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“Da noi in Italia”: Intervista con Lino Blandizzi

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di Francesca Monti

“Da noi in Italia”(Graf Music/Audioglobe) è il nuovo disco del bravissimo cantautore partenopeo Lino Blandizzi, dodici brani che sottolineano le due anime dell’Italia: una corrotta che dà pugni nello stomaco e una sana a cui bisogna riaccendere il cervello. L’album vede la partecipazione straordinaria di James Senese nel brano “Con un paese nel cuore”, mentre gli arrangiamenti sono curati da Gigi De Rienzo.

Lino Blandizzi ha mosso i primi passi nel mondo discografico con la pubblicazione del primo album: “Lo specchio delle verità” nel 1990, seguito da un Q disc “Cercasi esorcisti” nel ‘94 e dall’omonimo “Blandizzi” nel ’96. Casuale e fortunato è risultato l’incontro con una delle ultime “voci” della tradizione autentica napoletana espressa nel mondo ai livelli più alti: il maestro Sergio Bruni che, dopo aver ascoltato una sua canzone in lingua, “Ma dov’è”, da lui definita romanza, gli ha proposto di inciderla e cantarla insieme. Il duetto con Blandizzi è stato l’ultimo lavoro discografico che il Maestro ha lasciato con un’emozionante documento video. Nel 2003 Blandizzi ha pubblicato l’album “Abbiccì”, che contiene il brano omonimo tratto dall’alfabeto, primo strumento di comunicazione, e pubblicato anche come singolo in versione cd–dvd, diventando iniziativa pedagogica nelle scuole, nonchè sigla dei programmi di Rai Due “Nord, Sud, Ovest, Est” e “Sicuri di notte”. Con la canzone “Mi Metto Il Casco!?!” Blandizzi è stato testimonial della campagna di sensibilizzazione sull’utilizzo del casco che lo ha portato ad una intensa attività live. Il 27 maggio 2004 si è esibito in concerto al Teatro di Corte nel Palazzo Reale di Napoli per poi fare un tour nei teatri dell’Opera in Egitto. Nel 2011 ha pubblicato “Il mondo sul filo”, un lavoro che vuole rappresentare la condizione della vita dell’uomo in precario equilibrio, in bilico sul filo sottile dell'esistenza.

In questa intervista che ci ha gentilmente concesso (grazie ad Alessandra Placidi), Blandizzi ci ha parlato del nuovo disco “Da noi in Italia”, della collaborazione con James Senese, e dei prossimi progetti.

Tracklist: Da noi in Italia; Nessuno è più diverso; Il Commissario Ricciardi; E’ la vita, la vita; E la nostra notte farsi altrove giorno; Curo di me; Salvate Venere, Salviamo Venere; Il buongiorno del caffè; Quelli con le ali; Il sorriso dei Saharawi; T’aspetto ‘e nove; Con un paese nel cuore.


Lino, è uscito il suo nuovo disco “Da noi in Italia”. Come è nato questo progetto?

“Dall’esigenza di verità, da quella tensione giusta di raccontare temi seri, utilizzando in alcuni casi la leggerezza e l’ironia, via più accessibile. Il disco è nato anche da progetti vissuti in prima linea. E’ un album che vuole rappresentare diverse sfaccettature anche dal punto di vista musicale”.

Nel disco vengono cantate le due anime del nostro Paese: quella corrotta e quella sana…

“Sì, la prima, è quel sistema che “funziona” con gli inganni prodotti da quella mentalità che vede in “Donn’Amalia” l’unica possibilità di cambiamento e che invece paghi sempre con tanti pugni nello stomaco. La seconda, invece, è quella a cui bisogna riaccendere il cervello, far riflettere e approfondire su tutto ciò che realmente non funziona. Riportare alla luce la storia e la bellezza di un’Italia piena di valori, di cultura… imparare anche dagli errori per avere di nuovo in testa il futuro. C’è un’insoddisfazione generale, c’è confusione e disorientamento. Si dovrebbe ripartire nel modo corretto e non corrotto, prima di tutto si dovrebbero cancellare le distanze abissali che dividono il sud dal nord e dal centro, non c’è uniformità in niente. C’è un impoverimento generale che si estende anche alle idee e alle proposte per la formazione, l’istruzione e il lavoro. Senza parlare di: malasanità, malaffare, malapolitica, malavita, malafinanza, malagiustizia… “Questione solo di mentalità”!”.

La terza canzone, “Il Commissario Ricciardi”, ci proietta nella storia della Napoli degli anni trenta, tra immagini, profumi e poesie di una volta…

“Il “realismo magico” della scrittura di Maurizio de Giovanni e il suo straordinario personaggio Ricciardi mi hanno ispirato per il grande fascino di quella Napoli degli anni trenta, che, seppur povera, era animata da profondi valori, odori, colori, immagini… “e poi Enrica, il ragù la domenica, la voce del mare”! Una profonda umanità”.

E’ la vita, la vita” è invece un omaggio all’indimenticato Enzo Jannacci…

“E’ la vita, la vita” è: la mia adolescenza, i miei primi accordi, la mia prima band del quartiere, il mio primo spettacolo parrocchiale, una canzone degli anni ’70 che è un quadro perfetto dell’Italia anche di oggi, il ricordo di un grande artista che ha lasciato un profondo vuoto nella musica d’autore italiana”.

Ascoltando il disco sono rimasta colpita da alcuni brani molto intensi che raccontano storie di attualità, penso a “E la nostra notte farsi altrove giorno”, in cui si parla dei giovani che sono costretti a lasciare l’Italia per trovare lavoro, ma anche a “Il sorriso dei Saharawi”, che parla del sorriso dei bambini del deserto, o “Quelli con le ali” dedicato alle 40 vittime della tragedia del bus di Monteforte Irpino…

“Sono storie di vita che non puoi far passare inosservate. Avere un canale comunicativo privilegiato come la musica ti offre la possibilità di ascoltare il battito del cuore, il sangue nelle vene e non puoi non parlare di argomenti su cui far riflettere. La musica non è soltanto uno stato d’animo, ma un modo di concepire la propria vita insieme agli altri. La musica può avere una grande importanza sotto il profilo sociale. Per me la musica nasce da un’esigenza dello spirito”.

Con un paese nel cuore”, la canzone che chiude l’album, vanta la partecipazione di James Senese. Com’è nata questa collaborazione?

“E’ nata come la magia della musica. Questa partecipazione straordinaria di James Senese è dovuta soprattutto a Gigi De Rienzo che ha curato gli arrangiamenti del brano e ha sentito l’esigenza del personalissimo linguaggio del suo sax. Salire con James “sul treno del tempo” per raccontare insieme questo viaggio lungo la storia dell’Italia è stato entusiasmante”.

Quali sono gli artisti che le piace ascoltare?

“La musica che ho frequentato da giovanissimo e che ha fatto scuola è prevalentemente quella dei cantautori italiani: Fossati, De Andrè, Dalla, De Gregori, Gaber, Paolo Conte, Pino Daniele… Attualmente preferisco più fare musica che ascoltarla. Mi piacciono Caparezza, Vinicio Capossela, Enzo Gragnaniello, Max Gazzè e Daniele Silvestri”.

In quali progetti sarà prossimamente impegnato?

“In molti live! Poi sarò impegnato con un mio musical”.

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