Abbiamo avuto il piacere di intervistare Alessio Vassallo, tra i protagonisti della fiction “Il Giovane Montalbano 2” in onda su RaiUno, nel ruolo di Mimì Augello, vice del commissario Montalbano. Attore giovane, talentuoso e affascinante, ha preso parte a fiction di successo come “La vita rubata”, “Squadra Antimafia - Palermo oggi 2” , “Capri 2” , “Edda Ciano e il comunista”, “I Borgia”, “Madre, aiutami”, “A testa alta. I martiri di Fiesole”, “Gli anni spezzati - Il Giudice”, alla soap opera “Agrodolce” e a famosi film come “Viola di mare”, “I baci mai dati”, “L’ultimo re”, “Stalker”, “La moglie del sarto”, e “Fino a qui tutto bene”.
In questa intervista che ci ha gentilmente concesso (grazie anche a Marzia Spanu, e a Daniela Di Santo di Moviement), Alessio Vassallo ci ha parlato di Mimì Augello, dell’incontro con Andrea Camilleri, dei ruoli interpretati a cui è più legato e dei prossimi progetti.
Alessio, cosa accadrà al tuo personaggio, Mimì Augello, nel corso della seconda serie de “Il giovane Montalbano”?
“Il mio personaggio crescerà molto nel corso delle prossime cinque puntate, anche nei rapporti interpersonali con Salvo, nelle scelte che lui farà, lavorative e personali, dove Augello sarà chiamato sempre in causa. Rispetto alla prima serie quello che mi è piaciuto di più è stato vedere un Augello molto più maturo e umano, oltre che femminaro, il vizio non lo perde e ne combinerà di tutti i colori, abbiamo visto già nella prima puntata che è andato con la moglie di un altro e per questo gli hanno sparato… Però lo troviamo molto più sensibile, ci saranno anche delle scene commoventi tra Mimì e Montalbano, quindi mi sono divertito ad approfondire un aspetto del personaggio che nella prima serie non c’era”.
Ci sono dei tratti di Mimì in cui ti rivedi?
“Il fatto che è femminaro, le belle donne piacciono a tutti… però non riesco ad approcciarmi in quella maniera…(ride). Una cosa che mi piace molto di Mimì o comunque che io ho messo nel personaggio e che per forza mi somiglia, è questo sguardo, che ho anch’io, un po’ da bambino, un po’ ingenuo nei confronti del mondo, della vita, anche se lui è così sicuro di sé. Io sono romantico, vedo la parte positiva in tutte le cose. E’ una mia caratteristica e l’ho voluta mettere in questo personaggio, perché Mimì, alla fine, è un bambinone”.
Il successo di questa fiction è da attribuire, oltre al bravissimo cast, anche ai magici luoghi della Sicilia e alle storie avvincenti scritte dal grande Andrea Camilleri. Come ti sei trovato a girare nella tua terra e hai avuto modo di incontrare il maestro Camilleri?
“E’ un connubio perfetto, perché hai dei romanzi letti non solo in Italia ma in tutto il mondo, dove soltanto sfogliando le pagine dei libri di Camilleri hai la possibilità con la tua fantasia di immaginare quei luoghi, in più con la fiction hai l’occasione anche di vederli. La cosa che sorprende andando lì è quanto Montalbano, sia quello classico sia il nostro, abbia portato lo sviluppo del turismo in quei paesi, questo anche in risposta a tutte quelle battaglie fatte contro i tagli alla cultura. Si dice sempre tagliamo la cultura, invece questa porta sviluppo, porta mattoni, lì è stato costruito il porto, hanno un’attività turistica enorme grazie a Montalbano e in più sono dei luoghi stupendi, è un set a cielo aperto, è diventato set nel corso degli anni. Quando sei abituato a vedere in televisione un luogo, e poi lo vai a visitare realmente ti sembra di essere a Cinecittà, quando allo Studio 5 trovavi le scenografie ancora montate dei film di Fellini. Ho avuto l’opportunità di incontrare Andrea Camilleri una volta durante la prima serie, un incontro che non scorderò mai perché eravamo tutti un po’ terrorizzati. Dopo quindici giorni di riprese si è presentato sul set e ha detto: “Ora mi fate vedere una bella scena” e noi panico totale, lui si è seduto sulla poltrona e noi ci siamo messi a fare la scena davanti a lui. E’ stato emozionante recitare Montalbano in presenza del suo autore. Un conto è farlo in televisione un altro dal vivo. Poi ho rivisto Camilleri in occasione del suo compleanno, per i suoi 90 anni abbiamo fatto una bellissima festa, ed è stata fantastica la risposta della gente. Via Asiago era piena. Poi è venuto anche all’anteprima de Il Giovane Montalbano 2 e ha fatto un discorso stupendo dicendo ‘Appena inizia la proiezione me ne devo andare ma non per colpa de Il Giovane Montalbano ma per colpa vostra, rivolgendosi al pubblico, per le emozioni che mi date. Io ho 90 anni…’. Camilleri è un patrimonio dell’Italia, dovrebbe essere preservato, e poi è ancora lucidissimo. Scherzando col regista dicevamo che a noi che siamo giovani, quando dobbiamo scrivere una paginetta di presentazione ci va in fumo il cervello, lui invece a 90 anni scrive un romanzo dietro l’altro”.
