straordinariamente complici sulla scena sin dal primo istante, fanno divertire e commuovere, prendendo per mano gli spettatori e accompagnandoli dentro la vita di una grande artista senza tempo che Fo conobbe personalmente all’età di vent’anni e che, con la sua voce, ha saputo incantare le platee di tutto il mondo. Dario Fo e Paola Cortellesi - nello spettacolo presentato da Rai1 e Rai Cultura - si muovono su un palcoscenico grande e fantastico, impreziosito dalle spettacolari proiezioni di oltre 90 dipinti multicolor di Fo che guidano il racconto, fatto di dialoghi vivaci e imprevedibili. Si passa dal comico, al grottesco, fino al tragico, e, respirando le atmosfere di quell’epoca, si impara a conoscere la storia di una donna che, con le sue passioni e le sue cadute, che appare ancora oggi di una sorprendente attualità. Uno spettacolo evento in cui si fondono, magicamente, il linguaggio del palcoscenico e quello della televisione.

“Callas” è prodotto dalla Rai in collaborazione con C.T.F.R. ed è realizzato da Gianmarco Mazzi e Jacopo Fo. La regia è di Felice Cappa.

“Né Giulietta né Romeo”: Intervista con Veronica Pivetti

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di Francesca Monti
Il 19 novembre è uscito nei cinema “Né Giulietta né Romeo”, opera prima di Veronica Pivetti (scritta con Giovanna Grà), che in questa commedia molto bella, patrocinata da Amnesty International, tratta con delicatezza, sensibilità e ironia temi importanti che spesso la nostra società tende a nascondere, come l’omofobia e i diritti delle persone omosessuali.
Abbiamo avuto il grande piacere di realizzare un’intervista con Veronica Pivetti (grazie a Toni Aventino), che ci ha raccontato com’è nata l’idea di realizzare “Né Giulietta né Romeo” e i prossimi progetti che la vedranno protagonista come attrice.
Veronica, il 19 novembre è uscito nei cinema “Né Giulietta né Romeo”, la sua opera prima, una commedia contro l’omofobia. Com’è nata l’idea di questo film?
“Il vero dispiacere è che fare un film che parla di questo tema sia un evento, io sono molto contenta se è un evento, ma contemporaneamente sono abbastanza strabiliata che venga definito un tema delicato, controverso, perché viviamo in un paese, in una società omofoba e quindi se trattare questo argomento diventa subito una notizia, significa che non è all’ordine del giorno, non è accettato, non è naturale. E questo ci deve fare riflettere. Il motivo per cui ho voluto fare una commedia è proprio perché volevo separare la parola omosessualità dalla parola dramma poiché troppo spesso sono legate. Ho voluto raccontare una storia naturalmente anche con momenti crudi, drammatici, però ho voluto dare un tono di commedia, perché è un veicolo che ti permette di fare qualsiasi cosa, sia di dire delle grandi verità con la crudezza di cui necessitano per poi girare immediatamente, fare una bella inversione e farti fare una risata. Intanto però le cose le hai dette, hai comunque avuto modo di dire quello che pensi. Mi sembra un veicolo molto efficace per far digerire anche le cose più indigeribili perché sicuramente questo è un tema molto trattato, ma a livello superficiale, molto dibattuto, molto chiacchierato ma affrontato poco seriamente e quasi mai risolto, nel senso che si parla di una legge e poi non si fa, ci sono ipotesi di legge che cambiano nome continuamente nel corso degli anni ma non cambia la mentalità con cui la classe politica le tratta. E’ sempre argomento di chiacchiera ma difficilmente affrontato trovando soluzioni, dando dei risultati. L’argomento rimane un po’ tabu, motivo per cui ne volevo parlare”.
“Né Giulietta né Romeo” è la prima commedia ad essere patrocinata da Amnesty International…
“Per noi è stato importantissimo, perché di solito Amnesty International dà il patrocinio a film molto drammatici sulla tortura, sulla pena di morte, ovviamente i temi che affronta sono sempre estremamente dolorosi. Infatti quando mi hanno chiesto di vedere il film ho detto “guardate che questa è una commedia, non credo che sia una cosa giusta per voi”. L’hanno visto e mi hanno detto che erano molto contenti di patrocinarlo perché è un film che parla di diritti umani e sono molto orgogliosa di questo, perché è la prima volta che danno il patrocinio ad una commedia”.
Nel film vengono trattati altri temi importanti come il bullismo ma anche il rapporto, a volte fallimentare, dei genitori nei confronti dei figli…
