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Aspettando il concerto al MaMu: Intervista con Floraleda Sacchi, arpista

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di Francesca Monti
Domenica 24 gennaio l’arpista comasca Floraleda Sacchi sarà protagonista di un’intervista-concerto al MaMu-Magazzino Musica di Milano (cortile interno di via Soave 3 - ore 19.00 - ingresso libero) in cui ripercorrerà le principali tappe del suo percorso musicale. La conversazione con il giornalista Gian Mario Benzing si concentrerà, in particolare, sugli album originali incisi dall’artista e pubblicati da Universal, Decca e Deutsche Grammophon.

Spaziando tra la musica contemporanea e quella tradizionale, durante la serata Floraleda Sacchi eseguirà brani estratti dall’album “Minimal Harp”, disco che ha creato un genere per arpa e l'ha portata a collaborare con Philip Glass e Michael Nyman,e dal recente “Intimamente Tango”, passando per i celebri brani barocchi di “Harp Favorites” e le sonorità spagnole di “Harp Dances”.

Dopo il concerto a Milano, l’arpista porterà la sua musica in giro per l’Europa. Queste le prime date del tour: sabato 30 gennaio al Theatre National di Nizza; il 7 febbraio al City Museum Hall di Perast; il 23 febbraio all’Hotel de Galiffet di Parigi; il 28 febbraio al Teatro Sociale di Bellinzona.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Floraleda Sacchi alla vigilia del concerto al MaMu-Magazzino Musica (grazie a Simone Fulco di Parole & Dintorni) e abbiamo parlato con lei del tour, del monologo “Donna non rieducabile”, spettacolo che esegue dal vivo con Ottavia Piccolo e che ha riscosso un immenso successo, e dei suoi prossimi progetti.

Floraleda, domenica 24 gennaio sarai protagonista di un’intervista-concerto al MaMu-Magazzino Musica di Milano, in cui ripercorrerai le principali tappe del tuo percorso musicale. Puoi anticiparci qualcosa su quello che vedremo?

“Sarà una chiacchierata e un piccolo concerto intimo tra amici. Ci sono sedie e divani, si può dialogare con il pubblico, non c’è la divisione del palco… adoro suonare con le persone vicino”.

Dopo il concerto a Milano inizierai un tour europeo…

“Diciamo che come sempre suono parecchio anche perché adoro viaggiare. Sarò in Francia due volte, in Montenegro, due volte in Spagna, Portogallo e poi Svizzera, Germania, Norvegia, Austria, Korea… da qui a giugno”.

Tra le varie collaborazioni teatrali, hai recentemente composto le musiche di scena, che esegui dal vivo con Ottavia Piccolo, per il monologo “Donna non rieducabile”, spettacolo che è stato trasformato da RAI 2 inun film presentato alla 66° Biennale del Cinema di Venezia e pubblicato in DVD da PromoMusic…

“Una bellissima esperienza, sia perché Ottavia è bravissima e con lei mi pare sempre di duettare un po’ come quando si suona con un bravo musicista. Poi le musiche sono mie e quindi vivo tutto in modo più intenso, il tema è forte e attuale e riguarda la libertà di stampa e di espressione e la dedizione e professionalità nel proprio lavoro portata avanti a qualunque costo, anche pagando con la propria vita. Uno spettacolo minimale e forte con la regia teatrale di Silvano Piccardi, traslata per la versione cinematografica da Felice Cappa. Abbiamo superato le 150 repliche… direi che è stato anche un progetto di successo!”.

Che differenza c’è tra suonare un’arpa antica e una moderna?

“Ci sono moltissime varianti nell’arpa, da quella celtica a quella sudamericana, gli strumenti antichi che sono più piccoli con una tensione diversa o più file di corde che si intrecciano, ma c’è anche la Kora africana e personalmente mi diletto anche con il Koto giapponese. I concetti di base della tecnica sono simili, però poi ci sono delle caratteristiche specifiche che vanno imparate. Diciamo che è molto divertente!”.

Quali sono i progetti a cui stai lavorando?

“Sto lavorando ad un nuovo disco per arpa ed elettronica con brani miei e di altri autori che mi piacciono. Un progetto molto personale che spero di portare in tour per l’autunno”.

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