Tra i tanti ruoli televisivi e cinematografici interpretati, ce n’è uno a cui sei più legato?
“Tra quelli televisivi sicuramente ‘La vita rubata’, con la regia di Graziano Diana, è stato il mio esordio in tv, è un film che viene ancora visto nelle scuole perché racconta la storia di Graziella Campagna, uccisa a diciassette anni dalla mafia. I suoi due fratelli, Pietro interpretato da Beppe Fiorello, e Pasquale, il mio personaggio, sono entrambi alla ricerca della verità, in modo diverso, ma con lo stesso obiettivo. E’ stato bellissimo girare questo film e ancora dopo anni ci sentiamo con la famiglia Campagna, andiamo a dicembre in Sicilia per la commemorazione di Graziella, insomma sono quei lavori che vanno oltre il lavoro stesso. Dal punto di vista cinematografico ‘Fino a qui tutto bene’, uscito quest’anno, con la regia di Roan Johnson, è un film che mi porterò sempre nel cuore, con un gruppo di lavoro stupendo, una pellicola che ha avuto un successo sorprendente e inaspettato, con la vittoria del Festival Internazionale del Film di Roma 2014. La critica è stata ottima, così come la risposta del pubblico. Questo film che racconta un periodo generazionale, quella fatidica linea d’ombra che prima o poi tutti oltrepassiamo, dall’essere ragazzi a diventare uomini, a scontrarci con il mondo del lavoro, è stato un punto di riferimento del giro di boa della mia vita, perché quando ho girato il film avevo 30 anni, quindi per me Fino a qui tutto bene, è diventato un motto che uso sempre, anche adesso”.
In quali progetti sarai prossimamente impegnato?
“A gennaio uscirà un’altra serie televisiva, “Romanzo siciliano”, con Claudia Pandolfi, Fabrizio Bentivoglio e Filippo Nigro, prodotta da Taodue e in onda su Canale 5, dove farò il mio primo ruolo in assoluto da cattivo. Mi sono divertito molto a interpretare questo personaggio. Adesso inizio a girare un film per il cinema con la regia di Salvatore Allocca, è la sua opera seconda e si chiama “Honeymoon”, è una commedia molto divertente con un cast di ragazzi giovani ma che hanno già fatto film importanti”.
Ti piacerebbe ripetere l’esperienza televisiva fatta a “Quelli che il calcio”, in cui seguivi le partite del Palermo, la tua squadra del cuore?
“Qualche giorno fa ho partecipato a “Porta a Porta” e “Affari tuoi”, sembrava di essere in un reality. Soprattutto “Porta a Porta”, sedersi su quella poltrona è stato strano, era come essere dentro un fatto di cronaca. A “Quelli che il calcio” dovrei andare nelle prossime settimane, mi fa piacere, mi diverto. Quando alla conduzione c’era Victoria Cabello avevo preso parte al programma per un intero anno, ma la mia goduria massima è vedere la partita a casa, da solo. Quando guardo un match, infatti, sono talmente concentrato su quello che succede in campo, che non ho il tempo di seguire i discorsi che si fanno in trasmissione ed essere pronto a rispondere alle battute”.
*Foto dalla pagina facebook ufficiale di Alessio Vassallo (clicca qui)
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