“Se ne parla poco e si continua a parlare della famiglia come se fosse sempre e solo un valore. La famiglia è sicuramente un grande valore, ma è anche un luogo di grandi dolori e incomprensioni. Ovviamente i genitori non hanno sempre ragione e a volte non capiscono chi hanno davanti. E’ un film che racconta la presa di coscienza da parte di questo adolescente della propria omosessualità, questo fa esplodere una famiglia apparentemente aperta, evoluta, progressista, che non dovrebbe avere nessun problema rispetto a questa cosa, e che invece si scopre essere estremamente bacchettona, chiusa, retrograda, è una famiglia che proprio non capisce. Sono due genitori oltretutto separati, molto diversi tra di loro, che mostrano due diversi tipi di sordità, nei confronti di questo fatto che viene rivelato loro dal figlio. Io penso che i genitori sono meravigliosi, ma alle volte sono terribili, rischiano veramente di commettere dei piccoli omicidi nei confronti dei loro figli, che non sono omicidi fisici quanto della loro libertà, della loro coscienza. Quanti ragazzi esistono in questo preciso momento in Italia che negano la propria omosessualità perché hanno paura della loro famiglia e di quello che possano dire i loro genitori. Io penso che la cosa più bella sia un ragazzo che viene a dire “mamma, papà, ho capito come sono fatto, sono fatto così”, questa è una grande ricchezza, se invece i figli devono avere paura di dire questo vuol dire che c’è qualcosa nel meraviglioso meccanismo della famiglia che non è così meraviglioso”.
Nel film il protagonista è un adolescente e questo rappresenta una novità in quanto solitamente le pellicole che trattano il tema dell’omosessualità hanno per protagonisti degli adulti. A cosa si è ispirata?
“Ho cinquant’anni, l’adolescenza ce l’hai a 13-14 anni, ma non è affatto una generazione lontana da me, io credo che la nostra adolescenza ce la portiamo dentro profondamente, ancora abbiamo dei traumi subiti che magari non abbiamo risolto o che abbiamo dovuto risolvere dallo psicanalista o con il lavoro di una vita ad arrovellarci su tante cose che durante l’adolescenza hanno un po’ fatto quello che hanno voluto dentro di noi. Ci sono tanti dolori, tanti momenti difficili. L’adolescenza, almeno parlo per me, non è certo il periodo roseo che alle volte alcuni descrivono, io non solo non la rimpiango ma sono così felice di essere scappata a gambe levate dalla medesima che neanche ti puoi immaginare, però mi ha lasciato dei segni indelebili. Tante volte uno ci mette una vita a ricucire certe ferite. Volevo proprio raccontare quello che succede quando queste ferite ti vengono inflitte, quando l’incomprensione del mondo è totale. Il tipico atteggiamento dell’adolescente è di rifiutare tutto e tutti perché non è capito. Purtroppo è vero che non è capito. Gli adolescenti hanno ragione quando si ribellano, poi magari hanno dei modi che possono essere difficili da gestire, da capire, non è che voglio essere completamente dalla loro parte, però siccome ci sono passata, l’abbiamo vissuta in tanti, penso che quelli che leggeranno questa intervista ci saranno passati tutti, è vero che gli adolescenti tante volte fanno arrabbiare, ma provate a ricordare com’eravamo noi, durante l’adolescenza, quanta insofferenza provavamo e non sapevamo neanche perché, tante cose ci sembravano incomprensibili, non per cattiva volontà nostra ma perché è un’età difficile in cui scopri tante cose. Ecco volevo proprio entrare nella loro vita in quel momento lì, che è una fase delicatissima”.
Dopo quest’opera prima, le piacerebbe ripetere l’esperienza come regista?
“Assolutamente sì, questo è il mio primo film e spero che non sia l’ultimo, perché mi piace molto fare la regista, è una cosa che volevo fare da tempo. “Né Giulietta né Romeo” è stato costruito nel corso di 3-4 anni, perché è molto difficile fare un film nel nostro Paese, un’opera prima a maggior ragione è ancora più complicata. Quindi voglio continuare certamente e spero di averne la possibilità”.
In quali progetti sarà prossimamente impegnata?
“Sono a teatro con lo spettacolo “Lady Mortaccia la vita è meravigliosa!” e presto inizieremo a girare la settima serie di “Provaci ancora Prof””.
In “Provaci ancora Prof” interpreta la professoressa Camilla Baudino. Cosa le piace di più di questo personaggio, che è amatissimo dal pubblico?
“Mi piace il sodalizio che si è creato tra me e lei, il fatto che sono entrata dentro Camilla e viceversa e ormai è un’unione inscindibile. E’ bello interpretare un personaggio che non esisteva, che era solo nella mente della scrittrice, che è Margherita Oggero, darle una faccia, una fisionomia e farla vivere, significa che per tutti quell’insegnante ha le mie sembianze. Quindi mi sento un po’ creatrice anch’io di questo personaggio”.
Lo spettacolo teatrale “Lady Mortaccia la vita è meravigliosa!” ironizza invece su un’altra grande paura, quella della morte…

“Siamo in scena in questo periodo a Milano. E’ una specie di piccolo musical con testi e musiche originali, per sfatare la paura della morte, per affrontare l’ultimo tabu. E’ uno spettacolo strano, originale, nuovo nel suo genere, che incontra fortunatamente un grande favore da parte del pubblico, che è sempre più avanti di tutti, e alle volte la diffidenza dei gestori dei teatri, che però poi, di fronte al risultato, sono contenti di dire avete ragione, avete fatto bene a farlo. Io ho un rapporto affettivo molto forte con il pubblico che mi segue da anni, dai tempi di “Viaggi di nozze”, era il 1995, passando per “Commesse”, il Festival di Sanremo e tante altre cose. Io mi fido del pubblico e viceversa, siamo riusciti a costruire un bellissimo rapporto”.

Mercoledì 2 dicembre, in prima serata su Raiuno, andrà in onda “Limbo”, il film di Lucio Pellegrini, con Kasia Smutniak

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Mercoledì 2 dicembre, in prima serata su Raiuno, andrà in onda “Limbo”, il film di Lucio Pellegrini, con Kasia Smutniak, Adriano Giannini, Domenico Diele, Filippo Nigro, tratto dall’omonimo romanzo di Melania Mazzucco.

Il film è stato presentato alla nona edizione del Roma Fiction Fest, durante il quale Kasia Smutniak è stata premiata come miglior Attrice in una nuova TV Series/Limited Series/TV Movies, per la sua splendida interpretazione di Manuela Paris.

Così l’attrice ha presentato il suo personaggio durante la conferenza stampa al Roma Fiction Fest: "Per tutti e due gli aspetti della costruzione del personaggio, sia quello del tempo romano, sia quello afghano, ho pensato a quella sensazione di ore che scorrono ma che non scorrono, di tempo che però non è un tempo. Anche la parte militaresca è stata divertente. Io vengo da una famiglia militare. Mia nonna lo era. E ricordo che mi portava al lavoro e per lei era una cosa come un'altra. Qui in Italia non è così diffusa questa cultura, ma nel mio paese è la normalità. Abbiamo lavorato con soldati che sono stati veramente in missione in quei luoghi. E abbiamo visto dei filmati dai quali potevamo in qualche modo capire come fosse la vita lì. Anche una ripresa del traffico di Kabul, dice molto della quotidianità di quel paese".


TRAMA: La vigilia di Natale, Manuela Paris torna a casa, in una cittadina sul mare vicino Roma. Non ha ancora ventotto anni. È assente da tempo, da quando è andata via - ancora ragazza - per fare il soldato. Con determinazione e sacrificio, Manuela si è faticosamente costruita la vita che sognava, fino a diventare sottufficiale dell’esercito e comandante di plotone in una base avanzata del deserto afghano, responsabile della vita e della morte di trenta uomini. Ma il sanguinoso attentato in cui è rimasta gravemente ferita la costringe a una guerra molto diversa e non meno insidiosa: contro i ricordi, il disinganno e il dolore, ma anche contro il ruolo stereotipato di donna e vittima che la società tenta di imporle. L’incontro con il misterioso ospite dell’Hotel Bellavista, Mattia, un uomo apparentemente senza passato e, come lei, sospeso in un suo personale limbo di attesa e speranza, è l’occasione per fare i conti con la sua storia. E per scoprire che vale sempre la pena vivere – perché nessuno, nemmeno lei, è ciò che sembra..

Il 4 dicembre uscirà Il Bello d’esser Brutti multiplatinum edition, nuova edizione del fortunato disco di J-Ax

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Il 4 dicembre uscirà Il Bello d’esser Brutti multiplatinum edition, nuova edizione del fortunato disco di J-Ax, certificato tre volte platino, che conterrà anche il brano La Tangenziale, realizzato insieme a Elio e un dvd con il live al Blue Note di Milano.

Per festeggiare l’uscita del nuovo album, J-Ax incontrerà i fan in un instore tour che partirà il 6 dicembre da Roma. Queste le date:

•        6 dicembre 2015: C.C. Tiburtino Shopping Center Guidonia / Roma (ore 17)
•        7 dicembre 2015: Discoteca Laziale – Roma (ore 16)
•        9 dicembre 2015: C.C. Auchan Cagliari Santa Giulia – Cagliari (ore 15)
•        10 dicembre 2015: Casa del disco – Varese (ore 15)
•        11 dicembre 2015: Mondadori Megastore Marghera – Milano (ore 16,30)
•        13 dicembre 2015: Mondadori Megastore Torino (ore 15,30)
•        14 dicembre 2015: La Feltrinelli Express Napoli (ore 15)
•        15 dicembre 2015: Mediaworld c/o Romagna Shopping Valley – Savignano sul Rubicone / Forlì-Cesena (ore 17)

•        16 dicembre 2015: Mondadori Megastore Bologna (ore 16,30)

Saint Cecilia, l’Ep gratuito dei Foo Fighters, dedicato alle vittime degli attentati di Parigi

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I Foo Fighters hanno fatto un regalo a sorpresa ai loro fan: Saint Cecilia, un EP di cinque nuovi brani che chiunque potrà scaricare a costo zero in diversi formati: mp3, wav e flac. Il disco è composto da quattro canzoni hard rock e da una ballad: Saint Cecilia, Sean, Savior Breath, Iron Rooster, The Neverending Sigh. Per quanto riguarda il titolo, invece, deriva dal luogo di registrazione delle cinque tracce: il Saint Cecilia hotel di Austin, in Texas.

Il leader dei Foo Fighters, Dave Grohl, ha accompagnato la pubblicazione gratuita dell’EP con una lunga lettera in cui ha detto che “l’intero progetto Saint Cecilia ha acquisito un tono completamente diverso all’indomani degli attentati terroristici di Parigi”, in seguito ai quali la band aveva annullato le date rimanenti del tour europeo.


L’Ep infatti è dedicato alle vittime della strage di Parigi: “Spero che queste canzoni possano portare un po’ di luce in questo mondo ultimamente così buio. Per ricordarci che la musica è vita, che speranza e miglioramento vanno mano nella mano con la musica. E questo nessuno potrà portarcelo via. Un pensiero va a tutti quelli che sono stati colpiti dall’orrore di Parigi, alle loro famiglie, ai loro cari e agli amici”.
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